Nel volley ogni ruolo ha la sua fondamentale importanza. Certo, il palleggiatore ha dalla sua la responsabilità della distribuzione del gioco e sfrutta la sua inventiva, gli schiacciatori esaltano le folle, il libero da sfoggio delle sue capacità di ricezione e difesa, ma il ruolo che riteniamo essere uno dei più importanti e fondamentali è sicuramente quello del centrale, ruolo che partecipa a tutte le azioni di attacco e di difesa in primis. Uno dei suoi massimi rappresentanti degli ultimi anni è senza dubbio Luigi Mastrangelo.
Luigi Mastrangelo e i suoi inizi
Luigi Mastrangelo nasce in Puglia, a Mottola per l’esattezza, nell’agosto 1975 e già alle scuole elementari la sua altezza gli procura qualche imbarazzo, specie nelle classiche foto di classe, nelle quali lo troviamo rilegato sempre nelle ultime file.
Inizia la sua carriera pallavolistica nel 1991 nella squadra di casa, la SS Volley Motula, due anni dopo è già in serie B1, a Matera, mentre l’anno successivo si trasferisce al nord, nella Volley Gonzaga Milano, nonostante le frizioni in famiglia con il padre, che per lui vedeva un posto in Polizia e non certo come pallavolista.
Il salto tra i grandi
Nel 1994 passa alla Cuneo Volley, dove ha l’occasione di esordire in serie A, ma torna la stagione seguente a farsi ancora le ossa in serie B1, a Mondovì per poi tornare in A2 a S. Antioco, in Sardegna. Da qui poi il nuovo ritorno nella massima serie a Cuneo, che nel frattempo cambia nome in Piemonte Volley, insieme a personaggi di un certo spessore quali Grbic, Pascual, Simeonov, Papi, Fortunato, Galli, Casoli, allenati da un grandissimo coach quale Silvano Prandi.
Il 1° scudetto
A maggio del 1999 esordisce in nazionale, a Sidney, in World League contro l’Australia e con la maglia azzurra collezionerà in tutto ben 355 presenze. Il Mastro è stato un po’ itinerante nella sua carriera, dopo Cuneo è andato a Macerata, Modena, Roma, Taranto per poi tornare nel 2009 nuovamente a Cuneo, dove vincerà il primo scudetto a 35 anni, sia personale che della società piemontese, insieme a Parodi, Grbic, Fortunato Nikolov, Wijsmann con Alberto Giuliani in panchina.
I suoi trofei
Tanti i trofei vinti dal Mastro, sia con le sue squadre di club sia in nazionale. Con i club vanta uno Scudetto, quattro Coppe Italia, due Supercoppa Italiana, una Coppa delle Coppe, quattro Coppe CEV, una Supercoppa Europea, mentre con la maglia della nazionale Gigi ha vinto una medaglia d’Argento e due di Bronzo alle Olimpiadi, tre d’Oro e una d’Argento ai Campionati Europei, due World League vinte più due Argenti a un Bronzo, vice Campione del Mondo nel 2003 e un Bronzo nella Grand Champions Cup.
Mastro ha fatto parte anche della Generazione di Fenomeni che ha caratterizzato gli anni ’90, degno erede di Gardini e Lucchetta nel ruolo. Dopo l’Olimpiade di Londra del 2012, decide di ritirarsi dall’attività agonistica.
Gigi ha impersonificato il ruolo del centrale alla perfezione, devastante in attacco di primo tempo e a muro uno dei pochi ad avere quel giusto timing, sia in lettura sia nel possedere quell’istinto decisivo a fermare un attacco, questo anche grazie ad una fisicità davvero statuaria.
La sua nuova vita
Nel frattempo Gigi è salito anche all’altare con sua moglie Vera, da cui ha avuto due figli, Nicola e Samuele e grazie proprio al suo fisico nonché alla sua personalità, si è dedicato ad altro nel dopo volley, partecipando dapprima alla trasmissione televisiva Ballando sotto le stelle, poi in seguito sempre in tv a Pechino Express.
Lo scorso anno Mastro ha continuato il suo cammino nel piccolo schermo, andando ospite da Paolo Bonolis nel programma Ciao Darwin 8, mentre pare che la sua ultima scelta, oltre quella di dedicarsi alla famiglia, sia votata verso il sociale e il cinema. Un suo sogno, questo, avendo avuto ruoli nella commedia di Marco Ponti, “Una vita spericolata”, nella quale interpreta la parte di un cecchino, e nell’altro film di Giuseppe Lo Console, “Tu mi nascondi qualcosa”, pellicole che gli hanno permesso di poter sfilare per due volte sul “red carpet” del Festival del Cinema di Venezia.
Ovviamente Gigi non ha abbandonato completamente il mondo del volley, molto spesso infatti è ospite nelle telecronache della RAI nelle vesti di commentatore tecnico delle partite della nazionale.
Gigi crediamo continuerà a studiare da attore per continuare a vivere la sua nuova passione, con la stessa carica e determinazione con la quale scendeva in campo e con la quale è partito da Mottola, cercando il suo ruolo come sempre da protagonista, ruolo “centrale”, perché lui è il Mastro, il numero uno!
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