Luigi Tenco: ‘Come mi vedono gli altri’ e altre storie

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Di Alessandro Carugini

Luigi Tenco è stato uno dei più grandi cantanti, compositori ed interpreti della musica italiana e uno degli esponenti della cosiddetta “scuola genovese” insieme a Fabrizio De André e Gino Paoli. Prima di diventare famoso e apprezzatissimo nel mondo dello spettacolo tricolore, Luigi era un giovane sognatore e scapestrato che sognava di fare musica.

Luigi Tenco, un’artista indimenticabile

Luigi Tenco Copyright Duel.it
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Le canzoni di Luigi Tenco sono tra le più belle della storia della musica italiana; tra quelle più note non si più di certo dimenticare di nominare: “Mi sono innamorato di te“, “Ho capito che ti amo”, “Vedrai, vedrai”. Tuttavia di questo artista scomparso troppo presto, esistono anche dei brani un po’ meno noti, ma altrettanto belli. Abbiamo fatto una selezione ed un mix per farti conoscere uno degli artisti più importanti del panorama cantautorale italiano.

Ciao Amore, Ciao

Partiamo proprio da “Ciao amore, ciao”, con cui Luigi Tenco si presentò al Festival di Sanremo nel 1967. La canzone fu presentata, come era in uso, in coppia con Dalida. Questa è anche una delle canzoni con la storia più travagliata perché, oltre al tragico epilogo a cui è associata, Tenco ne scrisse almeno dieci versioni, prima di arrivare a quella definitiva. La versione alternativa più famosa, precedente a quella definitiva, recava il titolo Li vidi tornare ed era costituita da un testo dal carattere antimilitarista. Il testo fu ritenuto troppo estremo dalla sua casa discografica che gli consigliò di cambiarlo. Durante l’esibizione all’Ariston, Tenco si esibì sotto l’effetto di un mix di farmaci e alcol, lasciando già intravedere un malessere profondo. In seguito all’eliminazione dalla manifestazione canora, e al ritrovamento da parte della stessa Dalida del corpo senza vita, la canzone schizzò subito nelle vendite.

Come Mi Vedono Gli Altri

Forse la canzone più filosofica di Luigi Tenco. Un valzer fiabesco su come sarebbe potersi osservare dall’esterno, il tutto corollato dal naturale timore di rimanere delusi da ciò che vediamo.” Vorrei provare ad essere un’altra persona per vedere me stesso come mi vedono gli altri. Vorrei sapere qual è l’impressione che prova chi non sa per nulla quello che faccio e che sono: quando cammino pensando ai fatti miei, quando sorrido per chiedere qualcosa. La mia paura è che a vedere me come sono, io potrei rimanere deluso.” In questa canzone Tenco ha paura di essere deluso da se stesso.

Vedrai Vedrai

Datata 1965, questa canzone è un’altra delle pietre miliari della carriera di Tenco. Il cantautore scrisse il brano con la collaborazione del pianista jazz Renato Sellani. Contenuta nell’album “Luigi Tenco”, inciso per la Jolly Hi-Fi Records, “Vedrai Vedrai” è dedicata alla madre del cantautore, che l’aveva cresciuto senza un padre. Tenco racconta la preoccupazione per aver deluso la donna, avendo deciso di intraprendere la carriera artistica.

Mi Sono Innamorato Di Te

Altra canzone indissolubilmente legata alla migliore produzione di Tenco. Scritta nel 1962 e contenuta nell’LP “Luigi Tenco”. Il testo è una dichiarazione d’amore non convenzionale, sembra che l’innamoramento sia un antidoto alla noia, invece lo stesso Tenco dichiarò che c’era molto sentimento perché era molto preso da una donna quando l’aveva composta. Nel 1969, Ornella Vanoni ne incise una versione “al femminile”.

La Ballata Della Moda

Un brano dedicato a tutti coloro che considerano Tenco una persona triste. Un capolavoro che andrebbe studiato ed inserito nei libri di scuola. Il protagonista di questo brano si chiama Antonio e aiuta Tenco a raccontarci il meccanismo progressivo che conduce le masse a seguire la moda, illudendole di agire per propria singola volontà, secondo le proprie scelte e i propri gusti e non per semplice automatismo generato dal bombardamento mediatico e pubblicitario, come invece, naturalmente, accade.

Lontano Lontano

È sempre l’amore il protagonista di “Lontano lontano”, brano scritto da Tenco nel 1966 inserito nel terzo album del cantautore, “Tenco”. La canzone è autobiografica e parla della fine di un amore. All’epoca, Luigi aveva una storia con una certa Valeria e pare che il brano fosse dedicato a lei. “Lontano lontano” partecipò a Un disco per l’estate e, pur non avendo riscosso molto successo, vendette circa 35.000 copie. Pare che l’ultima chiamata fatta da Tenco prima di morire sia stata a questa Valeria. Un capolavoro intramontabile della musica italiana.

Hobby

Altro grandissimo brano scritto da Tenco. Un pezzo di critica sociale. La disparità di diritti, allo studio in questo caso, tra il ricco e il povero: chi può studiare ciò che ama e chi non può perché deve lavorare. E spesso è proprio quest’ultimo che, più del ricco che ha studiato, ama e continua a coltivare la propria passione, che non può diventare un lavoro. Un qualcosa che, per ragioni economiche, è costretta a restare un hobby. Tra le chicche più sconvolgenti mai scritte da Tenco.

Se Stasera Sono Qui

Scritta nel 1966 da Luigi Tenco insieme a Mogol, fu presentata da Wilma Goich al Disco per l’estate dell’anno successivo, classificandosi al terzo posto. La cantante aveva già inciso un brano scritto da Tenco, “Ho capito che ti amo”, che le aveva aperto le porte per il successo. In seguito alla scomparsa del cantautore, fu recuperata anche la versione demo incisa nel 1966 con l’accompagnamento del solo pianoforte. Successivamente questo provino fu riarrangiato e pubblicato postumo.

Giornali Femminili

Una melodia aperta e fischiettata per un pezzo protofemminista che leggero non è. Possiamo dire, senza ombra di dubbio o smentita, che questo è il primo pezzo femminista della storia della canzone italiana. Un pezzo così acuto, ironico e spietato, che resta un episodio irripetuto. Tenco ride in faccia all’idea secondo cui, dati i temi affrontati sulle riviste femminili, la donna sia interessata solo a questioni futili, problematiche di natura sentimentale, amore idealizzato per un grande attore da copertina e non a problemi sostanziali come: “trasformare la scuola, abolire il razzismo, proporre nuove leggi, mantenere la pace“. Bellissima e sempre attuale!

Più Mi Innamoro Di Te E Meno Tu Mi Ami

Una canzone drammatica su un meccanismo antico quanto l’amore stesso: da una parte c’è chi perde la testa e ogni giorno si innamora di più. Dall’altra chi, nel vedere crescere l’amore di fronte a sé, prende le distanze. Ancora una volta Tenco fa quel che sa fare meglio: analizzare i meccanismi più sottili e ignoti dell’amore. Il meccanico che guarda nel motore e ti mostra i dettagli del danno.

Un Prete In Automobile

Una canzone ironica sull’uomo di chiesa che, ‘poverino’, deve come tutti aspettare al semaforo rosso, cambiare una ruota, pagare una multa. Tenco fischietta in maniera sarcastica sulla convinzione secondo cui il prete sarebbe colui che è impegnato a pensare a grandi cose fatte di eternità diversamente da noi, costretti a pagar multe, attendere ai semafori e cambiare ruote nella piena normalità.

Alessandro Carugini

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