Considerata la “Regina del Gospel” con i suoi trenta album in studio, Mahalia Jackson collezionò una serie di vittorie ai Grammy e fu inserita nella “Grammy Hall of Fame”, un premio Grammy istituito negli anni ’70 per onorare gli artisti con un operato musicale significativamente storico. La passione per la musica nacque presto nella vita di Mahalia, a soli quattro anni partecipò al coro della chiesa del padre, assimilando non solo i gusti musicali della famiglia molto religiosa ma anche le mode del momento. Nata e cresciuta a New Orleans fin da piccola fu circondata da Jazz e Blues dai quali assimilò un bagaglio musicale che riuscì in futuro ad inserire nella sua arte.
L’infanzia di Mahalia non fu molto semplice. Nata nel 1911 perse la madre quando aveva solamente cinque anni, per questa ragione insieme al fratello andò a vivere con la zia soprannominata “Aunt Duke”, per il suo ruolo di capo nella famiglia. Lei e suo fratello erano obbligati dalla zia a pulire casa dalla mattina alla sera. Aunt Duke era solita controllare l’operato dei nipoti con il cosiddetto metodo del guanto bianco, se il guanto era sporco dopo averlo passato sulle superfici della casa, Mahalia ne subiva le conseguenze, infatti la zia era solita picchiarla.
Da New Orleans a Chicago
In questo ambiente familiare, non molto accogliente, la scuola non era presa in considerazione, l’unico luogo che Mahalia Jackson poteva frequentare era la chiesa, posto in cui sviluppò la sua passione. Questo la portò all’età di vent’anni a trasferirsi a Chicago con l’aiuto di un’altra zia, la quale, al contrario della precedente credeva nelle doti canore della nipote. A Chicago iniziò la sua carriera musicale.
Dopo aver fatto gavetta nel coro della Greater Salem Baptist Church ed essersi esibita in diverse chiese del luogo entrò a far parte dei Johnson Gospel Singers, un quartetto vocale Gospel. Con essi acquisì esperienza e si incamminò per la via da solista alla quale ebbe forte impatto l’incontro con il compositore Thomas A. Dorsey, conosciuto come il “Padre del Gospel”. Dorsey unì alla musica religiosa il jazz ed il soul, insieme a Mahalia instaurò un rapporto lavorativo che durò dieci anni, fu una sorta di mentore per lei.
L’incontro con Thomas A. Dorsey, il punto di svolta
Nei primi cinque anni Mahalia eseguiva le canzoni composte da Dorsey ed insieme fecero un tour delle chiese di Chicago collezionando un successo dopo l’altro. La cantante non era ben propensa a seguire i consigli del compositore in quanto pensava che lui volesse stereotiparla e togliere la vera essenza del suo canto e delle sue emozioni. Proprio in questo periodo la canzone Take My Hand, Precious Lord divenne il suo cavallo di battaglia distinguendosi con le sue cinque ottave di estensione vocale ed il timbro potente e profondo da contralto che le apparteneva.
Nel settembre 1947 incise il primo disco che la fece arrivare nel cuore e nelle case delle persone. Sotto contratto con l’etichetta Apollo, il 78 giri Move On Up A Little Higher vendette più di ottomila copie ed è ad oggi il disco gospel più venduto al mondo. Mahalia divenne famosa in tutti gli Stati Uniti e non solo, la sua musica arrivò fino in Europa. Da questo momento cominciò ad esibirsi in vere e proprie sale da concerto e pian piano la sua figura sparì dalle chiese, continuando però ad essere fortemente devota alla religione, così tanto da non partecipare a programmi al cui interno ci fosse musica non religiosa.
I primi successi e l’inizio del tour
Nei primi anni Cinquanta si dedicò completamente alla tournée, viaggiò in: India, Giappone, Europa e Israele. Una volta concluso il tour era ormai considerata la migliore cantante Gospel del mondo e nel 1954 firmò un contratto con la Columbia Records, il suo album di debutto con questa etichetta uscì nello stesso anno, The World’s Greatest Gospel Singer, titolo che riprese l’idea generale dei critici. Con la Columbia, due anni più tardi, registrò anche un album natalizio, Sweet Little Jesus Boy and Bless This House, anch’esso ebbe un grande successo.
Mahalia Jackson non si mosse solamente nel mondo della musica ma partecipò in prima linea nel movimento dei diritti civili dei neri. Nel 1956 incontrò Martin Luther King il quale la ingaggiò per una raccolta fondi in Alabama sperando che Mahalia potesse smuovere l’animo comune di quelle persone scoraggiate dalle ripetute mancanze di diritti. La cantante ricevette diverse minacce di morte alle quali non si piegò, il 6 dicembre 1956 cantò a testa alta riuscendo a raccogliere una buona quantità di denaro per il movimento.
A fianco di Martin Luther King per il movimento dei diritti civili
A fianco di King partecipò alla marcia di protesta avvenuta a Washington nel 1963 dove si esibì con la sua canzone I’ve Been Buked and I’ve Been Scorned. L’esibizione avvenì davanti a 250.000 mila persone precedendo il famoso discorso di Martin Luther King “I Have a Dream”. Oltre a partecipare al movimento Mahalia lo finanziò anche economicamente fino a ritirarsi sconfortata dalla morte di King nel 1968. Il suo impegno è ricordato ancora oggi con una sua frase pronunciata in questi anni di lotta:
“I have hopes that my singing will break down some of the hate and fear that divide the white and Black people in this country“
Giulia Bergami
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