Marine Serre: il futuro distopico della moda

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Di Silvia Colaiacomo

Nota per la sua stampa “mezzaluna”, simbolo femminista del marchio, Marine Serre propone una moda ibrida, combina influenze e codici culturali. Le collezioni della designer sono state accolte con entusiasmo dalla critica, assegnandole il Premio LVMH nel 2017.

Marine Serre è nata a Corrèze, in Francia, ha inizialmente incanalato la sua ambizione nel tennis, diventando una professionista in età adolescenziale. Poco dopo, Serre ha sviluppato un interesse per la moda, frequentando una scuola di Arti Visive. Questo avvenne grazie anche al nonno, collezionista e rigattiere, che le ha insegnato il valore del vintage. Conseguì la laurea presso La Cambre Mode, terminando il suo percorso di studi con il massimo dei voti, nel 2016.

L’affermazione di Marine Serre

Marine Serre
Marine Serre FW20

La sua carriera ha inizio con uno stage svolto con Sarah Burton presso Alexander McQueen e in seguito Raf Simons in Dior, prima di ottenere una posizione di junior designer per un anno presso Balenciaga, lavorando con Demna Gvasalia. Marine Serre durante questo periodo ha avviato la sua omonima etichetta e la sua collezione di laurea ha suscitato l’interesse del concept store parigino, A Broken Arm, che ha messo i suoi pezzi su uno sgabello a pedali insieme a artisti del calibro di Céline e Margiela, esaurendosi rapidamente.

Nel 2017, la collezione del suo quinto anno, “Radical Call for Love“, è stata selezionata per il Festival di Hyères, il Premio ANDAM e il Premio LVMH, vincendo infine quest’ultimo, come la designer più giovane. La giuria, comprendeva Karl Lagerfeld e Pheobe Philo, che rimasero attratti dallo stile sportivo e futuristico di Serre, unito a modelli attillati che presentavano la sua caratteristica stampa a mezzaluna.

Il futuro post-apocalittico di Marine Serre

Il suo debutto ufficiale risale alla sfilata A/I 2018, “FutureWear”, in cui Marine Serre ha mostrato tre collezioni alla Fashion Week di Parigi, caratterizzata dal design tecnologicamente avanzato che incorpora a maschere anti-inquinamento. È riuscita ad offuscare il confine tra prêt-à-porter, couture, sartoria e abbigliamento sportivo.

Le sue campagne pubblicitarie rimandano ai suoi valori di riciclo, vintage e sostenibilità. Denunciando in maniera cruda un futuro apocalittico, come avvenne per la presentazione di “Radiant”, per la collezione FW19. Lo scenario proposto è una landa deserta invasa da un miasma verde neon e da una natura selvaggia. Le uniche creature presenti sono avatar che indossano lunghi cappotti, abiti metallici, catsuit decorate con il motivo a mezzaluna per proteggersi dai raggi dannosi.

Le Olimpiadi dell’upcycled

Marine Serre ha scelto di presentare la sua collezione P/E 2023 a Vanves, nell’ambita Fashion Week maschile di Parigi. In questa occasione, la stilista francese ha celebrato i sei anni del brand con 64 outfit nei quali ha ripreso e reinterpretato i suoi codici più riconoscibili, indossati da una cast stellare, tra cui Lourdes Leon. Creatività, ma soprattutto moda upcycled. Un fashion show che celebra i valori promossi dal brand, trasposti in passerella per ricordare ciò che ha reso la sua estetica così riconoscibile e radicata nel suo tempo.

Una vera e propria parata olimpionica in un campo sportivo alle porte di Parigi, un omaggio alle discipline. Abiti ultra-chic ricavati da asciugamani, patchwork di crochet, denim, e tute con l’iconica stampa Moon. Silhouette atletiche proposte in fibre riciclate e strati di gioielli upcycled.

Silvia Colaiacomo

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