Su una spiaggia squassata dalla risacca, un cavaliere di ritorno dalle crociate incontra il nemico più temuto: la Morte. Prima di essere ghermito, il cavaliere sfida la Morte a una partita a scacchi nella speranza di rinviare l’inevitabile. Questo è l’inizio de “Il settimo sigillo” (1957), capolavoro del cinema mondiale e folgorante esordio di Max Von Sydow. L’attore svedese, introdotto sul grande schermo dal maestro Ingmar Bergman, seguirà il regista per ben quattordici film, facendone un’icona del cinema esistenziale.

Von Sydow si presta, come in una compagnia teatrale, a molti ruoli confezionati dal suo mentore. Appare ne “Il posto delle fragole” (1957), “La fontana della vergine” (1960), “Come in uno specchio” (1961) e “Luci d’inverno” (1963), per citare i più noti. La sua fisicità, sensibilità e un distacco quasi aristocratico lo fanno risaltare sulla scena in maniera assolutamente naturale, mai perdendo la connessione col resto degli attori della compagnia bergmaniana.

La carriera internazionale di Max Von Sydow

Salito alla ribalta come attore-feticcio di uno dei più apprezzati maestri della settima arte, si aprono per Von Sydow le porte del cinema internazionale. Diviene così il volto di alcuni dei ruoli più iconici della cinematografia: interpreta padre Merrin ne “L’esorcista” (1973) di William Friedkin; è il gelido sicario Joubert nel thriller “I tre giorni del condor” di Sidney Pollack; lavora con Francesco Rosi (“Cadaveri eccellenti”), Woody Allen (“Hannah e le sue sorelle”) e partecipa al kolossal religioso “La più grande storia mai raccontata” nel ruolo di Gesù di Nazareth.

Ottenne due nomination all’Oscar: nel 1989 per “Pelle alla conquista del mondo” (miglior attore protagonista) e nel 2012 per “Molto forte, incredibilmente vicino” (miglior attore non protagonista). Le generazioni più giovani lo ricordano per la sua partecipazione ai cult “Star Wars: il Risveglio della Forza” e ne “Il Trono di Spade” (per la quale fu candidato agli Emmy) nella parte dell’ultimo veggente, il Corvo a Tre Occhi.

Davide Cossu

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