Maxi truffa a Rimini – la polizia indaga su una maxi frode di falsi crediti locazioni, sismabonus e bonus facciate, investiti in beni di lusso e criptovalute.
Vediamo i numeri: 68 indagati, 35 persone destinatarie di misure cautelari, 80 perquisizioni ancora in corso e 440 milioni di frode. I finanzieri del Comando provinciale di Rimini indagano sulla vicenda, nominando l’operazione “Free Credit”. La storia è cominciata durante la fase più acuta di emergenza sanitaria legata al Covid, che ha portato all’emanazione del decreto rilancio (dl 34/2020), che voleva garantire misure di sostegno in grado di aiutare le imprese e i commercianti in crisi. Numerose imprese allora hanno iniziato a falsificare autocertificazioni o ad omettere informazioni al fine di farsi erogare i finanziamenti.
Ma questi finanziamenti sono almeno stati usati nella gestione dei locali? No, sono stati investiti in criptovalute e metalli preziosi, per una truffa da 440 milioni di euro. Il Comando sta indagando sui soggetti, ritenuti dal Tribunale di Rimini “componenti di un articolato sodalizio criminale con base operativa a Rimini ma ramificato in tutto il territorio nazionale, responsabile di aver creato e commercializzato falsi crediti di imposta”.
Le misure cautelari sono state così divise: 8 in carcere e 4 ai domiciliari più 23 interdittive (20 all’esercizio di impresa nei confronti di altrettanti imprenditori e 3 all’esercizio della professione nei confronti di altrettanti commercialisti). Tra gli indagati, 9 avevano presentato domanda di reddito di cittadinanza e 3 avevano precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Oltre all’Emilia Romagna, i blitz continuano nel resto d’Italia: Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto. All’operazione “Free Credit” stanno collaborando 44 Reparti territoriali e la componente aerea del Corpo, con il supporto tecnico dello S.c.i.c.o e del Nucleo speciale frodi tecnologiche, che vuol dire oltre 200 militari.
Blitz anche a Treviso, con 51 imprenditori responsabili denunciati dalla guardia di finanza, con l’accusa di avere usufruito di aiuti di Stato non dovuti per 1,5 milioni di euro, elargiti sotto forma di prestiti garantiti o contributi a fondo perduto.
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