Michelangelo Buonarroti e la Cappella Sistina, l’opera maggiore di un artista dotato di un talento enorme che decide di mettere la sua arte al servizio del pontificato. Oggi ricorre l’anniversario della sua morte, avvenuta il 18 Febbraio del 1564, e noi dedichiamo un focus a lui e alla sua opera più grandiosa.

La Cappella Sistina, voluta da papa Sisto IV e racchiusa oggi nei Musei Vaticani a Roma. Nasce però sulla ristrutturazione dell’antica Cappella Magna, avvenuta tra il 1477 e il 1480. Diventata una delle bellezze più visitate del nostro paese grazie all’affresco realizzato da Michelangelo Buonarroti nel XVI secolo.

Michelangelo Buonarroti, nascita di un artista

Nato il 6 marzo 1475 a Caprese, un piccolo paese della Toscana, vicino ad Arezzo, Michelangelo Buonarroti ancora in fasce viene portato dalla famiglia a Firenze.  Come molti all’epoca, viene avviato dal padre agli studi umanistici ma ben presto dimostra inclinazione al disegno. In contrasto quindi con i progetti paterni, passa alla scuola del già celebrato maestro fiorentino Ghirlandaio. Il maestro rimane stupefatto vedendo i disegni eseguiti dal tredicenne Michelangelo e nel giro di un anno abbandona la bottega.

Decide di dedicarsi all’altra sua grande passione, la scultura. Si trasferisce nel Giardino di San Marco, una libera scuola di scultura e di copia dell’antico che Lorenzo de’ Medici aveva appunto istituito nei giardini di San Marco. Qui avviene la svolta per la sua carriera. Notato da Lorenzo il Magnifico, Michelangelo viene accolto nel suo palazzo. Da questo momento in poi inizia la realizzazione di alcuni dei suoi capolavori più amati ed inizia anche il suo peregrinare tra Firenze, Bologna ed infine Roma. Nel marzo del 1505 papa Giulio II, infatti, lo chiama a Roma per il progetto della decorazione della Cappella Sistina.

La storia della Cappella Sistina

La storia della Cappella Sistina, il capolavoro di Michelangelo Buonarroti, inizia però qualche anno prima, nel 1471. Il ligure Francesco della Rovere viene eletto al soglio pontificio con il nome di Sisto IV. Il nuovo papa è un uomo molto colto ed amante dei libri e dell’arte, tanto che durante il suo pontificato Roma diventa il polo d’attrazione dei più importanti intellettuali dell’epoca. Sisto IV per abbellirla e decorarla, chiama a sé i più grandi talenti del tempo, tutti pittori toscani e umbri che gravitano nell’ambito di Lorenzo de’ Medici.

Sisto IV però muore nel 1484 e poco tempo dopo altro Della Rovere, Giuliano, diventa Papa. Nel 1503 è eletto con il nome di Giulio II. Ambizioso come lo zio, Papa Giulio II sceglie Michelangelo per la nuova decorazione della Cappella. Michelangelo all’epoca era un giovane talento allevato nei giardini di Lorenzo il Magnifico.

Michelangelo Buonarroti lavora alla Cappella Sistina

Il giovane artista è inizialmente intimorito dalla grandezza del lavoro ma, seppur con riluttanza, accetta nel 1508 l’incarico di eseguire sulla volta nove scene tratte dalla Genesi, insieme alle figure di profeti, sibille e antenati di Cristo. Le difficoltà non sono poche. La superficie è vastissima e Michelangelo rifiuta l’aiuto di collaboratori. Quando Michelangelo dipinge la Cappella Sistina ha appena 33 anni. Tutto il lavoro è una fatica che gli costerà la vista, già abbastanza malandata, e circa quattro anni di lavoro. 

Finita di affrescare tra il 1511 ed il 1512, la magistrale opera è destinata fin da subito a diventare uno dei capolavori indiscussi dell’arte italiana e non solo. Dal punto di vista figurativo tutta la volta è un inno al corpo umano, alla sua forza, bellezza, capacità espressiva. I colori sono accesi, brillanti e cangianti. Particolare interessante è quello dipinto in basso. Michelangelo Buonarroti si è raffigurato tra le pieghe della pelle di San Bartolomeo, scuoiato prima di essere ucciso.

L’affresco della volta, però, non è l’ultima cosa che Michelangelo realizzerà per la Cappella Sistina. Michelangelo è ormai un uomo di sessant’anni quando un altro papa, Paolo III, al secolo Alessandro Farnese, decide di mettere di nuovo mano alla Cappella Sistina per rinnovare completamente la parete d’altare. Anche in questo caso il grande artista non si tira indietro. Michelangelo realizza un altro capolavoro: il Giudizio Universale

Una frase di Goethe, dopo aver visitato la Cappella Sistina, racchiude perfettamente la sensazione che si ha di fronte ad una magnificenza del genere: “Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un’idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere”. Due occhi sono troppo pochi per ammirare un capolavoro del genere.

Ilaria Festa

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