Cinema

Moana Pozzi, l’autodeterminazione dell’indomita regina del porno

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Moana Pozzi (1961-1994) – che oggi avrebbe compiuto 61 anni – è diventata simbolo di libertà sessuale ed emancipazione femminile, grazie alla grande capacità di autodeterminazione. Il distacco da un contesto famigliare cattolico e bigotto unito alla sua ammaliante forza seduttrice sono state le vie attraverso le quali Moana è diventata quello che desiderava.

Circoscrivere il suo ricordo all’arte di porno star sarebbe riduttivo; come sarebbe altrettanto limitante svincolare la sua memoria dal retaggio culturale da cui proveniva. Moana nasce a Genova il 27 Aprile del 1961 da una famiglia felice ma noiosamente perbenista e cattolica. La vita conforme fatta di educazione dalle suore e di conservatorio – che i genitori hanno progettato per lei – è ad dir poco opprimente, soprattutto per una ragazza che conforme non lo è affatto. Il carattere esuberante ed esibizionista di Moana la portano quindi alla volta di Roma nel’79, dove partecipa a concorsi di bellezza e inizia a tessere relazioni pubbliche tra salotti, ristoranti e camere da letto.

La carriera di Moana Pozzi all’insegna di successi e scandali

Pur mantenendo la fede cattolica Moana vive a Roma la sua rinascita e il suo cambiamento. Studia recitazione ed inizia ad interpretare piccoli ruoli al cinema – in Borotalco di Carlo Verdone e Ginger e Fred di Federico Fellini – e a condurre programmi televisivi. Il suo debutto come pornostar non fu alla luce del sole, infatti in principio utilizzò svariati pseudonimi. Solo nel 1986 venne notata dal regista a luci rosse Riccardo Schicchi. Da qui arrivarono i primi successi tra cui: Fantastica Moana, Cicciolina e Moana ai “Mondiali” e gli spettacoli live nei teatri.

Degno di nota lo spettacolo ‘’Curve Deliziose’’ entrato nella leggenda del porno, dove recita con Cicciolina nel ’86 al Teatro delle Muse di Roma. Lo spettacolo ha un meccanismo semplice, le due artiste interrogano il pubblico maschile sul sesso mentre si spogliano a poco a poco fino a masturbarsi e raggiungere l’apoteosi in momenti considerati ancora più osceni. La denuncia scatta dopo nemmeno un mese di spettacolo, ma Moana ha ormai spezzato le catene; ricevendo grande consenso di pubblico diventa regina del porno e del popolo.

Moana Pozzi la rivoluzionaria

I suoi difensori le riconoscono un servizio di pubblica utilità, Moana infatti permette anche a uomini ai margini della società di desiderarla e averla. Il teatro è spesso pieno di disabili, anziani, immigrati che sono lì anche solo per guardarla. Ma le casalinghe non sono della stessa opinione. Vedendola in tv su Raitre si scandalizzano a tal punto da costringerla a ritirarsi. Paradossalmente, l’attacco dei benpensanti determina ancora di più la sua fortuna. Con la sua spregiudicatezza diventa modello di un nuovo femminismo, celebri le sue parole a riguardo:

‘’Le femministe – quelle stupide – mi accusano di essere una donna oggetto perché nel mio lavoro di pornostar mi presto a tutte le fantasie sessuali degli uomini – che poi sono anche quelle delle donne. Io invece non mi sento usata e mi piace rappresentare il sesso in tutte le sue forme. Per me la donna oggetto è la casalinga che lava, cuce, stira e cucina per la famiglia, molto spesso con poche gratificazioni’’.

I misteri della vita privata e della morte

Nonostante fosse la donna più a nudo d’Italia, della sua vita privata si è sempre saputo pochissimo. Si ipotizza avesse avuto anche un figlio quando era adolescente, poi cresciuto dalla madre di Moana come suo fratello, ma non lo ammise mai. Anche sulla morte aleggia un’ombra di mistero, il suo decesso avvenuto il 15 Settembre 1994 a Lione è stato attribuito dalla cronaca ad un tumore al fegato ma si pensa fosse una copertura da parte dell’artista, dovuta al desiderio di ritirarsi dalle scene.

E forse è giusto mantenere vivo questo mistero visto il suo innegabile desiderio di eternità e voglia di vita di donna irruente e temeraria. Diceva: ‘’Vorrei essere eterna, vorrei non finisse mai. Sarebbe una cosa così meravigliosa’’. Di lei ci rimane così non solo l’arte ma anche un esempio di forza, intelligenza e determinazione ad essere se stessa, senza maschere.

Alessia Ceci

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