Un mese fa, una ragazza indiana, residente in provincia di Modena, ha confidato alla sua professoressa le violenze subite dai familiari dopo aver rifiutato il matrimonio combinato. Ora è al sicuro in una struttura protetta. L’avvocata della giovane: “È un altro caso Saman Abbas, salviamola”.

Modena, ragazza indiana picchiata perché rifiuta il matrimonio combinato: cosa è successo

Una ragazza indiana di 19 anni, che abita in provincia di Modena, è al centro di una vicenda simile a quella della 18enne pakistana uccisa a Novellara dai familiari per avere rifiutato il matrimonio combinato. “Quando hanno scoperto che mi ero innamorata mi hanno detto che non potevo avvicinarmi a lui, poiché ero stata promessa in sposa in IndiaMio padre mi ha detto che sarei dovuta partire a giugno, una volta conseguito il titolo di studio. Quando ho provato a ribellarmi mi hanno picchiata tutti, anche la zia e la nonna e a turno mi seguivano quando andavo a scuola e tornavo a casa. Mi hanno chiuso in camera, costretto al digiuno e fatto bere latte cattivo, che mi ha fatto addormentare e svegliare con il male alla testa”.

E’ questo il terribile racconto fatto agli inquirenti dalla studentessa 19enne di origini indiane che ieri, dopo aver denunciato di essere stata sottoposta a maltrattamenti e costrizione al matrimonio da parte della famiglia, è stata posta sotto protezione e trasferita in una struttura protetta. Ora la procura di Modena ha aperto un fascicolo che vede già l’iscrizione di alcuni indagati, tra cui sicuramente i genitori della giovane ma anche altri parenti. “Cerchiamo di salvare un’altra Saman”, ha detto il legale della ragazza indiana Barbara Iannuccelli, riferendosi al tragico caso della 18enne pachistana uccisa due anni fa a Novellara, secondo l’accusa, perché rifiutò un matrimonio combinato. 

Roberta Maria Di Giovangiulio

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