Motomondiale

MotoGP, abbattimento dei costi per i team: gli ingaggi tagliati del 20%

È stata un’annata di MotoGP, quella archiviata qualche mese fa, davvero emozionante. Grande il duello tra Yamaha e Ducati, con Fabio Quartararo che ha duellato per buona parte della stagione con il nostro Francesco Bagnaia per il titolo mondiale del 2021. Il centauro francese, arrivato un certo punto della contesa, si è preso un distacco consistente andando a vincere il suo primo Mondiale piloti con pieno merito. È stato l’anno delle restrizioni del Coronavirus, con la variante Omicron sullo sfondo che cominciava a prendere forza, capaci di modificare (anche) le abitudini della classe regina delle due ruote. Tra gli eventi rilevanti c’è anche stato il ritiro di Valentino Rossi, leggenda vivente della categoria. Il Dottore ha salutato dopo anni ed anni di successi. Una giornata che nessuno mai dimenticherà. Dopo una piccola pausa, è già tempo di tuffarsi nel 2022. Nello specifico, le due ruote abbattono i costi degli ingaggi: attualmente c’è una decrescita del 20%.

MotoGP: abbattimento dei costi evidente nei numeri

I costi degli ingaggi abbassati del 20% dal 2018 ad oggi. Un dato importante sul quale ragionare che, ovviamente, racconta di una MotoGP che tenta di contenere i costi. O meglio, racconta della voglia dei team di risparmiare sotto alla voce stipendi dei piloti. Ma perché? La pandemia del Covid-19 ha certamente influito, ma non è soltanto questa la motivazione da ricercare. Nel 2018 nel paddock c’era campionissimi affermati (Valentino Rossi e Jorge Lorenzo per citarne due) che vantavano contratti multimilionari con le rispettive scuderie. In questi ultimi anni, inoltre, le Case protagoniste della classe regina si sono affidate ai giovani talenti con la speranza di farli crescere.

Nel 2018 il costo totale degli ingaggi era di 58 milioni di euro, oggi è di 47 milioni. Una decrescita del 20%. Ma chi è il centauro più pagato del paddock? Marc Marquez che nel 2020 ha firmato un accordo da 25 milioni di euro a stagione fino al 2024. Con il suo addio, le due ruote potrebbero continuare ad abbassare il tetto ingaggi.

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