Il matrimonio tra Yamaha e Maverick Vinales è iniziato nella stagione MotoGP 2017 sotto una buona stella. Tre vittorie nelle prime cinque gare, sembrava che Iwata avesse trovato il suo astro nascente. In quattro stagioni insieme il pilota di Roses ha chiuso 3° in classifica mondiale, ma troppi alti e bassi hanno costellato l’avventura con la YZR-M1. Al termine del 2019 l’ultimo rinnovo a cifre consistenti, un biennale da 8 milioni a stagione, forte di un’offerta Ducati per il 2021 che ha prontamente respinto. L’arrivo in Yamaha di Fabio Quartararo ha spinto i vertici dell’azienda a retrocedere il veterano Valentino Rossi in Petronas SRT pur offrendogli una moto factory.

Con il senno di poi verrebbe da chiedersi cosa sarebbe successo se il Dottore fosse rimasto nel team Monster Energy Yamaha. “Non si sa mai. Ci sono molti eventi imprevedibili in questo mondo – ha detto Lin Jarvis a Speedweek.com -. Dopo aver preso questa decisione ci siamo chiesti se non avessimo firmato il contratto troppo presto. Abbiamo pensato se fosse la decisione giusta, ma l’accordo con Maverick, fino a quel momento, è stata la decisione migliore“. Dopo il rinnovo sembra essersi rotto il vaso di Pandora nell’angolo di box di Vinales. Ha accusato Valentino Rossi di averlo messo in ombra, specie per quanto riguarda lo sviluppo tecnico della M1. Con l’arrivo di Quartararo, però, la situazione è andata ancora peggio.

La stagione MotoGP 2021 era iniziata sotto una buona stella per Maverick Vinales, vincitore nel primo GP di Losail. La M1 sembrava calzargli a pennello, chi ben comincia si dice sia a metà dell’opera… Ma bisogna fare i conti con le eccezioni. Le partenze iniziano a diventare un incubo, l’11° posto di Portimao e il 10° di Le Mans cominciano a pesare. Il primo vero campanello d’allarme è l’arrivo di Silvano Galbusera al posto di Esteban Garcia, una decisione presa a muso duro da Lin Jarvis. E Maio Meregalli pubblicamente sottolinea come l’ingaggio da 8 milioni offerto a Vinales non sia un buon investimento.

Il pilota di Roses ha chiesto delle risposte tecniche, ma gli hanno suggerito di copiare il setting di Fabio Quartararo. A quel punto l’aria era ormai incandescente all’interno dei box. Al Sachsenring arriva ultimo, ad Assen 2° alle spalle del compagno di squadra. L’8 agosto al Red Bull Ring una bandiera rossa induce alla ripartenza. Cambiano le gomme e la frizione e la moto si ferma in griglia, costringendolo a partire dalla pit-lane. Negli ultimi tre giri rischia di mandare in fumo il motore, Yamaha lo accusa di aver sabotato la M1 e lo sospende. Inutili le scuse, la Casa di Iwata ha già deciso di annullare il contratto. Questi gli eventi noti che hanno portato ad una delle vicende più incresciose nella storia della MotoGP.

Lin Jarvis preferisce lavare i panni sporchi in famiglia, senza far trapelare ulteriori dettagli. E sbandiera un divorzio di comune accordo. Respinge eventuali domande sul week-end tedesco: “Non ero presente sul posto, non so cosa sia successo“. Ma dinanzi ad una scelta così drastica il manager britannico deve lanciare qualche sassolino. “Direi che il risultato in Sassonia fa luce sui problemi che Maverick ha a questo punto della sua carriera“, racconta a Speedweek.com. “A volte è molto forte. Ma a volte si abbatte altrettanto violentemente. Penso che sia il suo tallone d’Achille, il suo punto vulnerabile. A volte è inspiegabile, difficile da capire. Può succedere tra mattina e pomeriggio o da una pista all’altra“.