Motta: 36 anni per l’autore di “La fine dei vent’anni”

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Di Andrea Pastore

Motta è una certezza. Per chi ama la musica indie pop un punto di riferimento. Non sono molti gli album pubblicati dal cantautore (cinque in totale). Ognuno di essi porta tuttavia dietro di se la raffinatezza, sia nei testi che nelle sonorità, tipica dell’artista pisano. Oggi, 10 ottobre, le candeline sulla torta sono trentasei

La fine dei vent’anni, la malinconia di un disco consapevole

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Motta nell’ormai lontano 2016 ci mette di fronte ad un lavoro completo, malinconico e razionale allo stesso tempo.

La fine dei vent’anni è il climax del periodo che tutti i giovani si trovano a dover passare, quello del passaggio all’età adulta. Quella linea immaginaria del passaggio dagli “enti” agli “enta”. L’allora neo trent’enne, questo passaggio con le sue paure e insicurezze lo ha messo in musica riuscendo a coinvolgere e rappresentare numerose persone.

Dopo aver collaborato con numerosi gruppi, tra cui The Zen Circus, La fine dei vent’anni rappresenta per lui l’ingresso a gamba tesa all’interno del mondo degli artisti solisti.

Ci arriva con la consapevolezza e naturalezza di chi sa di aver intrapreso la strada giusta, ma con la malinconia e la paura di non poter sbagliare. Maturità artistica e piccole dosi di cinismo si fondono dentro ad un disco che non ha paura di esprimere perplessità sul futuro.

In La fine dei vent’anni Motta parla anche del bel rapporto con i genitori. Supportato da musicisti di prim’ordine che riescono a rendere concrete le idee partorite dalla sua mente, fonde linee melodiche e canore. Ecco quindi che pop acustico e rock riescono a convivere con serenità, dando la possibilità a Motta di poter esprimere al meglio il suo estro artistico.

La fine dei vent’anni è un disco che, nonostante sia il primo progetto solista, dimostra una maturità che verrà poi riconfermata nei successivi progetti artistici.

I successivi quattro dischi confermeranno ciò che di buono fatto quello di esordio, che porteranno Motta nel 2019 a partecipare al prestigioso festival di Sanremo

Negli ultimi anni l’indie sta dimostrando di essere un genere in grande ascesa, soprattutto tra i ragazzi facenti parte della generazione Z e Motta, nonostante la maturità anagrafica, riesce a rimanere sul pezzo. E questa è la dote più grande

Andrea Pastore

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