Netflix: censure in 9 paesi

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Di Redazione Metropolitan

Nuove domande riguardanti i termini di visualizzazione dei contenuti

Il colosso americano Netflix ha rivelato per la prima volta di aver dovuto rimuovere 9 dei suoi contenuti sulla propria piattaforma in risposta a una richiesta scritta da parte di vari governi. 

La compagnia ha dichiarato l’intenzione di volersi attenere alle leggi locali, come successe nel 2018 per gli show sulla cannabis, censurati a Singapore per una questione di illegalità nei confronti delle droghe.  

E’ anche risaputo infatti che Netflix non opera in paesi come la Cina per motivi analoghi. 

Netflix parla di “trasparenza” e questo fa riflettere sulle varie questioni riguardanti le censure imposte dai governi, i quali si fanno giudici di quello che è degno apprendere. Prima di adesso infatti non ci si era mai posti il reale dubbio su come si ricevono i contenuti; Netflix dal 2015 ha non solo completamente rivoluzionato il modo in cui si vede la televisione ed il cinema, ma soprattutto come la distribuzione di quest’ultimi viene gestita

Disjointed - Robert Voets
Disjointed – Photo Credit: Robert Voets/Netflix

Da video noleggio online, è stato inevitabile per Netflix trasformarsi in una compagnia di produzione a tutti gli effetti, non solo per la sua espansione territoriale, ma anche per le limitazioni di crescita che le sole iscrizioni comportano. Questo passo in avanti ha fatto per anni ormai storcere il naso sia ai differenti network nazionali a cui non piace non avere il controllo sulle distribuzioni delle proprie produzioni, sia alle case indipendenti che vedono i propri compensi nettamente diminuirsi.

Netflix si è unita inoltre di recente al Motion Picture Association of America, un gruppo commerciale che opera per i tradizionali studi cinematografici, abbandonando così definitivamente l’Associazione Web che rappresenta compagnie quali Google e Facebook.

Difronte a questa crescita, I network hanno avuto modo di reinventarsi, puntando soprattutto su progetti di maggior qualità rispetto a Netflix – unica arma rimasta a loro disposizione. Il festival di Cannes installa da un pò di anni ormai padiglioni adibiti all’esposizione di prodotti e innovazioni inerenti al progresso tecnologico, finalizzato a far riflettere sul futuro della distribuzione cinematografica e televisiva. 

In questo caso però si è aperto un nuovo capitolo: in un momento in cui si erano calmate le acque, Netflix ha rilanciando con la carta dell’onestà, buttando i network locali sotto la lente d’ingrandimento di uno spettatore che oggi si domanda perché mai si dovrebbe fidare di un network locale quando Netflix dispone di una vasta e soprattutto onesta selezione di contenuti esenti da limitazioni. 

Censure Netflix: conclusioni

Ovviamente qui non si parla di repressione di diritti soprattutto se ci si sta riferendo a paesi in cui i divieti di visualizzazione sono diventati una forma di espressione culturale, come i matrimoni combinati in India. E’ una percezione negativa che hanno soprattutto i paesi Europei e stati Americani, i quali comunque esercitano una forte influenza sull’opinione globale. 

In Italia problemi di censura non ce ne sono – per lo meno non così ovvi – ma ci è comunque inevitabile pensare al potere che Netflix detiene soprattutto quando si pensa a serie televisive prodotte da canali quali Mediaset finite nelle mani di una piattaforma online americana per essere minimamente prese in considerazione: il prodotto di qualità rimane ma è la percezione che cambia, e la percezione è tutto.

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