No del governo alla carne sintetica, ecco cos’è

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Di Alessia Spensierato

No al cibo sintetico, alla carne coltivata, e nemmeno a latte e mangimi artificiali per gli animali. È la decisione del Governo italiano che, con l’approvazione del divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, invia un segnale forte rispetto a quanto sta accadendo in altri Paesi del mondo, come negli Stati Uniti o a Singapore dove invece il cibo sintetico è stato autorizzato

Secondo Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, si tratta di “un atto di responsabilità. Una legge prima al mondo che vieterà la possibilità di commercializzare e produrre in laboratorio gli alimenti di cui ci nutriamo”. Eppure, in base alle analisi di mercato di McKinsey, lo sviluppo di questi prodotti andrà avanti a vele spiegate tanto che, entro il 2030, la carne sintetica costerà quanto quella animale. Arrivando a produrre un giro di affari che si stima di 450 miliardi di dollari nel 2040, ossia il 20% del mercato globale della carne. Non per niente in questo settore stanno investendo personaggi del calibro di Bill Gates e Richard Branson, fondatori rispettivamente della Microsoft e della Virgin. Ma anche celebrità come Leonardo DiCaprio. Oltre a colossi alimentari quali JBS, Tyson Foods, Kellogg’s e Cargill. Una delle ragioni più forti dei sostenitori della carne sintetica è quella della sostenibilità ambientale, rispetto invece all’effetto altamente inquinante prodotto dalla carne da allevamenti intensivi.

Un certo interesse verso la “carne sintetica” era stato sollevato nei mesi scorsi da Coldiretti, associazione di rappresentanza nel settore agricolo in Italia molto influente soprattutto in ambito politico. Lo scorso anno, Coldiretti aveva avviato una petizione che chiedeva esplicitamente di vietare il “cibo sintetico”, con una definizione piuttosto vaga e non priva di ambiguità. La petizione era stata firmata dai dirigenti di molti partiti e aveva ricevuto l’appoggio del ministro Lollobrigida, diventando molto discussa sui giornali e online.

Per far conoscere la propria petizione, alcune sezioni di Coldiretti avevano preparato volantini nei quali si metteva a confronto il cibo “naturale” con quello “sintetico”. Il primo era illustrato con immagini bucoliche e idilliache, mentre il secondo con strumenti impiegati in laboratorio, uno scienziato in tuta da decontaminazione e scritte come «fa male all’ambiente» e «prodotto in un bioreattore». Il volantino diceva inoltre che il “cibo sintetico” «spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura», senza fornire però ulteriori spiegazioni.

Cos’è la carne sintetica

In questi casi la parola “sintetico” viene spesso contrapposta a “naturale”, anche se in realtà è molto difficile dire che cosa non sia naturale, considerato che per ciò che viene prodotto in laboratorio si parte in fin dei conti da quello che già esiste in natura. In generale il termine “sintetico” viene impiegato per indicare il risultato di una sintesi al di fuori degli organismi viventi: un tessuto sintetico, come quelli degli abiti sportivi, per esempio, differisce dal cotone o dalla lana che derivano rispettivamente da una pianta e dal vello di varie specie di animali.

Nel caso della carne, a oggi nessuna delle alternative di cui parla il ministro Lollobrigida può essere considerata sintetica. Le ricerche nel settore proseguono da anni e con lo scopo di trovare metodi più sostenibili per produrla, che specialmente nel caso degli allevamenti di bovini comporta un grande consumo di energia e molte emissioni di gas serra. Questi allevamenti sono poco efficienti, di conseguenza si studiano possibilità alternative e a minore impatto ambientale, che ridurrebbero anche i problemi etici che si porta dietro l’attuale sistema di produzione di carne a livello industriale.