Templum Lunae in Aventino, il culto festeggiato il 31 marzo in onore della Dea Luna. Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente la dedica alla figura di Diana Luna, il cui tempio fu costruito per volere di Servio Tullio.
Templum Lunae in Aventino, la Dea Luna in mitologia latina: origini e culti
Il Templum Lunae, ovvero il tempio dedicato alla Dea Luna, fu costruito secondo Tacito per volere di Servio Tullio. Tuttavia la prima menzione di un Templum Lunae si attesta nel 182 a.C. in seguito a un misterioso prodigio; pare che un colpo di vento impetuoso scardinò le porte del tempio dedicato alla Dea Luna; una delle porte ormai scardinate andò a sbattere con il retro del tempio di Cerere.
Questa narrazione aiuta a collocare più esattamente la posizione del tempio: ovvero, sull’estremità settentrionale dell’Aventino, sopra la porta Trigemina. Il Templum Lunae si distrusse a seguito del grande incendio di Roma appiccato da Nerone nel 64 d.C. senza esser mai più riedificato. Il culto della Dea Luna appartiene alla mitologia greca dove Artemide-Diana rappresentava la fase della luna crescente. La luna nella mitologia greca, infatti, era personificata da più Divinità a seconda della fase lunare.
Ma la venerazione per la sua figura all’interno della mitologia latina possiede origini anche italiche; il culto si celebrava dagli Etruschi con la figura di Catha, dai Sabini con il nome Luna, mentre Cintya era la dea rappresentatrice per gli spartani. Infine, la più nota personificazione della Dea Luna è Selene appartenente alla Grecia. Pare che proprio il re sabino Tito Tazio avrebbe importato a Roma il culto di Luna.
Iconografia, mondo degli inferi e associazione alla Dea Diana
Nell’antico calendario romano, Marzo era il primo mese dell’anno; la venerazione rivolta ai culti del Templum Lunae si associava alla credenza che la Dea fosse regolatrice di tutte le stagioni . Nell’iconografia classica, le rappresentazioni che la contraddistinguono la raffigurano con una falce lunare sul capo; i corni sono rivolti verso l’alto e, accidentalmente, trainata da un carro di buoi poiché suoi simboli. La simbologia associata alle Dea derivava dal fatto che le corna di quest’ultimi rimandavano al corno lunare nei suoi quarti; era importante, infatti, fare molta attenzione alle fasi lunari poiché servivano all’interno dei riti dedicati alla Dea.
La fase lunare crescente era preposta al mondo esterno; in questo periodo era di ottimo auspicio intraprendere varie attività esterne, mentre la fase decrescente riguardava la salute, la semina della terra e la magia. Le celebrazioni del Templum Lunae e le attività dedicate alla Dea Luna sottolineavano anche la sua appartenenza alle divinità ctonie; legate, quindi, al mondo degli inferi. Luna era connessa alla magia e al mondo notturno in qualità di Nume tutelare dei defunti, della morte e dell’atto magico riguardante la divinazione e i presagi.
Il culto della Dea Luna, in seguito, si sostituisce con la figura di Diana, ulteriore Dea italica custode della caccia e sorella del Dio Apollo. Dalla precedente associazione che la voleva detentrice del potere di donare vita e morte, Diana conserva due simboli: da un lato la luna piena associata, a sua volta, a una cornucopia traboccante di frutti; dall’altro la luna nera o nuova, abbinata a un’immagine di una cornucopia vuota.
Templum Lunae: la Dea Luna, le celebrazioni e gli inni orfici
Le celebrazioni rivolte al culto della divinità venerata all’interno del Templum Lunae in Aventino, erano per lo più delle venerazioni pubbliche; si organizzava una processione diurna e una notturna la cui particolarità consisteva in una fiaccolata nel bosco dove si appendevano le altalene lunari. A tal proposito, si dice che le sacerdotesse preposte al culto della dea si cullassero fino a giungere in uno stato di trance talmente profondo in cui predivano il futuro. Nei cerimoniali diurni, invece si sacrificava alla Dea un bue ornato di nastri e rami di cipresso, albero a lei dedicato. Successivamente, si organizzavano dei simposi all’interno delle ville romane a base di cacciagione. Una delle più famose laudi dedicata alla figura lunare appartiene agli Inni Orfici; l’orfismo era uno dei movimenti religiosi esoterici più diffusi dell’antica Grecia nato intorno alla figura di Orfeo, considerato il suo fondatore:
Ascolta, dea regina, portatrice di luce, Luna divina,
Mene dalle corna di toro, che corri di notte, ti aggiri nell’aria,
notturna, portatrice di fiaccole, fanciulla, Mene dai begli astri,
crescente e calante, femmina e maschio,
splendente, ami i cavalli, madre del tempo, portatrice di frutti,
luminosa, triste, che rischiari, ti accendi di notte,
che tutto vedi, ami la veglia, ti circondi di begli astri,
godi della tranquillità e della notte felice,
Lampetie, dispensatrice di grazia, porti a compimento,
ornamento della notte,
guida degli astri, dall’ampio manto,
dal moto circolare, fanciulla sapientissima,
vieni, beata, benevola, dai begli astri, del tuo splendore
rifulgente, salvando i tuoi nuovi supplici, fanciulla.
Stella Grillo
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