È uno sciopero globale femminista quello che è stato indetto dall’associazione Non una di meno in occasione della festa delle donne, per riportare l’attenzione sulla disparità di genere nel lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Bloccare le città, i luoghi di lavoro e le case, questi gli obiettivi dello sciopero proclamato per far sentire il peso di una giornata senza le donne, creando disagio in tutti questi ambiti.

Di fronte agli innumerevoli abusi e violenze nei confronti delle donne, di fronte ai ricatti, alle differenze in ordine ai ruoli e ai salari, alle difficoltà recentemente emerse in merito agli aborti e agli obiettori di coscienza, lo sciopero si propone come risposta a tutte queste forme di discriminazione di genere.

Secondo i dati del Global Gender Gap Report 2018, l’Italia si colloca al 70°  posto (su 149 Paesi presi in considerazione) nella classifica per la parità di genere con un punteggio di 0.706 su una scala che va da 0 a 1.

Nella Capitale, lo scioperò toccherà punti e luoghi cruciali, simboli della lotta alla disparità di genere.

Il primo sit-in sarà alle ore 9.00 di fronte al Ministero della Salute, poiché la qualità della salute, in base a quanto scritto nel loro manifesto, dipende dalle condizioni di lavoro delle operatrici socio-sanitarie; tutte le aderenti chiedono l’internazionalizzazione del personale, più assunzione nei consultori, educazione sessuale nelle scuole.

Il secondo sit-in sarà alle 10.30 di fronte al Ministero del Lavoro, per chiedere un salario minimo europeo, rimarcando le disparità tra uomini e donne, congedi retribuiti e soprattutto obbligatori durante la maternità.

Verso le ore 17 il corteo partirà da Piazza Vittorio per giungere a Piazza Madonna di Loreto; l’obiettivo è pretendere il ritiro immediato del Ddl Pillon su separazione e affido, decreto che è stato criticato da molti poiché strumentalizza i figli e attacca donne e madri, con la possibile conseguenza che i figli vengano affidati anche a padri violenti;

Per ultimo, ma non per importanza, lo sciopero è indetto anche per manifestare contro la legge Salvini in nome di una maggiore libertà, maggior rispetto verso le migranti che arrivano in Italia. Le promotrici rifiutano l’ascesa delle nuove destre reazionarie che tanto si schierano a favore della famiglia, intesa nel senso più tradizionale se non addirittura patriarcale.

Ultima polemica, infatti, è quella legata al manifesto della Lega di Crotone in occasione della festa delle donne, esplicitamente sessista, poiché tende a denigrare la donna e il suo ruolo relegandolo al solo mantenimento e alla cura della famiglia. Manifesto dal quale lo stesso Ministro degli interni, Matteo Salvini, sembra essersi dissociato.

Lo sciopero globale femminista avrà luogo non solo a Roma e in tutte le maggiori città italiane, ma in più di 100 Paesi del mondo. Sono a rischio uffici pubblici e scuole, sanità e mezzi pubblici.

La pagina Facebook dell’evento così conclude:

Scioperiamo per inventare un tempo nuovo. Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!”