Nunchi, parole dal mondo: l’arte di capire i sentimenti altrui

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Di Stella Grillo

Nunchi, termine proveniente dalla lingua coreana riferito, sostanzialmente,all’intelligenza emotiva. Nel nuovo appuntamento della rubrica Parole dal Mondo, un vocabolo spirituale utilizzato per comprendere i sentimenti degli altri.

Nunchi, il sinonimo coreano dell’empatia

Nunchi - Photo Credits: themindsjournal.com
Nunchi – Photo Credits: themindsjournal.com

Il termine Nunchi è di origine coreana e indica la capacità di ascolto e valutazione degli stati d’animo altrui. Nella cultura occidentale, questa parola importantissima nel retaggio coreano, potrebbe indicare un sinonimo di empatia o di intelligenza emotiva. Nunchi, in Corea, non è solo un sostantivo: è una filosofia di vita, un modo spirituale di affrontare il successo, nonché la chiave magica per la crescita personale di ognuno. Principalmente, il Nunchi si riflette in una caratteristica emotiva esistente in soggetti propensi all’ascolto, alla sensibilità e all’analisi del comportamento dell’altro.

Un altro filone, tuttavia, sostiene un’opzione più semplice e per nulla esclusiva; si tratta, infatti, di un’ipotesi per cui, tale termine, sia considerato come una tecnica di crescita personale accessibile a chiunque. Sostanzialmente, è l’arte di essere in sintonia con emozioni, desideri e pensieri di qualcun altro, oltre che saperli processare minuziosamente. Nel 1990, i professori Peter Salovey e John D. Mayer, parlarono di Intelligenza Emotiva per la prima volta. Successivamente, lo psicologo Daniel Goleman scrisse, nel 1995, Emotional Intelligence: il testo fu tradotto in Italia nel 1997 diventando fondamentale sia in ambito psicologico che nel contesto organizzativo e aziendale.

Come usare il concetto e metterlo in pratica

L’utilizzo del termine predispone solo una condizione: aprirsi e predisporsi al prossimo. Ma quel è l’iter da seguire? Principalmente, accantonando pregiudizi e concetti cristallizzati da culture e retaggi di ognuno. L’etimologia del termine pregiudizio deriva dal latino: prae iudicium, un’idea o giudizio, appunto, che avviene prima della conoscenza. D’altronde, è naturale averli: derivano dall’educazione, dal contesto socio-culturale, da strascichi educativi della formazione di ognuno e, anche, dalla religione. Tuttavia, non hanno per forza di cose un’accezione negativa o dispregiativa, in quanto, possono fungere da previdenza e protezione ma, sconfinando oltre, possono apporre enormi limiti alla persona in sé non permettendo di schiudersi al nuovo e, quindi, precludendo conoscenza e cambiamenti. L’importanza del Nunchi, quindi, deriva da questo: ascoltare e capire gli altri implica l’abbandono di preconcetti fossilizzati nel proprio Io interiore. Attuando tale filosofia si sarà liberi verso l’altro e verso la crescita di sé stessi.

Stella Grillo

Foto in Copertina: Nunchi – Photo Credits: stylenotes.it