Nuovo Dpcm Draghi: è stato firmato ieri dal Presidente del Consiglio. Sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Nel frattempo la variante inglese si diffonde sempre di più in Italia e colpisce soprattutto i giovani.
Nuovo Dpcm Draghi
“Il Dpcm è stato firmato dal presidente del Consiglio pochi minuti fa ed è in vigore dal 6 di marzo al 6 di aprile”.
Ha dichiarato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Ha continuato poi:
“Il principio guida del nuovo Dpcm, adottato dopo confronto ampio con Parlamento e Regioni, è la tutela della salute come questione fondamentale e faro, linea guida essenziale. Per ricostruire il Paese, per lo sviluppo del Paese, bisogna vincere la pandemia. La curva dà segnali piuttosto robusti di ripresa e risalita e facciamo i conti con alcune varianti temibili del virus come la variante inglese, ma anche variante sudafricana e sudamericana”.
Divisione in zone nel nuovo Dpcm Draghi
“Il Dpcm prova a mantenere un impianto di conservazione delle misure essenziali che sono vigenti. Viene confermato il modello di divisioni del nostro Paese di aree che corrispondono a colori. Noi riteniamo che differenziare i territori sia la strada giusta perché ci permette di dare la risposta più idonea ad ogni segmento del Paese. Sono colori che ormai gli italiani hanno imparato a conoscere: le zone rosse, che sono quelle a più alta diffusione del virus, e poi arancioni, gialle e da ultimo la zona bianca con il minor tasso di rischio”.
Il ministro ha rivelato che:
“Proprio in questo ore sono in corso interventi da parte di molti presidenti di Regione volti a costruire un modello che riesce a delimitare con ancora maggiore dettaglio su specifici ambiti sub-regionali. Riteniamo sia una linea che va nella direzione giusta perché produce un effetto ancora più significativo”.
La variante inglese
Durante la conferenza stampa ha anche parlato della nuova variante inglese, che sembra diffondersi sempre di più nel Paese e colpire soprattutto i giovani:
“La variante inglese ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani. Questo ci ha portato a determinare che in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno in Dad, così come nei territori dove il tasso di incidenza del virus è pari o superiore a 250 ogni 100mila abitanti”.
Il tavolo tecnico
Il ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha dichiarato:
“Abbiamo assunto un’altra proposta delle Regioni, quella di un tavolo per valutare i 21 parametri. Sarà un tavolo tecnico, ma sarà un momento in cui bilanciare i criteri e valutare se sarà necessario un cambiamento”.
“I tempi sono fondamentali per non arrecare nuovi disagi ulteriori ai cittadini: la bozza è pronta da venerdì e siamo in grado stasera di completare il dpcm Covid. C’è un cambio nel metodo, perché il dpcm è improntato alla massima condivisione possibile. La risoluzione del Parlamento è la stella polare, poi la condivisione si è estesa alle Regioni, province, comuni. Abbiamo cercato di acquisire il punto di vista degli amministratori: abbiamo accolto alcune proposte come la partenza delle misure restrittive dal lunedì”.
“Nel decreto sostegno abbiamo previsto risorse per 200 milioni di euro per supporto alle famiglie sul tema dei congedi parentali”.
Il nuovo Dpcm Draghi e la scuola
“Non parlerei di chiusura delle scuole: l’intendimento è tenerle aperte, tutti le vogliamo aprire. C’è la volontà di giocare la partita dalla parte della scuola, ma è chiaro che c’è un problema legato alle varianti che non si acuisce nei bambini ma crea una problematica nel contagio. Laddove strettamente necessario per le varianti si impone la sospensione dell’attività in presenza”.
Sulla stessa scia anche il ministro Speranza, che ha detto:
“La scuola è una funzione essenziale del Paese, faremo di tutto per garantirne il funzionamento. La scuola a distanza è un’estrema ratio”.
Le varianti
“La variante inglese ha una prevalenza stimata intorno al 54%, al 18 febbraio, il che vuol dire che oggi il valore è sicuramente più altro. E’ la variante dominante come avevamo previsto”.
A dirlo è stato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
“La circolazione della variante inglese è maggioritaria e lo sarà sempre più: ha più elevata trasmissibilità, il modo migliore di contrastare la trasmissibilità è ridurre le occasioni di trasmissione”.
Il presidente del Css Franco Locatelli, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha dichiarato:
“Abbiamo anche noi evidenze chiare sul fatto che la variante inglese è più trasmissibile nelle fasce di età comprese tra i 10 e i 19 anni, ma anche tra i 6 e 10 anni nelle quali vi è un aumento del numero di casi infetti come Sars-Covid 2. Questo maggiore potere infettante o contagiante non si associa a patologia più grave”.
Sempre Brusaferro, ieri, ha detto che:
“I bambini, per dare un messaggio molto chiaro, restano fortunatamente risparmiati dalle forme più gravi. Il secondo dato importante è che nel nostro territorio c’è, in particolare in alcune regioni del centro Italia, una stima di prevalenza della variante brasiliana del 4,3%, non in tutto il Paese ma in Umbria, Toscana, Lazio, Marche. E’ un dato particolarmente preoccupante ma queste varianti sono nuove e devono essere stimate sia rispetto ad aumentata trasmissibilità che alla potenzialità di non garantire la stessa copertura immunitaria: aumentata la trasmissibilità e la potenziale capacità di ridurre la protezione. Sono estremamente importanti da monitorare ed è importante che si adottino le misure più restrittive possibili. Le regioni che hanno avuto questi focolai stanno adottando tempestivamente le zone rosse. La variante sudafricana è allo 0,4%, in particolare in alcune zone del Sudtirolo”.
“Per la variante brasiliana la sfida è il contenimento: bisogna intervenire chirurgicamente ed evitare che si diffonda in altri contesti. Questa doppia strategia si dovrà accompagnare a un monitoraggio stretto anche delle incidenze e un forte supporto alle vaccinazioni”.
Importante anche la variante nigeriana isolata a Brescia.
“Il virus muta continuamente. Man mano che si diffondono acquisiamo anche nuovi dati sulla trasmissibilità’”.
Per Brusaferro le tre mosse importanti sono: il monitoraggio continuo dell’epidemia; la capacità sempre più potente di sequenziamento e la vaccinazione.
I vaccini
“Per quanto riguarda i soggetti che sono stati già infettati in passato da Sars-Covid 2 domani verrà diffusa una circolare del dipartimento generale della prevenzione del ministero della Salute, per la quale c’è stato un parere sia dell’Aifa sia del Css, in cui peri soggetti già infettati ci sarà una sola dose di vaccino in quanto l’infezione svolge di fatto un ruolo di priming. Questo con la sola eccezione dei soggetti immunodepressi”.
Lo ha detto il presidente del Css Franco Locatelli in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
“E’ stato approvato dal Parlamento nell’ultima risoluzione sulle mie ultime comunicazioni un orientamento per il vaccino bene pubblico globale, non come privilegio di pochi. Da parte delle aziende l’atteggiamento è finora di comprensione per la sfida che non affronta solo un Paese, ma l’Europa e l’intera comunità mondiale”.