Papa Benedetto XVI, la dittatura del relativismo: critica a una problematica odierna

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Di Stella Grillo

La teologia di Papa Benedetto XVI, la critica al relativismo, e i suoi interventi sono valsi al Papa Emerito recentemente scomparso la fama di teologo più influente degli ultimi anni.  La critica che Papa Benedetto XVI pone al relativismo si concentra sia nella sfera che riguarda gli ambiti della società, e quindi della politica, sia in ambito cristiano in cui come Pontefice analizza e spiega le problematiche insite nel relativismo stesso.

Papa Benedetto XVI, critica al relativismo: la teologia di Joseph Ratzinger

Papa Benedetto XVI relativismo
Credits – superguidatv.it

Prima che ci si addentri nella critica al relativismo come problematica moderna che Papa Benedetto XVI pronuncia nel corso dell’omelia  Missa pro eligendo Romano Pontifice è utile, senza voler essere prolissi, inquadrare quegli elementi teologici che hanno contrassegnato il pensiero e la teologia intera di Joseph Ratzinger. La visione teologica di Papa Benedetto XVI pone la sua base su varie Costituzioni Apostoliche (Constitutio Apostolica) ma, soprattutto, si compone di tre encicliche fondamentali: Deus caritas est ( Dio è amore, 2005), Spe salvi (Salvati dalla Speranza, 2007), Caritas in veritate ( La carità nella verità,2009).

Il pensiero teologico di Papa Benedetto XVI nasce dalla concezione secondo cui Dio parla ai suoi fedeli attraverso la Chiesa, non solo tramite la Bibbia. A tal proposito nel 1995, l’allora Cardinale Joseph Ratzinger, scrive in  “In the Beginning…”: A Catholic Understanding of the Story of Creation and the Fall ”:

«La Bibbia non è un testo di scienze naturali. […] è impossibile trarre delle spiegazioni scientifiche dalla Bibbia, ma se ne può trarre unicamente un’esperienza religiosa. La Scrittura non ci riferirà dunque mai di quante specie di piante siano apparse gradualmente sulla terra o come nacquero il sole o la luna, ma il suo proposito è quello di ribadire che Dio ha creato il mondo».

 (Michigan: Wm. B. Erdmans Publishing Co. 1995)

Connessioni fra Vecchio e Nuovo Testamento entrambi intrisi dalla Parola di Dio

La teologia di Papa Benedetto XVI non accoglie la visione per la quale l’universo è una sorta di caos in cui forze e potenze opposte fra loro combattono per un’egemonia vincente, né tanto meno la teoria secondo cui uno ci siano potenze operanti il male in cui l’umanità è costretta a proteggersi. Ogni cosa che nel mondo esiste proviene da un’unica e sola potenza che è Dio, e qualsiasi elemento si rivela e vede la sua genesi grazie al potere della creazione: ogni cosa genera dalla Parola di Dio.

Per Joseph Ratzinger la Bibbia è invece un testo scritto per far comprendere la potenza di Dio. Non è una favola ma un documento storico che serve per trasmettere la storia di Dio, nel tempo, e del suo popolo. A tal proposito non bisogna immaginare il Vecchio Testamento e il Nuovo Testamento come slegati fra loro; ogni cosa è intrisa dalla Parola di Dio, per questo si parla di una visione interattiva delle parti. Neanche la creazione può essere incasellata in un solo luogo o in una sola parola che sia statica. Il cristiano deve quindi leggere la Bibbia tenendo in considerazione come Vecchio e Nuovo Testamento siano interagenti in un’immagine che simboleggia concretamente il Cristo e la sua opera salvifica.

Papa Benedetto XVI, la critica al relativismo nell’omelia  Missa pro eligendo Romano Pontifice

Lunedì 18 aprile 2005 Papa Benedetto XVI sviscera le prime critiche al relativismo nell’omelia Missa pro eligendo Romano Pontifice:

«Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.»

Con questa dichiarazione, Papa Benedetto XVI condanna e critica quella forma di relativismo intesa come intrusiva, a tratti frivola e presuntuosa , che non ha l’umiltà di riconoscere una dottrina, un credo, un pensiero come concreto: niente è definitivo, dice Papa Benedetto XVI riferendosi alla dittatura del relativismo, ma tutto sembra crogiolarsi nello spazio e nel tempo, atteggiamento imperante nei tempi odierni.  Se chi possiede una fede definita è etichettato come fondamentalista ne consegue che il relativismo attuale, secondo la visione del Pontefice, diventa un problema importante e centrale per la fede. Il 6 giugno 2005, Joseph Ratzinger tiene un discorso presso la basilica di San Giovanni in Laterano dove sottolinea, nuovamente, il problema del relativismo nella società moderna:

«Oggi un ostacolo particolarmente insidioso all’opera educativa è costituito dalla massiccia presenza, nella nostra società e cultura, di quel relativismo che, non riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io con le sue voglie, e sotto l’apparenza della libertà diventa per ciascuno una prigione, perché separa l’uno dall’altro, riducendo ciascuno a ritrovarsi chiuso dentro il proprio “io”.»

Dove esiste una visione relativista estremizzata ci si allontana dalla verità oggettiva poiché l’unica via perseguibile diventa l’appagamento dei propri desideri per nutrire il proprio Ego. Ne consegue un finale composto da vuoto morale, eredità di quel relativismo che si trasforma in totalitarismo quando, la tolleranza tanto decantata, diviene regime se ci si discosta dal pensiero comune. Sabato 20 agosto 2005, durante la Giornata Mondiale della Gioventù Papa Benedetto XVI dichiara:

“E abbiamo visto che, con ciò, sempre un punto di vista umano e parziale veniva preso come misura assoluta d’orientamento. L’assolutizzazione di ciò che non è assoluto ma relativo si chiama totalitarismo. Non libera l’uomo, ma gli toglie la sua dignità e lo schiavizza. […]Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà”.

Parafrasando Joseph Ratzinger la vera rivoluzione, capace di trasformare il mondo, è quella che viene da Dio poiché in Cristo coincidono verità e carità.

Stella Grillo

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