«Suono in una boy band, suono in una boy band» cantavano i Velvet, qualche anno fa. Da quando quei famosi quattro ragazzi di Liverpool, di età compresa tra i diciannove e i ventidue anni, s’imposero nel mercato discografico nel 1962, grazie al singolo Love Me Do/P.S. I Love You, ai più recenti idoli del k-pop, le boyband sono da oltre sei decenni un elemento importantissimo del panorama musicale internazionale. Un fenomeno pop interessante e complesso, che merita di essere analizzato e studiato.
A farsi carico di questa responsabilità è il documentario Larger Than Life: L’ascesa Delle Boy Band, appena annunciato da Paramount+. Il progetto, che prende il nome dall’omonima hit dei Backstreet Boys, indimenticate icone anni Novanta/Duemila, spiega la storia dei gruppi al maschile, raccontandoli uno per uno e mostrando cosa voglia dire essere membro (ma anche fan) di una band. Dai Beatles si passa ai Jackson 5 e New Edition, passando per i Take That, fino alla golden era (i già citagli BSB, i Boyzone, i Five, gli *NSYNC), per poi arrivare a Blue, One Direction e i più recenti BTS, Seventeen etc.
Larger Than Life: L’ascesa Delle Boy Band racconta la storia vera del fenomeno pop
Non aspettatevi, però, un prodotto preconfezionato e patinato; Larger Than Life non nasconde niente e parla apertamente dell’euforia dei primi successi alle difficoltà nel gestire la notorietà. Si passa dagli stadi pieni ai momenti di sconforto, alti e bassi di uno status di celebrity che attrae e respinge allo stesso tempo. Voci narranti sono gli stessi artisti, protagonisti in prima persona della loro ascesa e declino, insieme a i manager, burattinai e orchestranti dietro le quinte del palcoscenico. Tra i presenti, AJ McLean, Chris Kirkpatrick, Donnie Wahlberg, Donny Osmond, Jeff Timmons, HANSON, Lance Bass, Michael Bivins, Nick Lachey, SEVENTEEN (HOSHI & VERNON) e Tiffany.
Prodotto da MTV Entertainment Studios in collaborazione con Gunpowder & Sky, sarà disponibile in anteprima il 13 novembre in Italia oltre che in Regno Unito, Australia, Francia, Germania, Svizzera e Austria e dopo Stati Uniti, Canada, America Latina, Brasile. Il documentario è prodotto dal manager musicale Johnny Wright (New Kids on the Block, The Backstreet Boys, *NSYNC, The Jonas Brothers) e da Van Toffler per Gunpowder & Sky, insieme ai produttori esecutivi Barry Barclay, Floris Bauer e Joanna Zwickel per Gunpowder & Sky, e Bruce Gillmer, Vanessa WhiteWolf e Michael Maniaci per MTV Entertainment Studios. La regia è di Tamra Davis (Jean-Michel Basquiat: The Radiant Child).
Un’opera che si preannuncia illuminante e che punterà i riflettori sulle molte luci e sulle altrettante ombre di un universo scintillante e pieno di stelle. Come la scomparsa di Liam Payne e altri recenti eventi ci hanno dimostrato, però, nel firmamento musicale non è tutto oro, quello che luccica.
Federica Checchia
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