Lo studente egiziano dell’università di Bologna è in carcere da quasi 20 mesi. Oggi si tiene la seconda udienza del processo a suo carico.
Oggi si tiene la seconda udienza del processo a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna in carcere dal 7 febbraio 2020, quasi 20 mesi. Come la prima udienza, svolta il 14 settembre, anche quella di oggi si tiene a Mansura, città natale di Patrick, davanti alla Corte della Sicurezza dello Stato per reati minori (o d’emergenza).
Come riporta Ansa.it, a metà mattinata saranno esaminati decine di casi nell’ambito di una sessione che durerà ore. Nel corso della prima udienza, durata pochi minuti, è stato annunciato l’aggiornamento a oggi, 28 settembre. L’udienza si terrà nell’ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia e il tipo di corte porta a pensare che l’accusa a carico dello studente è quella di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese“, sulla base di tre articoli giornalistici. Questo reato è punibile con un massimo di cinque anni di carcere. La corte può inoltre emettere una sentenza inappellabile in qualsiasi udienza.
Per cosa è accusato e cosa rischia Patrick Zaki
Il legale di Patrick Zaki ha già confermato che restano le accuse di “minare la sicurezza nazionale” e di “istigare alla protesta“, “al rovesciamento del regime“, “all’uso della violenza e al crimine terroristico“. Le ipotesi di reato si basano su dieci posti su Facebook di dubbia attribuzione e si presume che saranno affrontati in diversa sede.
Questi crimini potrebbero costare a Patrick 25 anni di carcere, secondo Amnesty International. Fonti giudiziarie egiziane hanno parlato anche di ergastolo. Come già successo nelle udienze per il rinnovo della custodia cautelare, nel Tribunale sarà presente un diplomatico italiano. È infatti in corso un monitoraggio processuale Ue che coinvolge anche paesi extraeuropei, tra cui il Canada.
Seguici su Facebook | Instagram