Phoenix Rising è il documentario che illustra la tragica storia di violenze sessuali notture, carni incise e manipolazioni di Evan Rachel Wood durante la sua relazione con Marilyn Manson, il rocker nel film HBO.
Piu a meno un anno fa, Evan Rachel Wood, l’attrice statunitense che ha vinto un Critics’ Choice Award e un Satellite Award nel 2017, racconta la storia drammatica avvenuta con Marilyn Manson, il rocker nel film HBO. L’attrice ha detto che “Marilyn Manson ha iniziato ad approfittarsi di me quand’ero adolescente e ha abusato di me in modo orribile per anni”. E’ stata una rivelazione scioccante, che è arrivata dopo anni in cui sono circolate voci da varie interviste in cui l’attrice affermava di essere vittima di violenza e abusi da parte di un uomo con cui aveva avuto una relazione, ma il nome non lo aveva mai rivelato.
Il documentario Phoenix Rising è diviso in due parti diretto da Amy Berg, che ha fatto in passato West of Memphis e Prophet’s Prey, narrando l’incontro di Wood con il musicista il cui vero nome è Brian Warner. L’attrice ha deciso di raccontare la sua storia, parlando delle accuse contro di lui e come questa esperienza l’ha portata a fondare Phoenix Act, l’organizzazione no profit che aiuta le vittime di abusi domestici. Da questo momento, dozzine di donne hanno deciso di agire e smuovere le acque, prendendo coraggio e accusando lo stesso cantante di ulteriori abusi portando quattro di loro a denunciarlo.
14 cose che impariamo dal documentario Phoenix Rising
Di seguito trovate l’elenco di 14 fatti che si imparano dall’incredibile documentario Phoenix Rising
1. Manson decide di minacciare Wood per non farla parlare dell’accaduto
All’inizio del documentario Wood sottolinea come ha ricevuto dei messaggi anonimi e minacciosi che avevano il fine di impedirle di parlare. Addirittura, l’attrice afferma che Warner era andato direttamente da lei per dirle di non parlare: “Una volta ha detto che avrebbe distrutto la mia famiglia, a partire da mio padre. Io ho un figlio, è stato spaventoso. Fare il suo nome senza alcun supporto era un rischio troppo grande”.
2. Warner ha scoperto Wood grazie al film Thirteen
Wood nel 2003 ha recitato nel film Thirteen in cui ha interpretato una teenager che scopre droghe, sesso e crimine. L’attrice aveva solo 14 anni, e qualche anno dopo l’uscita del film ed era maggiorenne, andò a una festa allo Chateau Marmont di Los Angeles, in cui Warner la prese per la prima volta per parlare. Wood dice “Ha iniziato a parlare del film, diceva che era un fan e che apprezzava il mio lavoro. Ha detto che stava lavorando a un progetto, Phantasmagoria, un film su Lewis Carroll e il suo subconscio”. Nell’inchiesta di Rolling Stones US diverse donne hanno accusato Warner che all’inizio della relazione lui faceva “love bombing”.
3. Warner usava il film mai uscito Phantasmagoria come scusa per passare il tempo con l’attrice
Il documentario afferma che Warner avrebbe usato il progetto mai realizzato di Phantasmagoria come una scusa per passare del tempo con l’attrice, vi è stata anche un ulteriore conferma da alcune donne che ha usato la stessa tecnica. Wood sostiene che il cantante le abbia chiesto di co-firmare la sceneggiatura, ed un notte a casa sua ha tentato di trasformare questa partnership in una relazione. Nel documentario l’attrice dice “Ero una ragazzina in una stanza con un 37enne che beveva assenzio. Dovevo andarmene, ma lui mi ha messo il braccio sulle spalle e ha detto che gli sarei mancata. Non sono riuscita neanche a dire: ‘Mi mancherai anche tu’ che mi aveva già baciato. Mi ha infilato la lingua in bocca. Onestamente, ero sotto shock. Avevo un fidanzato, lo sapeva pure lui. Lui era sposato. Io avevo 18 anni. Non sapevo come reagire. Ero spaventata ed eccitata allo stesso tempo”
4. Il marchiarsi e la sacrificazione come manipolazione
L’attrice racconta che il cantante l’aveva convinta a farsi un tatuaggio sulla sua pelle con la lettera M, e si vede nella seconda parte del documentario. Wood dice nella prima parte “La scarificazione, marchiarsi erano parte della storia. Lui si è inciso una E, era un modo per dimostrare fedeltà e possesso. Io l’ho incisa vicina alla vagina per dimostrargli che gli appartenevo. Era gennaio 2007. Ora vorrei toglierla”. Si parla anche di “vampirismo” nella scena in cui l’amica Ilma Gore parla di un patto di sangue con Warner. “Sì, bere sangue era decisamente nelle sue corde” dice Wood.
5. Warner voleva isolare Wood dalla sua famiglia con la tecnica della falsa empatia
Nel documentario Wood dice “Fingeva empatia, diceva cose tipo: ‘Non riesco a credere che le persone attorno a te cerchino di manipolarti e usarti, devo salvarti’. Quella falsa empatia era una forma di manipolazione, mirava a isolarmi da amici e famiglia”
6. Warner durante le riprese di Heart-Shaped Glasses l’ha “sostanzialmente stuprata”
Wood aveva 19 anni quando ha fatto parte delle riprese del video di Heart-Shaped Glasses una canzone ispirata alla pedofilia. Il cantante dice che l’aveva scelta appositamente perchè gli ricordava la locandina di Lolita. Wood racconta che “Avremmo dovuto simulare una scena di sesso, ma quando le telecamere sono partite ha iniziato a penetrarmi per davvero. Non avevo mai accettato di farlo. Sono una professionista, faccio questo lavoro da una vita e non sono mai stata su un set così poco professionale. Era il caos più totale. Nessuno si prendeva cura di me. È stata un’esperienza traumatica”.
Wood si sentiva condizionata a stare immobile durante questa esperienza traumatica. L’attrice continua dicendo:”Ero disgustata, come se avessi fatto io qualcosa di cui vergognarmi. Anche la troupe era chiaramente a disagio, nessuno sapeva che fare. Ero stata ingannata e spinta a fare sesso con l’inganno. È quello il primo crimine commesso contro di me, sono stata stuprata in video”. Interviene la madre di Wood nel documentario, spiegando come la figlia tremava quando glielo ha raccontato, nel contempo l’avvocato di Warner, Howard King, nega questo rapporto sessuale.
7. Wood prende coraggio e rivela l’accaduto senza citare un nome e scopre ci sono altre vittime
Wood prese coraggio nel 2016 raccontando di aver subito degli abusi senza precisare il nome di Warner. Cosi fu invitata a parlare al Congresso in occasione dei lavori sul Sexual Assault Survivors’ Bill of Rights nel 2018. Wood sottolinea come “Dopo la testimonianza, sono stata contattata da molte donne che erano state abusate dallo stesso uomo, avevano sentito la mia storia e sapevano esattamente di chi stavo parlando, visto che aveva fatto le stesse cose a loro. C’erano anche cose online, quando le ho lette ho subito capito che non erano bugie, perché raccontavano la mia stessa storia, parola per parola. È stato come scoprire di aver frequentato un serial killer”.
8. Warner vedeva Hitler come la prima rockstar della storia
“Diceva sempre che Hitler era la prima rockstar. Pensava che avesse stile, che fosse eloquente e sapesse come manipolare le masse. Ne era ossessionato. Aveva ogni tipo d’armamentario e feticcio nazista. Io pensavo fosse ironico, ero convinta che fosse una trovata, che voleva usare le immagini naziste e ribaltarle su di lui. Aveva il rossetto ed era una rockstar, pensavo fosse una sorta di satira su Hitler e il nazismo” racconta Wood, che ulteriormente precisa di avere una madre ebrea.
L’attrice parla di come Warner si prendeva gioco di lei partendo dalle sue origini ebraiche, spiegando come si è tatuato tantissime svastiche e che acquistava oggetti nazisti durante la loro relazione. Racconta come “vicino al lato del letto dove dormivo, aveva scritto “Kill all the Jews” sul muro. Ora non mi sembra più tanto divertente. Dov’è il confine tra assumere un ruolo ed essere un vero nazista?”.
9. La prima violenza era per la prima volta in tour e la crew non è intervenuta
Alla fine della prima parte del documentario Wood racconta di come il cantante ha iniziato ad abusare di lei fisicamente durante il tour: “Aveva dei problemi alla gola, così un medico gli ha prescritto il Vicodin liquido, lui si è bevuto quasi un’intera bottiglia. Eravamo sul bus, dopo lo show, e non sapeva dove fosse. Mi faceva paura, era violento e tirava cose. Così ho pensato: ora entrerà la sicurezza e gestirà la situazione. E invece non è arrivato nessuno”.
Continua dicendo che sono andata in hotel e che “Il bus era parcheggiato, Manson mi ha presa per il braccio e mi ha trascinata davanti a tutti. Mi ha tirata per il braccio fino a dentro l’hotel, nessuno ha mosso un dito. Siamo arrivati in camera e ha iniziato a urlare e sfasciare tutto. Io guardavo i membri della crew come per dire: non lasciatemi da sola, aiutatemi. Quando ha iniziato a chiudere la porta lentamente, ho pensato: no, no, no, non potete lasciarmi qui. C’era un tizio, pensavo fosse mio amico. Eravamo in tour insieme da mesi. Ha scosso la testa e chiuso la porta. È lì che ho capito che non ero al sicuro”.
10. Warner rubava le sue informazioni personali usando il wifi, lo afferma l’ex assistente del cantante
Dan Cleary ex assistente di Warner ha detto nel documentario che “Se ti connettevi al suo wi-fi, aveva le tue info e poteva clonarti il telefono o il computer”. L’attrice aggiunge “L’ho visto entrare nei computer degli altri e prendere informazioni per ricattarli. È entrato nel mio computer e nei miei account social, controllava ogni mia mossa”.
11. Warner prendeva informazioni con il fine di ricattare e costringere gli altri a dire cose false
L’anno scorso, tante donne hanno spiegato che il cantante cercava informazioni su di loro al fine di ricattarle. Wood sottolinea questa accusa nella seconda parte del documentario dicendo “Le tre cose principali che usava per non far parlare gli altri erano foto di nudo, droghe e i video in cui ti faceva dire la parola con la n. Tutto iniziava con: ‘Oh, è ironico, è satira sui nazisti’. E io sentivo di doverlo fare per dimostrare la mia fedeltà”.
12. Warner violentava Wood nel sonno
Le droghe facevano parte della relazione, infatti nel documentario racconta che le metteva della metanfetamina tra i farmaci che doveva prendere. Racconta su come Warner le dava delle pillole per dormire e secondo Wood è cosi che ha iniziato a violentarla: “Se mi svegliavo avevo la prontezza di pensare: ok, fai finta di dormire, non ti muovere. Restavo immobile finché non aveva finito. E poi, lo giuro su dio, mi spostava la gamba e usciva dalla stanza”.
13. Wood è rimasta incinta
Il momento in cui Wood girava la miniserie Mildred Pierce, l’attrice ha scoperto di essere incinta. Racconta come “Sin dal principio della relazione, aveva problemi coi contraccettivi. Li ho provati tutti, ma non ce n’era mai uno che gli andasse bene. In buona sostanza, non voleva che li usassi. Si rifiutava anche di mettere il preservativo, pretendeva sesso a comando e se mi fossi rifiutata avrei avuto grossi problemi. E non hai modo di pensare a un contraccettivo quando qualcuno ti penetra mentre dormi, ma comunque cercavo di evitare una gravidanza. Usavo spermicidi e cose del genere, ma non hanno funzionato. Lui ha subito voluto che abortissi. Ero spaventata e triste. Ovviamente credo che una donna abbia il diritto di decidere, ma questo non significa che non sia stato devastante. Subito dopo [l’aborto], mi ha chiesto di cucinare la cena. Ricordo di aver pensato: ma io devo riposare… a lui non importava”. Questa situazione e questo tremendo periodo ha portato l’attrice a pensare al suicidio.
14. Wood ha pianto solo dopo la deposizione all’FBI, prima non riusciva
“È stato intenso, ma catartico. Su ogni fatto ti chiedono: ‘E poi che è successo, ti sei rivolta a un medico o l’hai detto a qualcuno?’. La risposta è quasi sempre no e questa cosa mi sorprende. Non mi sono mai posta la domanda o chiesto il motivo. Però si capiva che la domanda non implicava un’accusa. Serviva per corroborare la mia storia”
Valeria Muratori