Mettiamo le mani avanti, questa volta i “Piccoli Brividi” saranno davvero pochi e davvero piccini. Il film di oggi, infatti, non si distingue di certo per la sua carica adrenalinica o per la suspense, né per la presenza di creature capaci d’incutere timore in chicchessia. Si tratta, però, di un grande classico, un cult movie anni Novanta che ha un posto speciale nel cuore di ogni Gen X e Millenial che si rispetti.
Chiunque sia nato a cavallo tra il 1980 e il 2000 lo ha visto, lo ha rivisto e lo ha amato incondizionatamente. Inoltre, questa piccola gemma cinematografica è stata iper presente nei palinsesti televisivi e nelle programmazioni a tema Halloween per almeno quindici anni. In Italia, un buon modo per accorgersi dell’avvicinarsi del 31 ottobre era incappare in uno spot di questo lungometraggio su Italia 1; un po’ come accadeva, a inizio dicembre, con Mamma, ho perso l’aereo. Tenero, a tratti commovente e molto divertente, Casper continua ad essere il fantasma preferito di tutti i bambini che furono.
Casper, un fantasma da “piccoli brividi”, ma piccoli per davvero
Diretto da Brad Silberling e basato sull’omonimo personaggio di cartoni animati e fumetti, Casper è uno dei primi film ad avere un protagonista interamente realizzato in CGI. La trama si snoda intorno alla perfida e ricca nullafacente Carrigan Crittenden (Cathy Moriarty), che riceve in eredità dal defunto padre solo il castello di Whipstaff Manor, situato nel Maine. Insieme all’avvocato Dibs, la donna trova, tra le carte del testamento, una scritta che accenna ad un tesoro celato all’interno della proprietà. Giunti sul posto, però, scoprono che la tenuta è infestata da quattro fantasmi: l’innocuo e amichevole Casper e i suoi zii Ciccia, Puzza e Molla che, al contrario del nipote, si divertono a terrorizzare gli umani.
Carrigan, desiderosa di mettere le mani su quella fortuna, decide di far disinfestare il maniero. Dopo i tentativi andati a vuoto di un esorcista, di un acchiappafantasmi e di una squadra di demolizione, Carrigan contatta James Harvey (Bill Pullman), uno psicoterapeuta che aiuta gli spiriti a risolvere le loro faccende in sospeso sulla Terra. Il dottore si trasferisce quindi nel palazzo, insieme alla figlia dodicenne Kat (Christina Ricci). La ragazza disapprova l’impiego del padre, che le ha sempre impedito di stringere rapporti duraturi. Casper, dopo le resistenze iniziali da parte degli Harvey, guadagna la loro fiducia, diventandone amico. Nel frattempo, James tenta degli incontri con Ciccia, Puzza e Molla, che rivelano allo psicologo di conoscere lo spettro della moglie Amelia, morta anni prima. Attenzione però, l’inganno è dietro l’angolo.
Il successo al botteghino, nonostante le critiche
Pur avendo ricevuto numerose critiche dai detrattori, che lo hanno definito «un film per famiglie tortuoso e insensato che ricorre spesso a effetti speciali e trasparente sdolcinatezza», Casper debuttò al numero uno durante il weekend del Memorial Day, incassando 16,8 milioni di dollari già nei primi tre giorni, diventando un successo commerciale. Nel nostro Paese si classificò sesto tra i cento lungometraggi di maggior incasso della stagione 1995-1996.
Fatta eccezione per Moriarty, additata da Variety come “una Crudelia de Mon dei poveri”, le performance degli interpreti sono state convincenti, in particolare quella di Christina Ricci, che si è aggiudicata per il ruolo un Saturn Award come attrice emergente. Anche le musiche, curate dal premio Oscar James Horner (Titanic, Braveheart) sono state universalmente apprezzate.
Piccoli Brividi: il potere di Casper, fantasmino dal cuore gentile
La colonna sonora, gli effetti speciali e la bravura del cast ha sicuramente influito positivamente, ma il punto di forza di Casper, in fondo, è lo stesso Casper. Dolce, affettuoso, buffo, riesce a far dimenticare con la sua testona tonda e gli occhioni spalancati sul mondo che, a pensarci bene, il fantasmino altri non sia che un ragazzino venuto prematuramente a mancare. Quando però ci si ricorda questo dettaglio, l’istinto di protezione e la tenerezza nei suoi confronti non possono che decuplicare. Il friendly ghost è un essere umano strappato alla vita prima del tempo per aver giocato troppo a lungo con una slitta regalatagli dal padre. Ammalatosi di polmonite, era morto ma, pur non avendo conti in sospeso, si era rifiutato di andarsene nell’aldilà per non lasciare solo il papà, già vedovo.
Casper crede nella famiglia, e ricorda il suo valore anche alla disincantata Kat; crede nell’amicizia, quella che va oltre le differenze tra concreto e sovrannaturale. Litiga con gli zii, ma in fondo è affezionato anche a loro; impossibile non sciogliersi di fronte a lui e a quel celeberrimo «Posso tenerti con me?» sussurrato alla sua alleata umana, durante un ballo. Ancora più impossibile non voler bene a lui e ai ricordi che il suo viso riaccende in più di una generazione. Basta quel suo «Boo?» dubbioso, che fa inspiegabilmente scappare tutti, per tornare in un baleno alla propria infanzia, piazzati davanti alla TV a ridere insieme alle fantasmagoriche avventure di Casper.
Federica Checchia
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