110 anni di storia. Il Crotone ha raggiunto diversi traguardi nella sua esistenza (in primis la storica promozione in Serie A nella stagione 2015/16). Una massima serie che potrebbe ritrovare al termine del campionato corrente. Attualmente i rossoblù occupano infatti il secondo posto a quota 49 punti (due lunghezze in più sul Frosinone). Bisognerà giocarsela fino alla fine, ma i calabresi hanno tutte le carte in regola per raggiungere il traguardo. Soprattutto forti della loro storia, nel corso della quale sono stati accompagnati da due soprannomi particolari: gli Squali e i Pitagorici. Quest’ultimo nomignolo parte da molto lontano.
Squali e Pitagorici: la storia
Da che cosa derivano i soprannomi attribuiti al Crotone? La denominazione “Squali” rimanda allo stemma del club calabrese. Nella stagione 1997/98 il simbolo del Crotone (che allora militava nel campionato di Serie C2) era uno squalo stilizzato di colore blu. Due anni dopo venne adottato un nuovo stemma, composto da uno scudo spagnolo palato rosso e blu. Nella parte centrale, tale stemma recava un tripode d’argento (simbolo della città) attorniato da due squali. Nella parte superiore il logo recava una banda blu con la denominazione della società scritta in giallo.
Lo stemma attuale fu introdotto nella stagione 2011/12. Si tratta di un ancile palato rossoblù, con al centro il tripode e gli squali caratterizzanti il simbolo precedente. Il colore della denominazione della società passò da giallo a bianco.

Il secondo soprannome, i Pitagorici, ha invece una storia ben più antica. Anzi, addirittura secolare. Nel 530 a.C. circa il filosofo greco Pitagora fondò una scuola a Crotone. Il modello cui egli fece riferimento furono le comunità orfiche e le sette religiose d’Egitto e di Babilonia (luoghi conosciuti nel corso dei suoi viaggi). In seguito la scuola della città calabrese ereditò da Pitagora la sua dimensione misterica, ma anche l’interesse per altre discipline, quali la matematica, la musica, la filosofia, l’astronomia. Il club rossoblù adottò anche questo soprannome, simbolo di un’affascinante tradizione storica.
Altre curiosità: l’inno e lo stadio
L’inno ufficiale della squadra è la canzone “Ma il cielo è sempre più blu”. Il brano fu inciso nel 1975 dal noto cantante crotonese Rino Gaetano, scomparso nel 1981. Proprio la provenienza del grande artista portò il Crotone ad adottare un suo grande successo come inno della squadra.
Lo stadio è intitolato ad Ezio Scida, ex mediano rossoblù deceduto in seguito ad un incidente il 19 gennaio 1946. Durante un viaggio verso Castrovillari per un’amichevole, il pullman che trasportava la squadra si ribaltò a causa delle cattive condizioni della strada. Lo sfortunato giocatore rimase schiacchiato da uno dei bidoni di nafta caricati sul mezzo: purtroppo per lui non ci fu nulla da fare.
Una storia antica e affascinante, quella del Crotone. Una squadra che vuole continuare a scrivere pagine importanti per emozionare ancora i propri tifosi.
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