“Prima della pioggia”, il controverso Leone d’oro a Milčo Mančevski

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Faremo un viaggio a Venezia alla scoperta di un film che ha vinto il Leone d’oro non senza controversie . Parleremo di guerra e di Balcani. Abbiamo dedicato questa puntata a “Prima della pioggia” di Milčo Mančevski del 1994.

“Il tempo non muore, il cerchio non è rotondo”

Questo è un aforisma che ritorna per ben tre volte durante il film. È una delle chiavi di lettura di una pellicola che ha una struttura atemporale divisa in tre episodi integrati tra loro in diversi punti di vista. Un moda questa seguita da diversi registi negli anni 90′ come Quentin Tarantino in “Pulp Fiction”. Un’idea sorprendente per un film d’esordio che è una scelta potente per raccontare la violenza e l’idiozia di una guerra fratricida come quella dei Balcani.

Prima della pioggia, la guerra e la speranza

Il trailer di Prima della pioggia, fonte Film&Clips

“Prima della pioggia” è un film complesso che ha nel suo insieme diverse chiavi di lettura. Si può dire che tematiche come la guerra e la violenza hanno un impatto forte sul pubblico soprattutto se si parla di un conflitto attuale nel 1994 come quello dei Balcani. Si deve però anche ammettere che Mančevski attraverso i protagonisti dei tre episodi del suo film fornisce anche un messaggio di speranza in un mondo distrutto dalla violenza. Essi sono una via di fuga dal quel cerchio ripetitivo che l’umanità vuole tracciare. Quel cerchio che invece non è mai rotondo.

La controversa vittoria a Venezia

Quando “Prima della pioggia” vinse il Leone d’oro a Venezia nel 1994 la critica si divise. Da un lato il film venne apprezzato come una pellicola non all’antica ma da di sapiente e potente confezione internazionale e al tempo stesso identitario. Dall’altro i detrattori definirono questo lungometraggio come irrisolto e a tratti tropo estetizzante. Si parlò anche di una poca solidità narrativa e di una scarsa compattezza stilistica di un film che aveva suscitato entusiasmi eccessivi a Venezia.

Stefano Delle Cave