101 anni fa nasceva Primo Levi. È uno degli scrittori simbolo della Shoah, tra i primi a raccontare quanto vissuto nel terribile lager di Auschwitz. È entrato definitivamente nella cultura di massa grazie a testimonianze toccanti come “Se questo è un uomo” che è diventato un cult della letteratura mondiale. È scomparso nel 1987 a seguito di una misteriosa caduta

Primo Levi, il racconto della Shoah


Primo Levi era essenzialmente un chimico prima diventare partigiano in montagna nel 1943. Arrestato, venne prima portato nel campo di raccolta di Fossoli e poi deportato come ebreo ad Auschwitz. Resterà nel famigerato lager per due anni non dimenticando mai la terribile esperienza vissuta. Anzi racconterà la sua storia subito dopo la guerra iniziando a scrivere la sua opera più famosa “Se questo è un uomo” dove racconta la sua vita nel campo fino alla liberazione. A questo si aggiunge il libro “La tregua” dove Levi narra il suo duro viaggio di ritorno nella sua Torino. Sono opere queste scritte in uno stile molto asciutto e sintetico in modo da comprendere il più vasto pubblico possibile a cui era necessario arrivasse la sua testimonianza.

Intervista a Primo Levi

Il lavoro da chimico e I sommersi e i salvati


Primo Levi continuò a Torino il suo lavoro da chimico fino agli anni 70’ alternandosi con il lavoro da scrittore. Oltre a quella già citate tra le sue opere più significative ricordiamo “La chiave a stella”e “I sommersi e i salvati”. In questa ultimo saggio Levi torna sul tema dell’Olocausto analizzando non solo la sua testimonianza ma anche quella di altri sopravvissuti confrontandole con i loro oppressori e allargando il suo discorso ai terribili gulag russi. È morto nel 1987 a seguito di una misteriosa caduta nella tromba delle scale per cui fui ipotizzato un suicidio. La sua testimonianza è rimasta viva nella cultura di massa anche dopo la sua morte come dimostra il bellissimo film di Francesco RosiLa tregua”.