Anno 2020. Pianeta Terra. C’era un vecchio articolo che scriveva dell’esistenza di un gioco da tavolo (Gdt) fin dal 6000 avanti Cristo. Siamo andati avanti, siamo cresciuti, passando per i tarocchi e infine i giochi che non usciranno mai. Oggi, parlo per gli autori i cui prototipi probabilmente non vedranno mai luce. Il perché, lo scopriamo insieme.
Esistono molte piattaforme online che tramite il crowdfunding riescono a pubblicare il gioco da tavolo di piccoli autori non aiutati e supportati, ma difficilmente essi riescono a trovare la notorietà, come ad esempio Exploding Kittens o l’italico Bruti.
Ma servono veramente queste piattaforme?
E’ l’esempio dei libri, in cui ogni scrittore può realizzare la propria opera, stamparne anche migliaia di copie, ma senza un’adeguata pubblicità quelle copie che fine fanno?
Genitori, figli e parenti vari (ecco la risposta).
Idem per la musica, dove è la band stessa che porta la sua “sfortunata” famiglia all’ennesimo concerto nella propria città.
La pubblicità è quella “cosa” mancante ai singoli autori di ogni genere d’arte che senza denari possono soltanto sognare di avere.
Esistono poi delle realtà nazionali dove gli autori possono portare i prototipi ad essere valutati dalle “forti” case editrici che valutano un’eventuale collaborazione, e quindi un possibile contratto. In esso ci sono descritti i diritti e i doveri di ogni firmatario.
Ma cosa pensa di tutto l’ideatore di AIG (Autori-In-Gioco)?
Marco Piola Caselli: Creatore dell’ AIG Autori-In-Gioco:
Mpc: AiG nazionale richiama ogni anno a Roma diversi autori con prototipi di vario tipo. Ricordo che alla prima edizione nazionale di AiG vennero degli autori al loro primo gioco per il quale avevano in mente di realizzare una campagna kS (kickstarter) che poi ebbe grande successo. Solitamente ad AiG però si partecipa per migliorare il proprio bagaglio culturale come autori e solo poi, per cercare un contatto con un editore potenzialmente interessato alla pubblicazione.
Anche però ad AiG come ad altri incontri tipo in giro per l’Italia, “uno su cento ce la fa” questo per diversi motivi tra i quali quello che spesso si cura più la grafica di un prototipo del suo schema di gioco che la maggior parte delle volte non presenta quella quantità di innovazione che il mercato attuale richiede. Parlando invece del KS ritengo che sia un ottimo strumento se utilizzato non dall’autore ma dall’editore.
Quando un editore appone il proprio marchio su un progetto ne certifica la validità verso i potenziali acquirenti/aderenti al progetto. Diversamente, quando un autore decide di provvedere in proprio ad una campagna KS potrebbe farlo spinto dalla voglia di veder pubblicato un suo progetto che non ha trovato riscontro verso le case editrici a cui lo ha proposto, senza domandarsi per quale motivo nessuna di esse ha valutato di contrattualizzarlo.
(Grazie a Marco Piola Caselli dalla redazione di InfoNerd di Metropolitan Magazine)
Possiamo trarre conclusioni? Non ancora.
Le case editrici di cui non faccio il nome, spesso partono con il piede sbagliato, mi spiego meglio. Da autore di prototipi ho avuto modo di leggere ripensamenti, negazioni di evidenze e altri “sciocchi” comportamenti da alcune case editrici con cui in passato ho avuto a che fare. E’ pur vero che esse sono tempestate di mail e telefonate da parte di autori che vogliono realizzare il loro desiderio, è sempre vero anche che l’autore valuta il suo gioco/prototipo migliore di molti già usciti ma è vero (allo stesso tempo), che in giro si vedono gioco di una bruttezza e incompetenza senza eguali.
Esiste quindi una legge suprema su chi debba realizzare prototipi e chi no?
No, non esiste una regola. Ben sì, esiste un mercato e come tutti sappiamo è solo esso che decide chi cerca cosa e chi venda cosa. Lo vediamo bene con i temi dei giochi.
Se prendessimo un gioco con ambientazione Marte e lo rifacessimo a tema corse dei cani, oppure cambiassimo il tema di un gioco con il personaggio di Chtulhu e ci mettessimo Marco Polo. Pensate abbiano i stessi numeri di vendita? No. Non li avrebbero.
Autori di giochi, grafici disoccupati (poiché la case editrici non sperimentano)… UNITEVI!
Facciamo sentire la nostra voce!!!!
Continuiamo a creare, inventare.. sperimentare e a fare qualcosa che manca, poiché di quel che c’è.. ne abbiamo troppo. (Ma alla fine è veramente troppo?)
Materiale Extra:
Qui troverete info su AIG.
Qui informazioni sugli ArtoWork di Silver Clem (su Instagram!)
Alla prossima.
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