Purgatorio Canto II, l’apparizione dell’angelo nocchiero, Casella e Catone

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Di Redazione Metropolitan

Il Canto II del Purgatorio, è strutturalmente diviso in due parti. Nella prima assistiamo all’arrivo dell’angelo nocchiero con la barca dei penitenti e all’incontro col musico Casella; nella seconda parte, che conclude il canto, ritroviamo invece Catone, il cui rimprovero riporta le anime all’ordine. L’episodio è aperto dall’ampia e complessa descrizione astronomica dell’alba, che rappresenta un piccolo proemio dopo quello del Canto I.

Avviene qui il primo incontro con un ministro celeste, e la sua apparizione è descritta per gradi. Quasi tutti i commentatori hanno sottolineato l’enorme differenza tra questo traghettatore angelico e il nocchiero infernale Caronte, che trasportava le anime dannate al di là dell‘Acheronte. L’angelo non usa strumenti umani, non ha remi né vele, si limita a spingere da poppa la barca che non affonda nell’acqua, e dentro la quale più di cento anime intonano il Salmo che rievoca la fuga degli Ebrei dall’Egitto, interpretato come allegoria della liberazione dal peccato.

Purgatorio Canto II Dante e Virgilio apparizione dell'angelo nocchiero-immagine divinacommedia.weebly.com
Purgatorio Canto II Dante e Virgilio apparizione dell’angelo nocchiero-immagine divinacommedia.weebly.com

Canto II Dante e Virgilio sulla  spiaggia vedono arrivare l’angelo nocchiero

Dante e Virgilio si trovano ancora sulla spiaggia dell’Antipurgatorio. Qui vedono il sole, il cui meridiano sovrasta Gerusalemme, che è sorto all’orizzonte, mentre la notte spunta alle foci del Gange nel segno della Bilancia. E’ l’equinozio di primavera, e il cielo si tinge prima di bianco e poi di giallo dorato. Mentre stanno ancora pensando al cammino che devono intraprendere, al Poeta sembra di vedere sul mare una luce simile a quella di Marte, che si muove rapidissima verso la riva.

Dante distoglie un attimo lo sguardo per parlare a Virgilio, e quando torna a guardare la luce la vede più splendente e più grande. In seguito ai lati di essa compare qualcosa di bianco e un altro biancore al di sotto. Il maestro resta in silenzio, fino a quando capisce che il primo biancore sono delle ali; grida allora a Dante di inginocchiarsi e di unire le mani in preghiera, perché si avvicina un angelo del Paradiso.

Virgilio spiega a Dante che l’angelo non usa remi né vele o altri strumenti umani, ma tiene le ali aperte e dritte verso il cielo, fendendo l’aria con penne eterne che non cadono mai. L’angelo appare sempre più luminoso man mano che si avvicina, tanto che il Poeta è costretto ad abbassare gli occhi fino a quando la navicella, tanto leggera da non immergersi nell’acqua, raggiunge la riva.

Le anime dei penitenti e l’incontro con Casella

L’angelo celeste sta a poppa, e nella barca ci sono più di cento anime, che intonano a una voce il Salmo In exitu Israel de Aegytpo. Dopo averle benedette con il segno di croce, l’angelo riparte lasciando sulla spiaggia le anime, le quali chiedono consiglio a Dante e Virgilio sul cammino da intraprendere. Allorché si accorgono che Dante è vivo, grande è la loro meraviglia, finché una di esse, che aveva tentato “invano” di abbracciare il Poeta, viene da questo riconosciuta: è l’anima di Casella, un musico fiorentino, cantore e amico di Dante. Quest’ultimo lo prega di fermarsi un poco per parlare.

Casella dice a Dante che gli vuole bene da morto come da vivo, e gli chiede perché si trova in quel luogo. Il poeta spiega che fa questo viaggio per salvarsi l’anima, e chiede a sua volta perché lui giunga solo ora in Purgatorio. Il penitente spiega che non gli è stato fatto alcun torto se l’angelo nocchiero gli ha negato più volte di condurlo lì, poiché la sua volontà è conforme a quella di Dio. A questo punto Dante prega Casella, di confortarlo col suo canto come faceva quand’era in vita, poiché il poeta è giunto lì con tutto il corpo ed è quindi particolarmente affaticato.

Purgatorio Canto II Dante e Virgilio ascoltano il canto di Casella-immagine artespecialday.com
Purgatorio Canto II Dante e Virgilio ascoltano il canto di Casella-immagine artespecialday.com

Canto di Casella e rimprovero di Catone

Casella inizia a intonare la canzone “Amor che ne la mente mi ragiona”, cantando con tale dolcezza che essa è ancora presente nell’animo di Dante. Non solo lui, ma anche Virgilio e tutte le anime stanno ad ascoltare il suo canto contenti e appagati, come se non avessero altri pensieri. Sono tutti attenti alle note, quando ricompare all’improvviso Catone che rimprovera aspramente le anime, accusandole di lentezza e negligenza, e spronandole a correre al monte per purificarsi dai peccati che impediscono loro di vedere Dio. Le anime fuggono disordinatamente verso il monte, come quando i colombi, che stanno beccando tranquillamente il loro pasto, sono spaventati da qualcosa e volano via d’improvviso. Anche i due poeti scappano allo stesso modo.

Cristina Di Maggio

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