Quasem Soleimani ucciso a Bagdad da un raid USA

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Di Redazione Metropolitan

Gli USA hanno condotto un raid contro Quasem Soleimani, generale iraniano molto vicino alla Guida Suprema del paese, l’ayatollah Ali Khamenei. Le dinamiche del raid e le reazioni iraniane.

Quasem Soleimani, generale iraniano, capo delle milizie al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione e figura di spicco del paese, è stato ucciso a Bagdad dalle forze americane. Secondo le indiscrezioni, il generale è morto a seguito di un raid condotto con un drone e ordinato dal presidente USA, Donald Trump.

Vittima dell’attacco anche Abu Mahdi al-Muhandis, il numero due delle Forze di mobilitazione Popolare (Hashd al-Shaabi), la coalizione di milizie paramilitari sciite pro-iraniane attive in Iraq.

La morte di Soleimani è destinata a far salire ancora di più la tensione tra Stati Uniti e Iran, e di riflesso in tutto il Medio Oriente. Il generale, infatti, era una figura chiave della politica iraniana; molto vicino alla Guida suprema del paese, l’ayatollah Ali Khamenei, Soleimani era una figura molto popolare nel paese, al punto che in molti lo consideravano come il potenziale futuro leader del paese iraniano.

Le dinamiche del raid

Secondo le ricostruzioni iniziali, Soleimani e Mohammed Ridha, il responsabile delle relazioni pubbliche delle forze pro-Iran in Iraq, erano da poco atterrati all’aeroporto internazionale di Baghdad. Il raid sarebbe stato iniziato una volta che in due sono entrati in una delle due auto che li attendeva all’uscita dell’aeroporto.

La reazione iraniana al raid

La notizia della morte del generale ha innescato un’immediata reazione da parte del governo di Teheran, che parla di “atto di terrorismo” e specificando che ci saranno ritorsioni.

Queste le parole di Ali Khamenei:

Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa.

La notizia è stata commentata anche dal ministro degli esteri iraniano, Javad Zafir:

L’atto di terrorismo internazionale degli Stati Uniti con l’assassinio del generale Soleimani, la forza più efficace nel combattere il Daesh, Al Nusrah e Al Qaida, è estremamente pericoloso e una folle escalation. […] Gli Stati Uniti si assumeranno la responsabilità di questo avventurismo disonesto.

Le dichiarazioni Usa

Dal fronte statunitense, fonti americane hanno confermato che l’ordine del raid è partito dal Pentagono:

Il generale Soleimani stava mettendo a punto attacchi contro diplomatici americani e personale in servizio in Iraq e nell’area. Il generale Soleimani e le sue forze Quds sono responsabili della morte di centinaia di americani e del ferimento di altri migliaia.

A giustificare l’attacco sarebbe stata anche la responsabilità del generale degli attacchi contro l’ambasciata americana a Baghdad.

Il Dipartimento della Difesa americano ha precisato che il raid punta ad essere un “deterrente per futuri piani di attacco dell’Iran. Gli Stati Uniti continueranno a prendere tutte le azioni necessarie per tutelare la nostra gente e i nostri interessi del mondo”.

Il raid è stato deciso senza consultare il Congresso

Con un comunicato, il deputato democratico Eliot Engel rende noto che i parlamentari non sono stati informati dell’imminente attacco, che:

ha avuto luogo senza acuna notifica o consultazione con il Congresso. Soleimani era la mente di una grande violenza […] e ha il sangue degli americani sulle sue mani. Tuttavia intraprendere un’azione di questa gravità senza coinvolgere il Congresso solleva seri problemi legali ed è un affronto ai poteri del Congresso nella sua veste di ramo paritetico del governo.

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