Raffaello Sanzio, il “Dio dell’Arte”, come lo considerava il Vasari. Artista eccezionale del ‘500, uno dei capisaldi di tutta la storia dell’arte, non solo nazionale. Aveva intorno a sé un’aura di leggenda che non ha perso anche dopo la sua morte. Il suo stile così raffinato non lasciava indifferenti ed ha contribuito a renderlo in vita, come post mortem, uno degli artisti italiani più apprezzati.
Breve vita ma intensa attività artistica
Raffaello Sanzio nasce ad Urbino nel 1483. Il padre era anche lui un artista, un pittore alla corte dei Montefeltro. Come si può ben immaginare, cresciuto in un ambiente del genere, Raffaello inizia fin da piccolo ad appassionarsi al mondo dell’arte. Visse principalmente tra Roma e Firenze, i due centri più importanti e prolifici del Rinascimento Italiano. La sua vita fu breve, visse solo 37 anni. Morì in circostanze poco chiare a Roma nel 1520. Nonostante questo, la sua carriera artistica fu ricca, anzi ricchissima.
I suoi principali maestri e fonte d’ispirazione furono Piero della Francesca nel periodo iniziale, Pietro Perugino in un secondo momento e poi Pinturicchio e Signorelli, la cui conoscenza lo avvia alle prime lavorazioni delle grandi pale d’altare. Vive per un periodo a Firenze, dove si dedica alla realizzazione di ritratti di Madonne. Qui è evidente l’influenza di Leonardo. Dal 1508 in poi, si trasferisce a Roma e qui, entrato nelle “grazie” di Papa Giulio II prima e di Leone X poi, si dedica agli affreschi delle stanze Vaticane.
Da qui in poi il successo dell’artista è tutto in salita. Nel 1516 viene nominato dal Papa “conservatore delle antichità romane”. Muore improvvisamente pochi anni dopo, nel 1520, lasciando la “Trasfigurazione” incompiuta. Venne sepolto nel Pantheon, come tutti i grandi artisti.
Raffaello esecutore e promotore dell’arte Rinascimentale
L’arte di Raffaello Sanzio esprime a pieno tutti gli ideali del suo tempo. Raffaello è l’interprete per eccellenza dei valori di chiarezza intellettuale e di bellezza classica, tipici del periodo rinascimentale. Il perno di questa ideologia è una visione del mondo che segna il trionfo delle concezioni di assoluto equilibrio tra natura, individuo e storia, in sintonia con una società aristocratica, raffinata e colta.
Tipico del periodo è il tentativo di conciliazione della natura classica con quella cristiana. Nell’arte si assiste ad una apertura ad un ricco repertorio di immagini e temi che animano e intellettualizzano la figurazione artistica. Secondo il nuovo principio antropocentrico, si sviluppa una nuova spazialità e la rappresentazione dell’uomo è rivoluzionata. Nonostante questo l’uomo avverte il proprio limite davanti ad un ideale di perfezione irraggiungibile.
Raffaello e la scoperta dell’antico
Quando arriva a Firenze, Raffaello matura il suo gusto estetico. Affascinato ed influenzato dal classicismo, sviluppa uno stile che sarà poi inequivocabile in tutti i suoi lavori. Inizia così ad affrontare temi della tradizione classica, dopo essersi dedicato esclusivamente a tematiche religiose. Caratteristico del periodo è l’equilibrio, la ricerca di armonia tra le cose e la raffigurazione di figure calme e misurate, rese secondo ideali di bellezza piena di grazia.
Madonne con Bambino
Una caratteristica ricorrente nell’arte di Raffaello è la raffigurazione della Madonna. Ritorna spesso, infatti, il tema della Madonna con Bambino. Chiara l’influenza di Leonardo, ma il giovane artista di Urbino riesce a personalizzare il tema. Grazie a queste realizzazioni il linguaggio di Raffaello Sanzio va verso forme più libere e uno stile più maturo. Ogni gesto è caricato di significati simbolici e le figure sono sviluppate con piccole varianti. Costante però è l’emotività più intensa, caratteristica che si vedrà anche nei ritratti.
Ritratti
Raffaello fu anche un abilissimo artista di ritratti. I committenti sono esponenti dell’alta borghesia o dell’aristocrazia minore. Caratteristica cardine dei ritratti dell’artista sono le forme nettamente stabilite e l’equilibrio tra pieno e vuoto. Componente fondamentale è l’espressione dei volti. Maggiore la propensione a rappresentare i lineamenti come veicolo dell’interiorità dei personaggi, del carattere e degli stati d’animo.
Di una bellezza delicata e forte sono i due ritratti di donna, che secondo il Vasari, rappresentano i due volti dell’amore dell’artista. “La Fornarina” e “Ritratto di donna Velata”. Una vestita, velata e l’altra seminuda in atteggiamento sensuale e insieme casto, sono probabilmente il ritratto della donna che visse con Raffaello e che spesso le fece da musa e forse sua amante.
A Roma
A Roma, Raffaello raggiunge l’apice della sua maturità artistica. Entrato nei favori di Papa Giulio II, gli viene affidato il compito di decorare le stanze Vaticane. Vasari racconta che Giulio II quando vide il primo intervento che Raffaello realizzò nella Sala della Segnatura, rimase talmente colpito che licenziò tutti gli altri artisti per affidare solo a lui il lavoro. La fama di Raffaello inizia così accrescere e le richieste da parte di cardinali e nobili vicini alla curia aumentano. Dopo l’elezione di Leone X, Raffaello continua a godere dei favori del pontificato. Tra 1514 e 1516, infatti, gli viene affidata l’esecuzione degli Arazzi della Sistina. Il tema raffigurato è quello della cristianità. I cartoni pervenuti sono dieci, dipinti a tempera e a gessetto nero su carta, considerati tra le opere maggiori di Raffaello, nonostante non abbia poi fatto in tempo a realizzarli tutti.
Ilaria Festa
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