Raimondo Vianello: la nascita di un signore della comicità

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Di Andrea Pastore

Raimondo Vianello avrebbe compiuto oggi un secolo. Il comico e pezzo di storia della televisione italiana, venuto ormai a mancare il 15 Aprile 2010, è rimasto nel cuore di tutti gli italiani. Storici i suoi battibecchi esilaranti con la compagna di vita Sandra Mondaini. Una mancanza, quella dei due, che difficilmente potrà mai essere colmata

Raimondo Vianello: storia di un’umorismo raffinato d’altri tempi

Una carriera, quella di Vianello, iniziata agli albori della televisione nei lontani anni 40. Comico, attore e sceneggiatore ha conosciuto la svolta della sua vita artistica conducendo numerosi varietà, prima in Rai e in seguito in Fininvest, dove diventò volto di punta.

Nato a Roma da famiglia di origine veneta, conobbe al liceo il grande Vittorio Gassman. L’esordio vero e proprio tuttavia giunse nell’immediato dopoguerra, partecipando a spettacoli comici assieme a Franco e Ciccio, Totò e Ugo Tognazzi. Il boom della sua carriera arrivò collaborando proprio a fianco di quest’ultimo con il programma Un due Tre. Ma è nel 1958 che avvenne l’evento che cambiò per sempre la sua vita. Incontrò l’allora soubrette Sandra Mondaini e la sposò nel 1962. Diventò la sua compagna d’arte e di vita per più di mezzo secolo.

Gli anni sessanta e settanta furono forse il periodo di maggiore splendore della carriera del raffinato comico, che collaborò in numerosissimi programmi insieme a personaggi del calibro di Virna Lisi, Corrado, Jhonny Dorelli e molti altri. Memorabili le gag con le gemelle Kessler, artiste tedesche diventate, anche grazie alle collaborazioni con Vianello stesso, famosissime.

Negli anni ottanta avvenne la scelta che nessuno si aspettò. Raimondo Vianello insieme a Sandra Mondaini lasciano la Rai e passano a Mediaset. Li continuarono a lavorare in pianta stabile fino a tarda età. Nella mente di tutti è impressa la serie Casa Vianello, che nel periodo a cavallo tra gli anni 80 e 90 ha tenuto compagnia a milioni di italiani.

Negli anni 90 e 2000 avvenne la “svolta sportiva”, diventando conduttore della trasmissione Pressing prima, e ospite fisso di Pressing Champions League poi. Dimostrò di essere un artista eclettico esperto anche di calcio. Nel 98 tornò in Rai per condurre il festival di Sanremo, in cui diede la sua impronta signorile e mai sopra le righe alla tradizionale kermesse canora italiana.

Riassumere tutto ciò che ha dato il mattatore della televisione italiana in poche righe è impossibile, ma una cosa è certa, Raimondo Vianello è l’esponente forse di maggiore rilievo di una tv raffinata che difficilmente rivedremo, ma di cui avremmo bisogno.

Andrea Pastore