“Gianna”, l’indimenticabile cult di Rino Gaetano

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Di Redazione Metropolitan

Rino Gaetano, creditphoto: luinonotizie.it
Rino Gaetano, creditphoto: luinonotizie.it

28 gennaio 1978, Festival di Sanremo. Sul palco dell’Ariston saliva un Rino Gaetano appena ventottenne, con già alcuni successi alle spalle. Rino infatti, aveva conquistato una buona fetta di pubblico grazie a successi come Ingresso libero, Mio fratello è figlio unico e Aida. Ma è il Festival che rappresenterà la vera svolta nella carriera di uno dei più straordinari, prolifici ed emozionanti cantanti della storia della musica italiana.

Gianna viene presentata quel 28 gennaio alla commissione del Festival e al pubblico italiano. Grazie a questo brano, Rino Gaetano assapora la fama. Da quel momento, la storia della ragazza che “non perdeva neanche un minuto per fare l’amore”, è diventata una delle radici della musica nostrana. Il brano arrivò primo nella classifica dei Cantautori e conquistò il terzo posto in quella generale.

Rino Gaetano e la sua Gianna

Rino era solito usare nomi di donna nei titoli delle sue canzoni, basti pensare a Rosita, Berta o Aida. Si divertiva infatti a raccontare l’Italia dal punto di vista femminile, sottolineando il brutto e il bello di essere donne, evidenziando un universo che lo affascinava a tal punto da volerlo comprendere e vivere. Gianna è sicuramente il testo più emblematico di questa sua, chiamiamola, passione. E quando fu presentato a Sanremo, il pubblico e la giuria ne furono entusiasti, tanto da consegnare a Rino Gaetano il primo posto nella classifica Cantautori.

Eppure, pensare che Rino, quel 28 gennaio, non ci voleva neanche salire sul palco dell’Ariston, diceva di non sentirsi a suo agio. Eppure quel cappello, il frac con la camicia a righe, e quel suo sorriso tipico, hanno confermato che il genio della musica non ha bisogno di sovrastrutture. Basta una canzone che parli di qualcosa di vero e reale, una voce che entri nello stomaco, che faccia sognare, e una buona dose di umiltà. Ecco la ricetta vincente.

Rino Gaetano, chi era Gianna?

Le interpretazioni date al testo sono varie e molteplici: c’è chi è convinto che la protagonista sia una donna transessuale che frequenta uomini altolocati, chi invece pensi si tratti di una semplice prostituta. Altri sono convinti che Gianna racconti invece dell’omicidio di Wilma Montesi alla vigilia di Pasqua del 1953, in cui fu coinvolto il figlio di un esponente della DC.

Ma, tra le ipotesi più accreditate, c’è quella che vede Gianna semplicemente come un essere umano, con le proprie idee e le proprie illusioni, che rappresenta, nel profondo tutti noi, incapace di rinunciare spesso ai piaceri della vita. Rappresenta probabilmente un’intera classe sociale, corrotta e falsa, che si nasconde dietro alle immagini patinate che la rappresentano.

https://www.youtube.com/watch?v=xq15uX6abXs

Insomma, Gianna sono io, sei tu, siamo un po’ tutti noi. Gianna rappresenta forse quei desideri che non abbiamo il coraggio di dire, quelle che voglie che teniamo nascoste, quelle tentazioni di accettare aiuti, non pensando a rendere il mondo migliore, ma cercando di soddisfare noi stessi. Un lato oscuro dell’essere umano che, attraverso la voce di Rino Gaetano, colpisce dritto al cuore.

Chiara Moccia

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