Rosemary’s Baby, tra paranoia e realtà

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Di Redazione Metropolitan

Rosemary's baby-photo credits: web
Rosemary’s baby-photo credits: web

Rosemary’s Baby è un romanzo del 1967 scritto da Ira Levin. La trama si apre con il trasloco a New York della giovane coppia Rosemary e Guy Woodhouse. I due comprano un appartamento nello storico stabile Bramford, nel cuore di Manhattan. Ma la storia passata del palazzo è tutt’altro che rassicurante.

Ad accogliere i novelli sposi nella loro nuovo nido sono i coniugi Minnie e Roman Castevet, che abitano nell’appartamento accanto alla giovane coppia. I due anziani si dimostrano fin da subito estremamente premurosi nei confronti di Rosemary e Guy, che li fanno entrare nella loro cerchia di amici. Ma l’invadenza dei Castevet ha un obiettivo ben preciso. In realtà i due amorevoli anziani fanno parte di un congrega di stregoni, che vogliono far nascere sulla Terra il figlio di Satana.

Rosemary's baby-photo credits: Pinterest
Rosemary’s baby-photo credits: Pinterest

Rosemary sarà predestinata ad essere la madre dell’anticristo, per via di Guy e il patto che ha stipulato con la congrega in cambio del successo. In tutta la narrazione sono molteplici i sinistri eventi che fanno sprofondare Rosemary in un paranoia costante. Nella storia viviamo i mesi della travagliata gravidanza della giovane ragazza, in cui la realtà si confonde con un incubo perenne.

Rosemary’s baby e l’horror psicologico

Il climax ascendente nella narrazione fa percepire l’enorme senso di smarrimento nel quale sprofonda Rosemary. La grande metropoli è scenario della storia, luogo pieno di possibilità ma anche di sradicamento e solitudine. Altro tema cruciale del romanzo è il ruolo della donna dell’epoca. Rosemary è completamente vittima degli eventi. Questa gravidanza, da suo più grande desiderio, si trasforma nel suo peggior incubo.

Alla povera Rosemary non viene concesso di prendere nessuna decisione riguardo come gestire questi nove mesi, dalla scelta del medico fino all’alimentazione da seguire. La stretta della congrega su di essa è talmente forte da farle perdere ogni lucidità e sicurezza della sua vita. Dal romanzo è stato tratto omonimo film, diretto da Roman Polanski nel 1968, nel quale viene espressa a pieno l’aria densa di suspense che contraddistingue questo romanzo.

Minnie Castevet-photo credits: Pinterest
Minnie Castevet-photo credits: Pinterest

Quello che più rende angoscioso Rosemary’s baby è la sua estrema fedeltà con la realtà. Non vi sono mostri o spettri, nient’altro che una coppia di innocui vicini ultrasettantenni fin troppo premurosi. Ciò che rende unica questa opera è proprio il nemico. Un nemico con una parvenza dolce, subdolo e non accusabile direttamente. Un male molto difficile da individuare che ci fa immedesimare in Rosemary, facendoci chiedere se tutto ciò potrebbe accadere anche a noi. Il focolare domestico, dove chiunque si dovrebbe sentire al sicuro, diventa il terreno dove può germogliare il seme di ogni male.

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