Ruggero Leoncavallo, la verità del dramma

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Di Davide Cossu

Nasceva a Napoli, il 23 aprile del 1857, il grande compositore Ruggero Leoncavallo. Figlio di un magistrato, girò fin da piccolo il Meridione seguendo i trasferimenti dovuti alla carriera paterna; studiò musica a Napoli, presso il conservatorio di San Pietro a Majella, prima di trasferirsi a Bologna. Qui conobbe Wagner e si laureò in lettere sotto l’ala protettrice di Giosuè Carducci. Sempre a Bologna ebbe l’idea per la sua prima opera lirica di soggetto romantico, “Chatterton“, che verrà rappresentata solo nel 1896.

Non avendo l’occasione di portare la sua opera sulle scene, Leoncavallo decise di lasciare l’Italia. Sbarcò il lunario tra Inghilterra, Francia ed Egitto come insegnante di canto e pianista di caffè concerto. Nel 1888 tornò a Milano per intercessione dell’editore Ricordi che gli commissionò l’opera “I Medici“, che nei suoi piani sarebbe stata l’atto primo di una trilogia abbozzata in gioventù; anche stavolta la fortuna non lo premiò, e l’opera non venne rappresentata.

Il successo dei “Pagliacci”

La fortuna arrivò sulla scia dell’enorme successo di “Cavalleria rusticana” di Mascagni, con cui verrà associato come caposcuola del verismo musicale italiano. Leoncavallo si ispirò per il suo capolavoro a un fatto di cui fu testimone nell’infanzia nel paesino calabrese di Montalto Uffugo: Gaetano Scavello, l’uomo che gli faceva da tutore, fu assassinato sotto gli occhi del giovane Leoncavallo dal marito della donna con cui Scavello aveva una relazione. L’assassino, secondo i ricordi del compositore, era vestito da pagliaccio. Nacque così “Pagliacci“, l’opera che lo consacrò all’immortalità.

Innervato di influenze verdiane e wagneriane, “Pagliacci” prende spunto da un fatto di cronaca locale e lo rende, con la sua potenza melodica, un dramma universale. Ancora oggi, l’aria “Vesti la giubba” (e il famosissimo verso “Ridi, pagliaccio!“) è una delle più amate e interpretate nel mondo. La prima dell’opera avvenne il 21 maggio 1892 al Teatro Dal Verme di Milano, diretta da un altro astro nascente della musica lirica che di lì a poco avrebbe fatto parlare il mondo intero: Arturo Toscanini.

Davide Cossu

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