L’inizio spaventoso di questo campionato sta facendo preoccupare società e tifosi, ma oltre al tempo c’è da fare i conti con altri fattori
La Sampdoria e il caos societario
Nel 90% dei casi una squadra mostra sempre di riflesso la situazione della sua società, e la Sampdoria più di tutte è la squadra che ne sta pagando le conseguenze a livello psicologico e di organizzazione. Da tempo non è più un segreto il fatto che il patron dei genovesi Ferrero voglia vendere il club, ma questa aria di confusione ed incertezza nei piani alti si è poi ripiegata sui giocatori.
A causa di questo caos interno, anche il mercato ha dovuto far fronte a mille ostacoli che hanno portato ad un’inevitabile incompletezza della rosa in più reparti, mettendo in seria difficoltà Di Francesco, a questo punto non l’unico responsabile di questa crisi inziale.
Sampdoria, questione di leadership

Aldilà delle questione societarie, in campo poi devono sempre scendere 11 leoni, e tra questi si sa che almeno uno deve guidare il branco durante tutti i 90′. La rosa della scorsa stagione aveva trovato nella sua guida Giampaolo e soprattutto nel bomber Quagliarella due leader carismatici e tattici che hanno fatto ottenere grandi risultati soprattutto nella prima parte di stagione, per poi spegnersi lentamente.
Il solo attaccante napoletano però non può bastare per trascinare un intero gruppo, e per questo motivo Eusebio Di Francesco si è risentito di un mercato così incompleto. Il fulcro della mediana Praet è stato il solito pezzo servito a fare cassa in estate, ma anche l’unico vero leader della zona nevralgica che il mercato avrebbe dovuto sostituire, per evitare sbandate di prim’ordine già ad agosto.
E fu così che la difesa in due giornate ha pigliato 7 reti e siglato solo un gol (su rigore, sempre Quagliarella), segno evidente uno squilibrio più psicologico che neanche tattico-tecnico.
Eusebio pensaci tu

Alla fine però chi rischia di essere esonerato è sempre lui, l’allenatore, e questo Eusebio Di Francesco lo sa benissimo. La panchina scotta già e un’altra debacle sicuramente sancirebbe il primo esonero della stagione, tra i più veloci della storia, ma anche tra i più incomprensibili. Già perché quando prendi il tecnico pescarese, devi sempre mettere da conto che il tempo potrebbe essere tuo amico o nemico.
Come tutti gli allenatori di nuova generazione, la partenza diesel rappresenta una modalità di inserimento nei meccanismi di squadra molto particolare, ma che solo il tempo potrà dire se è produttiva o controproducente.
Anche ai tempi del Sassuolo e della Roma la partenza non fu mai strabiliante, ma dopo aver trovato una certa continuità, i risultati arrivarono (i quarti di finale di 2 anni fa vinti con il Barca penso che possa essere una prova più che sufficiente). Tempo al Mister dunque, con la consapevolezza che la pazienza in questo caso rappresenta la virtù dei forti. Vi ricordate l’inizio di un certo Gasperini a Bergamo? Chi ha orecchie per intendere…
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