San Francesco Saverio, il gesuita che voleva convertire l’Oriente

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Di Redazione Metropolitan

San Francesco Saverio, gesuita e missionario spagnolo, proclamato santo nel 1622 da papa Gregorio XV, fu un pioniere della diffusione del cristianesimo in Asia. Oggi, Venerdì 3 Dicembre ècelebrato nel mondo cristiano.

San Francesco Saverio, gli inizi da studente

San Francesco Saverio, nasce il 7 aprile 1506, nel castello di Javier, nella Navarra in Spagna. A soli 15 anni si reca a Parigi per studiare filosofia all’università della Sorbona. Di grande ingegno, compie gli studi in maniera brillante, ma, non avendo molti mezzi finanziari, è costretto a dividere la stanza che l’università affitta agli studenti con altre due persone. Uno di questi è Ignazio di Loyola per il quale non nutriva molta simpatia, almeno inizialmente. Proprio con Ignazio di Loyola però fece parte del nucleo di fondazione della Compagnia di Gesù.

Il 15 agosto 1534, Francesco, insieme con Ignazio e altri cinque studenti della Sorbona, fa i voti di castità, di povertà evangelica e di recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme per convertire i turchi. Nel 1540 arriva l’occasione che Francesco aspettava. Viene inviato in missione. Il re del Portogallo chiede a Paolo III due gesuiti per l’evangelizzazione delle Indie. Essendo venuta a mancare all’ultimo momento la persona designata, Ignazio chiede a Francesco di prenderne il posto.  Il 6 maggio 1542 inizia per Francesco una nuova avventura. Parte per Goa, nell’India, la capitale dell’Impero portoghese in Asia.

La partenza per l’Asia

Francesco giunge a Goa e stabilì nell’ospedale della città il centro della sua attività, curando i malati, vittime del viaggio per mare. Viene a sapere poi che una comunità di cristiani si trova nelle Molucche (l’odierna Indonesia)e che si trova senza sacerdoti e priva di ogni aiuto spirituale. Ecco perché il 1° gennaio 1545 s’imbarca per Malacca. Non pago, Francesco tenta una missione del tutto nuova: la conversione del Giappone. Arriva qui il 15 agosto 1549, ma subito si rende conto della difficoltà di portare a termine questo tipo di missione. Non riesce, infatti, a incontrare l’imperatore dopo un viaggio a piedi a Miyako, e, quando lascia il Giappone, due anni dopo, soltanto 500 giapponesi si erano convertiti al Cristianesimo.

Francesco tenta così, di portare la sua missione nella vicina Cina. Si ferma però sull’isola di Sancian, di fronte a Canton. Si era accordato con un mercante cinese, ma questi non si fece vedere. Era il mese di novembre 1552, e Francesco fu colto da una violenta febbre. Infreddolito e senza cibo, muore all’alba del 3 dicembre, senza poter ricevere i sacramenti. Fu sepolto il giorno dopo, senza che sulla sua tomba fosse posta una croce.

Il merito che la Chiesa riconosce a questo gesuita è quello di aver portato il Vangelo a contatto con le grandi culture orientali, adattandolo con sapiente senso apostolico all’indole delle varie popolazioni. Nei suoi viaggi di evangelizzazione tocca l’India, il Giappone, e muore mentre si accinge a diffondere il messaggio di Cristo in Cina. Per questo venne beatificato da Paolo V nel 1619 e canonizzato da Gregorio XV nel 1622. Francesco Saverio venne proclamato anche patrono dell’Oriente nel 1748, dell’Opera della propagazione della fede nel 1904 e di tutte le Missioni (insieme a Santa Teresa di Lisieux) nel 1927.

Ilaria Festa

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