Serie A – La top 11 della stagione

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Di Redazione Metropolitan

Un altro campionato di Serie A è andato in archivio, scorrono i titoli di coda e si apre il periodo dei bilanci tra rivelazioni, conferme, delusioni e fallimenti. Sulla base di ciò, proviamo a metter su una squadra con i migliori elementi del torneo, non solo per valore ma anche per rendimento.

Il modulo di riferimento è il 3-4-3, sistema di gioco caro al mister scelto. La formazione è la seguente: Alisson; Skriniar, De Vrji, Koulibaly; Cancelo, Pjanic, Milinkovic Savic, Kolarov; Douglas Costa, Icardi, Immobile. All: Gasperini

Partiamo dall’allenatore che guiderebbe questo ipotetico top 11, ossia Giampiero Gasperini che per il secondo anno consecutivo è riuscito nell’impresa di portare un‘Atalanta piena di giovani in Europa grazie ad un calcio propositivo, organizzato e piacevole. Allo stesso modo meritano una menzione anche Max Allegri, nuovamente trionfatore sulla panchina bianconera, Maurizio Sarri, esteta del bel gioco e prossimo a lasciare il nostro campionato e il tecnico della Lazio Simone Inzaghi, che ha pagato un finale di stagione in apnea mancando la qualificazione Champions..

Tra i pali Alisson è stato sicuramente l’indiscusso numero 1 del campionato italiano: un rendimento altissimo quello del portiere brasiliano della Roma, un vero baluardo che si è fatto apprezzare per una continuità incredibile, una sicurezza disarmante e per degli interventi notevoli che hanno spesso salvato il risultato. Le sue prestazioni hanno attirato l’attenzione dei top club europei.

                                                                                          

   (nella foto Alisson, portiere della Roma)

Il centrale di destra di questa formazione è Milan Skriniar. Lo slovacco si era messo in mostra con la casacca della Sampdoria nella passata stagiona ma nessuno, nemmeno il più inguaribile ottimista, poteva mai immaginare ad un suo simile impatto con la nuova realtà dell‘Inter. Praticamente insuperabile nell’1 contro 1, forte di testa e abile nelle letture di reparto, Skriniar è diventato immediatamente il nuovo muro interista e ha anche avuto il merito di segnare 4 gol.

Al centro della retroguardia a 3 ecco Stefan De Vrji, l’olandese che lascerà la Lazio a costo 0 per accasarsi proprio all’Inter. Il leader difensivo della formazione di Inzaghi, messosi alle spalle i problemi fisici delle passate stagioni, si è fatto apprezzare per una fase difensiva quasi sempre impeccabile, per l’abilità nel gioco aereo e per una certa confidenza con la porta avversaria, come testimoniano i 6 gol realizzati, bottino notevole per un centrale. Peccato abbia chiuso la sua avventura in biancoceleste con le polemiche per il rigore causato nello scontro diretto contro la sua futura squadra.

Completa la difesa il gigantesco Kalidou Koulibaly, l’uomo che con il suo gol allo scadere a Torino aveva alimentato i sogni scudetto del Napoli. Proprio lo stesso senegalese, una settimana dopo, ha visto sventolarsi davanti il cartellino rosso dopo pochi minuti nella trasferta di Firenze, complicando il cammino dei suoi. Un neo che macchia solo parzialmente una stagione di altissimo livello che pone il difensore africano come uno dei migliori interpreti al mondo: velocissimo e dotato di una forza fisica fuori dal comune, ha beneficiato notevolmente del minuzioso lavoro di Sarri sulla fase difensiva. Importante anche il bottino realizzativo, che segna quota 5.

(Kalidou Koulibaly, leader difensivo del Napoli di Sarri)

L’esterno basso di questa formazione è Joao Cancelo, il terzino portoghese dell’Inter. Arrivato con l’etichetta del laterale forte in fase offensiva ma con gravi lacune difensive, ha inizialmente faticato ad ambientarsi al nostro calcio, subentrato principalmente a gara in corso e per lo più come esterno alto. Nel girone di ritorno, Spalletti gli ha finalmente dato la giusta fiducia, proponendolo nel suo ruolo naturale e, pur con qualche rivedibile lettura difensiva, è stato un costante riferimento nella manovra d’attacco interista, che spesso si è appoggiata sulla sua velocità e la sua notevole qualità tecnica.

Il primo dei due centrocampisti centrali scelti è Miralem Pjanic, il regista bosniaco della Juventus. Tangibile la crescita di continuità del ragazzo rispetto ai tempi di Roma e gran parte va al lavoro di Allegri, che fin dal primo giorno ha deciso di affidargli le chiavi del centrocampo bianconero. Dopo una prima stagione scandita da qualche alto e basso, quest’anno il bosniaco ha trovato la sua costanza di rendimento, diventando il perfetto cervello per il gioco della Juventus oltre alla nota abilità sui calci piazzati. Un difetto: prende ancora troppi cartellini gialli.

Al suo fianco non poteva sicuramente mancare Sergej Milinkovic Savic, autentico fenomeno della Lazio di Inzaghi. Il serbo ha avuto una crescita esponenziale nell’ultima stagione, diventando a tratti illegale per la capacità di abbinare qualità tecniche non comuni ad un fisico da bulldozer. La sua abilità negli inserimenti e nel gioco aereo, oltre al notevole tiro, lo hanno portato a essere un costante riferimento per il gioco offensivo biancoceleste, permettendogli anche di siglare 11 gol in campionato. Le big europee sono pronte a sfidarsi a suo di milioni per accaparrarselo.

(Il fenomenale centrocampista della Lazio, Milinkovic Savic)

Largo a sinistra, come esterno basso mancino ecco Aleksander Kolarov. L’ex City è arrivato in giallorosso tra i mugugni di gran parte della tifoseria per via del suo passato laziale. La qualità innegabile delle sue prestazioni lo hanno portato a diventare presto un beniamino della curva Sud. Puntualissimo sulla corsia di sinistra, è il giocatore che ha sfornato più cross nell’intero campionato con ben 8 assist oltre a due gol decisivi su calcio di punizione. Sicuramente il miglior interprete del ruolo dai tempi di Vincent Candela per la formazione giallorossa.

Il tridente offensivo vede Douglas Costa largo a destra. Il brasiliano è stato un vero e proprio colpo di mercato della Juventus, che lo ha strappato al Bayern Monaco pur con qualche perplessità di alcuni critici che gli attribuivano una certa anarchia tattica e poca concretezza in zona gol. Il velocissimo esterno ha impiegato qualche mese a entrare nei meccanismi juventini e a capire il calcio italiano ma nel girone di ritorno è stata la variante impazzita che ha fatto saltare il banco a favore dei bianconeri. Decisivo come pochi quando in giornata, ha irriso con facilità gran parte dei diretti avversari grazie alla sua velocità e all’abilità nel dribbling. Proprio in quest’ultima graduatoria ha spiccato su tutti gli altri giocatori del campionato.

Come centravanti Mauro Icardi fa leva sui suoi 29 gol che lo hanno consacrato come uno dei migliori realizzatori della storia recente del nostro calcio. Come già aveva fatto con Dzeko nello scorso campionato, Luciano Spalletti ha provato a cucire su misura dell’argentino l’abito dei nerazzurri, sfruttando la sua innata propensione a finalizzare l’azione, specialmente se servito con cross ad attaccare la porta. Pur ancora poco incline a partecipare alla manovra della squadra e alla fase difensiva, Maurito si è spesso caricato i nerazzurri sulle spalle con i suoi gol, trovando quella qualificazione Champions in extremis, che gli era sempre sfuggita nelle precedenti stagioni.

(Mauro Icardi, capocannoniere della serie A)

A completare il tridente, seppur leggermente fuori ruolo c’è Ciro Immobile ma era impensabile tener fuori un ragazzo che ha segnato ben 39 gol stagionali, a completamente della sua miglior annata in carriera. Dopo essere esploso sotto la cura di Zeman a Pescara e essersi confermato a Torino con Ventura, Immobile sembrava aver perso il treno dopo le esperienze poco felici in Germania e Spagna. Alla Lazio ha ritrovato fiducia e continuità in zona gol che lo hanno portato a essere il centravanti della Nazionale italiana. Nessuno in serie A attacca la profondità come lui e alcuni delle sue reti sono state tecnicamente sublimi. Un difetto: tende ancora a venir poco incontro nella manovra della squadra.

E chi altro merita una citazione? Sicuramente Handanovic tra i portieri, pur dimostrando qualche leggero scricchiolio rispetto agli ultimi anni, ha mantenuto un rendimento molto alto. In difesa Mehdi Benatia sembra essere tornato quello dei tempi della Roma e ha sostituito Bonucci senza farlo minimamente rimpiangere. Anche Federico Fazio è stato l’assoluto padrone della difesa romanista, andando a smentire tutti coloro che manifestavano dubbi sulla sua capacità di adattarsi alla linea alta richiesta da Di Francesco. A centrocampo Bryan Cristante sembra essere finalmente esploso in via definitiva, confermando ciò che aveva fatto intravedere da giovanissimo con la maglia del Milan. I suoi 9 gol sono un bottino di tutto rispetto per quello che sembra essere un centrocampista universale per l’abilità di fare entrambe le fasi. Anche Jorginho, Remo Freuler, Luis Alberto e Nicolò Barella hanno giocato una stagione eccezionale. Davanti Dybala, seppur a sprazzi, è stato illegale nelle giornate positive segnando ben 28 gol stagionali. Ottima la stagione anche di Edin Dzeko, che pur facendo meno reti della scorsa stagione anche per via del cambio di allenatore e del modo di giocare della squadra, si è trascinato la Roma sulle spalle soprattutto in Champions, dove ha segnato ben 8 gol che si sommano ai 16 del campionato.

La speranza, per il bene del nostro campionato, è che la maggior parte di questi campioni siano ancora protagonista nella prossima stagione per aiutare il calcio italiano a tornare agli antichi fasti!