Sistema Halo F1, cos’è e come funziona il salvavita dei piloti

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Di Redazione Metropolitan

Il sistema Halo della F1 ha salvato la vita a Romain Grosjean durante la gara dello scorso GP del Bahrain. Il pilota francese della Haas, – “Grosjean il Miracolato” così da me ribattezzato perché uscito dalle fiamme quasi come se fosse rinato – ha vissuto degli attimi di puro terrore ed è stato tirato su per i capelli da una morte quasi certa. Un caso? No. Se Grosjean è vivo è proprio grazie al sistema Halo di F1.

Sistema Halo F1, cos’è e perché è così importante

Antiestetico, criticato e dal 2016 è sulla bocca di tutti. Il sistema Halo di F1 è sempre stato messo in discussione perché sfigurava esteticamente le bellissime monoposto di F1 – sicuramente visivamente migliore della classica pinna o del famoso musetto della Caterham CT05 – ma, nonostante le numerose critiche che possono essere tollerate e rispettate, questo sistema di sicurezza della F1 ha comunque una solida e valida funzione: salvaguardare la vita del pilota.

sistema halo f1
Daniel Ricciardo a bordo della sua Red Bull – Photo Credit: F1

Il sistema Halo di F1 è una novità che è stata introdotta da poco nella classe regina a ruote scoperte e garantisce una copertura totale della testa del pilota verso tutte le direzioni. Fece la sua prima apparizione ufficiale nel 2018, ma già nel 2016 e 2017 vennero effettuati i primi test per consentirne poi l’omologazione. Dal principio, non fu mai apprezzato molto dai piloti perché limitava la visuale nell’abitacolo ed anche la modalità d’uscita da parte del pilota era molto difficile e scomoda da fare, tanto che si pensò che l’Aero Screen (di progettazione Red Bull, testato per la prima volta da Vettel durante il weekend del GP di Gran Bretagna) potesse prendere il suo posto, ma così non fu.

aero screen sebastian vettel ferrari
Sebastian Vettel testa l’Aero Screen – Photo Credit: F1.com

L’Halo, progettato dalla Mercedes ma ora prodotto dalla FIA, è costituito da una staffa che circonda la testa del pilota ed è collegata in tre punti al telaio del veicolo. Il componente è realizzato in titanio e pesava circa 7 chilogrammi nella versione presentata nel 2016. Il peso è salito a 9 chilogrammi nel 2017. In una simulazione effettuata dalla FIA, utilizzando i dati di 40 incidenti reali, l’uso del sistema Halo in F1 ha portato ad un aumento del 17% del tasso di sopravvivenza del pilota. Attualmente il suo utilizzo viene impiegato nelle categorie minori della F1 ed anche nella Formula E.

L’Halo ha salvato solo Grosjean?

Sicuramente non è la prima volta che possiamo apprezzare la potenzialità e utilizzo del sistema Halo di F1. Nei suoi pochi anni di attività si è dimostrato essenziale come il GP di Belgio 2018 quando alla partenza, per via di un contatto di Hulkenberg, la McLaren di Alonso capitombolò sull’Alfa Romeo Sauber dell’allora debuttante Charles Leclerc. L’anteriore destra andò a toccare sull’Halo dell’Alfa Romeo e, se questo non fosse stato presente, avrebbe quasi sicuramente impattato contro la testa del pilota con conseguenze disastrose. Dobbiamo anche citare un evento, ancora più recente, accaduto in Formula 2 quando durante la Sprint Race del GP di Russia avvenne l’incidente tra Ghiotto e Aitken che impattarono infilandosi sotto il muro di gomma del circuito a velocità molto sostenute. Forse, però, la prima volta che abbiamo potuto toccare con mano l’utilità dell’Halo fu durante la Gara 2 di F2 a Barcellona, dove abbiamo assistito all’incidente tutto giapponese tra Tadasuke Makino e Nirei Fukuzumi.

incidente fernando alonso spa 2018
Incidente tra Fernando Alonso e Charles Leclerc durante Spa 2018 – Photo Credit: F1

Possiamo dire ciò che vogliamo. Il sistema Halo di F1 sarà brutto e antiestetico ma ha sicuramente salvato la vita ai piloti più di una volta nel corso della sua breve storia. Dopo l’incidente avvenuto ieri a Romain Grosjean molti rivedranno il proprio pensiero su questo semplice ma ingegnoso sistema di sicurezza, anche se i negazionisti continueranno incessantemente a dire il contrario.

Beyond The Race – GP Bahrain 2020: Miracolati

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Raffaello Caruso