Sofia Goggia si racconta: “Il click? È scattato in Cina”

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Di Redazione Sport

Un argento nella discesa libera a Pechino durante le Olimpiadi a soli ventitré giorni dal grave infortunio al ginocchio. Il miracolo di Sofia Goggia non ha davvero eguali e ha permesso alla campionessa bergamasca di sci che ha reso lustro a tutto il movimento sportivo italiano.

Le parole della sciatrice azzurra nel documentario Sky “23 Giorni. Il miracolo di Sofia Goggia”

(Photo by Michel Cottin/Agence Zoom/Getty Images)

Nella discesa del giorno prima stavo scendendo come una scellerata, tagliata la linea del traguardo, luce verde davanti a tutti i miei fan italiani, davanti a quei bambini a cui avevo dato il cinque durante la ricognizione, apoteosi dello sci, apoteosi di felicità. Vedere le persone emozionate per te, che son venute a vedere la gara di Coppa del Mondo per te e per le tue compagne, per l’Italia. Non c’è nulla di più bello che sentire l’amore e il supporto dai fan. Stavo facendo il Super-G perfetto. Non avevo fatto un errore tecnico fino a quel punto. Quella cunetta in ricognizione l’avevo vista. Ma con i tagli di luce, era un pezzo dove si andava allo Scarpadon su 110 km all’ora, non l’ho presa in considerazione. Allora è stato un attimo: ho sbattuto gli occhi per entrare in quel punto, mi si sono divaricati gli sci, mi sono trovata a terra, ho impattato con il palo dopo e subito ho sentito male al ginocchio“.

Non avevo sensibilità alle ginocchia, non sentivo niente, ero come paralizzata. Mi sono tolta gli scarponi, ho visto che iniziavo a tremare e sapevo di avere qualcosa che non sarebbe stata la classica botta. Il dolore che provi per te stesso lo puoi sopportare, ma vedere le persone che ti amano, con quegli occhi, fa crollare anche te ed è qualcosa che io non sopporto. È quasi patologico dire io per me sopporto una cosa, un dolore allucinante ma per gli altri quasi crollo, quando invece dovresti dire ‘cavolo sono io la persona infortunata’. Invece io ho sempre vissuto l’infortunio quasi come un’ingiusta punizione nei confronti miei, ma anche nel dolore inflitto alle persone che amo. C’è stato un momento in cui ho fatto click ed è stato quando mi sono presentata alla ricognizione della prima prova della discesa, prova che già avevo studiato, avevo chiesto a Lindsey Vonn di mandarmi tutto, porte, neve, linee… poi, chiaramente dal video vedi poco, ma un’idea te la fai. Cercavo sempre uno spunto che mi potesse aiutare nel mio percorso. Allora mi sono presentata il giorno della discesa, non avevo neanche tanti dolori, con gli sci ben fatti dal mio Babi, sono entrata nella casetta di partenza e ho letto la scritta Beijing 2022“.

(credit foto – pagina Facebook Sofia Goggia)

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