L’appuntamento di oggi con il Metropolitan Today è dedicato alla strage in via dei Georgofili avvenuta nel 1993. Firenze, ore 01.04 del 27 maggio un Fiat Fiorino imbottito con più di 200 kg di tritolo e pentrite esplose in via dei Georgofili. L’esplosione fece crollare parte della Torre di Pulci, sede dell’Accademia, uccidendo 5 persone. 4 erano membri della famiglia Nencioni (Fabrizio Nencioni e Angela Fiume, di 39 e 36 anni, e le figlie Nadia di 9 anni e Caterina di 2 mesi. Nel rogo che ne seguì trovò la morte anche lo studente Dario Capolicchio (22 anni). Inoltre 48 persone rimasero ferite, alcune in maniera grave.
Molti altri furono i palazzi danneggiati: la Galleria degli Uffizi, Palazzo Vecchio, la Chiesa dei Santi Stefano e Cecilia al Ponte Vecchio. Riportarono danni anche l’Istituto e Museo di Storia della Scienza, oltre a numerose opere d’arte conservate in quegli edifici. Intervennero polizia e vigili del fuoco che sulle prime ipotizzarono come causa del disastro una fuga di gas. Da li a poco però gli stessi individuarono un cratere largo quattro metri e profondo uno e mezzo. La triste vicenda assunse così un aspetto assolutamente diverso ed inquietante, era stato un atto terroristico. Alle prime luci dell’alba la sconvolgente conferma. Due telefonate anonime arrivarono all’Ansa di Firenze e Cagliari, così la «Falange Armata» rivendicò la strage.
Strage in via dei Georgofili, il braccio di forza tra Stato e mafia
Fazione collegata a “Cosa Nostra” seminò il terrore con i suoi attentati nel biennio ’92/’93 in risposta alle sentenze scaturite dal Maxi-Processo di Palermo. Iniziato nel 1986 si protrasse per i successivi sei anni. Il processo istruito dal pool antimafia di Antonio Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, trovò per la prima volta l’applicazione dell’articolo «41 bis», il carcere duro per i reati di stampo mafioso, istituito nel 1982 dopo l’assassinio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, all’epoca prefetto di Palermo.
Le condanne scaturite dal Maxi-Processo furono epocali e si tradussero in: 19 ergastoli, 2665 anni totali di reclusione e multe per 11 miliardi di lire, inoltre la condanna in contumacia per Totò Riina e Bernardo Provenzano, al tempo ancora latitanti. La strage di via dei Georgofili a Firenze , risultò nel tempo essere collegata ad altri atti terroristici di quegli anni. A questa si aggiungeva l’attentato del 14 maggio del 1993 in via Ruggiero Fauro a Roma, ai danni di Maurizio Costanzo. Quella del 27 luglio in via Palestro, a Milano, che causò la morte di 5 persone, e quelle del 27 e 28 luglio a Roma quando esplosero due bombe nelle chiese di San Giovanni in Laterano e San Giorgio Velabro, senza fare vittime. Tutte queste stragi furono rivendicate dalla «Falange Armata».
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Strage di via dei Georgofili) photo credit: antimafiaduemila.com