Benvenute e benvenuti su CoffeeNSupes, la rubrica sui supereroi da leggere in pausa caffè!

Tazzina alla mano, vi accompagnerò in un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei film sui supereroi più e meno conosciuti fino a spingerci nelle profondità della psicologia, filosofia e sociologia nascosta tra le righe degli affascinanti eroi e villain moderni.

In questo appuntamento parleremo di Superman Returns, film del 2006 diretto da Bryan Singer, e continueremo l’analisi del supereroe per eccellenza. Ma prima, rewind: nelle puntate precedenti abbiamo analizzato lo sviluppo dell’eroe dalla Grecia Antica ai giorni nostri, e abbiamo iniziato a trattare di Superman attraverso i simbolismi del suo personaggio e della sua storia. Ora, zuccherate il vostro caffè e allacciate i mantelli…

Nerds, assemble!

Superman Returns: Kal-El è tornato

Sono passati cinque anni dall’ultima volta che Superman (Brandon Routh) ha salvato l’umanità, per poi allontanarsi dalla Terra e viaggiare nello spazio alla ricerca dei resti del suo pianeta natale Krypton. Eppure sembra che il mondo si sia ben adattato alla sua assenza, in primis la sua amata Lois Lane (Kate Bosworth) che ora vive con un compagno e un figlio ed ha vinto un premio con l’editoriale dal titolo “Perché il mondo non ha bisogno di Superman”.

Mentre Clark fa fatica a ritrovare il suo posto nel mondo, Lex Luthor (Kevin Spacey) entra in possesso di cristalli kryptoniani nascosti nella Fortezza della Solitudine. Il suo piano malvagio è quello di terraformare nuovi continenti distruggendo quelli vecchi, per portare caos e, ovviamente, dominare il mondo. Saputo del ritorno del suo nemico alieno, Lex è deciso a distruggerlo e rapisce Lois e il figlio per attirare l’eroe. Superman, angelo custode dell’umanità, entra in azione per salvare ancora una volta il mondo e la sua amata.

Un frame del film - Photo Credits: Screenrant
Un frame del film – Photo Credits: Screenrant

Il mondo ha bisogno di Superman?

Siamo orgogliosi noi umani, convinti di essere capaci di fare tutto per conto nostro. È proprio questo che spinge Lois Lane a scrivere il suo pezzo sul “Perché il mondo non ha bisogno di Superman”, ma in fondo sa bene di stare mentendo a sé e a tutti gli altri. Metropolis, così come il mondo reale, ha bisogno di un guardiano, di qualcuno super partes che sappia agire unicamente mosso dal bene per l’umanità. Perché, diciamolo, in questo noi terrestri non siamo bravi. Il potere è in mano ad avidi e arrivisti e i pochi “eroi del bene” che riescono a raggiungere le alte vette vengono presto scalzati. Il resto dell’umanità è troppo pavida e assuefatta o troppo ribelle per il puro gusto di opporsi per poter cambiare qualcosa.

Tu hai scritto che il mondo non ha bisogno di un salvatore, ma ogni giorno sento qualcuno che lo invoca.

Abbiamo continuamente bisogno di aggrapparci ad un simbolo, ma allo stesso tempo siamo rapidi nell’adeguarci e dimenticare quello passato favorendo un nuovo status quo. Allo stesso modo Metropolis si adatta bene all’assenza di Superman, convinta, in fin dei conti, di non aver bisogno di un alieno a far loro da guardiano. Ed è questo il tema che aleggia per tutta la durata del film. Ma se il finale mostra ancora una volta che, indipendentemente da quanto ci piaccia ammetterlo, abbiamo bisogno di (super)eroi, il vero quesito è più profondo e complesso. Il mondo ha davvero bisogno di un Superman che può essere ferito mortalmente?

Locandina del film - Photo Credits: The Blog of Delights
Superman Returns – Photo Credits: The Blog of Delights

Un supereroe rimane tale anche se si mostra vulnerabile?

Nello scontro per salvare il mondo e Lois Lane, Superman viene trafitto da Luthor con un cristallo di kryptonite. Indebolito, l’eroe viene malmenato dal villain e i suoi scagnozzi come fosse un uomo qualunque. Lo sforzo che Superman fa per portare al termine la sua missione è talmente grande da farlo ricadere privo di conoscenza dal cielo alla terra. Questo porta ad un altro interrogativo: un eroe rimane super nel momento in cui si ritrova in coma in un letto d’ospedale?

Se è vero che ogni supereroe ha una propria debolezza caratteristica che lo rende in qualche modo umano, quanto debole e ferito può mostrarsi prima che, agli occhi dei comuni mortali, egli non venga più riconosciuto come tale? Fin dall’antica Grecia gli eroi hanno dovuto sconfiggere mostri, superare avversità e salvare gli uomini per affermare il proprio status eroico. Ercole con le sue dodici fatiche, Ulisse con il suo tanto agognato e sfortunato ritorno a casa. Abbiamo la tendenza a considerare eroe unicamente chi mostra forza e tenacia giorno dopo giorno o chi è perito durante una lotta. Ma cosa ne è di quella debolezza che rende umani gli eroi?

Una scena del film - Photo Credits: CrunchyRoll
Una scena del film – Photo Credits: CrunchyRoll
Forza VS Fortezza

Tra tutti i suoi colleghi, Superman è il supereroe meno umano. Se da un Batman o da un Flash potrebbe non stupire un momento di debolezza, da un essere alieno e, di fatto, quasi divino, ci si aspetta un’energia tale da essere superiore a qualsiasi vulnerabilità mortale. Eppure Superman è allo stesso tempo il più umano di tutti i suoi colleghi, perché ha scelto di sposare quelle debolezze del pianeta che lo ha accolto e salvato. Ha scelto di lavorare e vivere come noi, si è innamorato di una di noi. Già solo questo amore per i terrestri è debolezza, una fragilità che lo porta a rischiare la vita pur di salvare quella degli abitanti del pianeta Terra. Il vero tallone d’Achille di Superman non è la kryptonite, siamo noi.

Superman si dimostra un supereroe abbracciando la sua debolezza, perciò il vederlo ferito non abbassa il suo status da eroe. “Perché un vero eroe non si misura dalla forza che possiede, ma dalla forza del suo cuore”, direbbe un certo padre divino al suo figlio semidio. La forza dei supereroi trascende il piano fisico, è quella virtù della fortezza che più che indicare vigore significa coraggio, fermezza e capacità di sacrificio per il bene supremo. Tra tutti i messaggi che possono essere veicolati tramite i supereroi forse questo è il più importante. Indipendentemente dal luogo di provenienza, dalla “razza” e dalle capacità, non è la forza fisica a fare di una persona un eroe, ma la capacità di sapersi rialzare in seguito ad ogni ferita e di sacrificare la propria vita per quella altrui.

Continua a seguire la rubrica CoffeeNSupes per ripercorrere insieme tutti i film sui supereroi. Ti aspetto giovedì prossimo 26 novembre alle 10:30 con un nuovo appuntamento!

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Rubrica a cura di Eleonora Chionni