Secondo gli attuali dati dell’OMS al mondo ci sono un miliardo di fumatori di cui 11 milioni solo in Italia. Una cifra questa con aumento sensibile rispetto al passato dovuto alla pandemia. Aumento che non ha risparmiato nemmeno la cosiddetta generazione z. Il fumo infatti è un vizio che spesso si coltiva da giovanissimi per poi ritrovarselo da adulti. Nel nostro paese il tabagismo si combatte con i centri antifumo e le campagne istituzionali. Elementi che spesso non bastano ma cui può fornire un piccolo aiuto il nuovo Codice di autoregolamentazione per la comunicazione e la vendita di prodotti senza combustione di Eurispes. Si tratta delle nuove sigarette elettroniche in cui la combustione del tabacco è sostituita da vapore per diminuire i rischi di malattie da fumo

Tabagismo, il fumo tra i giovanissimi tra aumento e cause

Tabagismo, helvetia.com

Secondo il rapporto del 2022 dell’Istituto superiore di Sanità nelle fascia di età tra i 15 e i 24 anni la percentuale di fumatori è aumentata dal 20, 8% al 21,1 %. Oltre a questi dati bisogna considerare una ricerca della Fondazione Veronesi secondo cui il 42,5% dei ragazzi tra i 15 ai 19 anni sono fumatori. Bisogna aggiungere infine che a causa della pandemia e dello stress imposto dal lockdown c’è stat un aumento considerevole dei fumatori. Secondo l‘Iss infatti nel 2021 il numero dei fumatori italiani è aumentato di 1,2 milioni rispetto al 2020. Un fatto che non ha risparmiato nemmeno il tabagismo tra giovani e giovanissimi

A questo si devono aggiungere le normali cause che spingono i più giovani ad iniziare a fumare contraendo un vizio che purtroppo li accompagnerà anche da grandi. A spingere verso il fumo i giovanissimi sono semplicemente la voglia di trasgressione, il sentirsi più grandi o la possibilità di entrare in gruppo di amici. Elementi psicologici e sociali per cui si rischia di finire tra quelli che sono gli oltre 70.000 morti l’anno in Italia attribuibili al fumo di cui il 25% tra i 35 e i 65 anni di età. Fumare infatti comporta il rischio di tumori e gravi patologie polmonari croniche a cui si aggiungono infarti e ictus. Gravi conseguenze per cui sono a rischio anche le vittime di fumo passivo.

I nuovi prodotti PSC e le regole dell’Eurispes

In Italia in aiuto contro il tabagismo esistono centri antifumo, campagne istituzionali e i moltissimi divieti dei luoghi pubblici. Elementi che da soli non bastano senza la ferrea volontà di smettere da parte del fumatore. Un fatto difficile visto che secondo una ricerca di Eurispes solo l’0,16% dei fumatori si reca presso i centri antifumo mentre la stragrande maggioranza non è in grado o non vuole smettere. Lo stesso famoso istituto di ricerca è però sceso in campo analizzando e regolamentando un’alternativa presente sul mercato che riduce i rischi del fumo tradizionale. Si tratta dei PSC o prodotti senza combustione come le nuove sigarette elettroniche dove il tabacco è sostituito da un liquido in cui sono presenti nicotina e aromi trasformato in vapore dall’elettricità.

In questo senso l’Eurispes ha realizzato un Codice di autoregolamentazione per la comunicazione e la vendita di prodotti senza combustione per regolamentare il nuovo mercato dei PSC. L’obbiettivo è, spiega la vicedirettrice di Eurispes Raffaella Saso, “il rispetto della normativa vigente, in vista del successo dei nuovi prodotti senza combustione come alternativa al fumo tradizionale, poiché è stato dimostrato scientificamente che garantiscono una diminuzione del rischio”. Il tutto specificanco che i PSC non possono sostituire quegli strumenti di prevenzione per la cessazione di uso di tabacco e nicotina.

Stefano Delle Cave

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