Continua l’ormai storico braccio di ferro tra la Cina e Taiwan: il clima si riscalda a causa della prossima visita della rappresentante statunitense Nancy Pelosi. L’ex direttore del Global Times Hu Xijin, di posizioni ultranazionaliste e vicino a Pechino, minaccia: “Se davvero osasse visitare Taiwan, sarebbe un incidente grave di grandi proporzioni. Sarà il nemico che divide la Cina“. Il conflitto, non ancora sfociato nel bellico, ha più volte rischiato l’escalation. La Cina non riconosce Taiwan fin dallo scisma da parte del dissidente Chiang Kai-shek, ex presidente della Repubblica Cinese fuggito a seguito della rivoluzione maoista nel 1925. Intanto, nuove esercitazioni aeronautiche cinesi nello spazio aereo di Taiwan inaspriscono i rapporti con gli USA. Ma non è la prima volta che si preannuncia l’inizio delle ostilità.
Nancy Pelosi si prepara a visitare Taiwan, ma la Cina avverte: USA avranno “responsabilità storica del conflitto”
Non è una novità che la Cina abbia mire espansionistiche su Taiwan, stato che non riconosce e su cui arroga la sovranità. La visita di Nancy Pelosi, a 25 anni da quello del presidente della Camera dei Rappresentanti Newt Gingrich, è per la Repubblica Popolare Cinese l’ennesimo tassello del mosaico dell’ostilità statunitense nei suoi confronti. Non sono ancora state dichiarate le posizioni ufficiali del governo cinese sulla visita diplomatica della rappresentante statunitense, ma il clima che si respira è particolarmente teso. Joe Biden ha più volte confermato il supporto militare allo stato insulare, ma adesso il Pentagono stesso sembra mettere chiari paletti anche alla visita della Pelosi, prevista per aprile ma rimandata a causa della situazione pandemica. Il comando dell’esercito americano pensa non sia prudente rischiare di inasprire i rapporti internazionali.
Resta da vedere se il rischio di innescare un conflitto tra la superpotenza asiatica e Taiwan basterà come deterrente alla visita. I parallelismi con la situazione russo-ucraina, per quanto validi, sono però da prendere con cautela. Molte sono le differenze tra la Federazione, che ritiene erroneamente – e la resistenza del Donbas lo dimostra ampiamente – che le popolazioni russofone della regione ucraina siano anche russofile, e la Repubblica Popolare Cinese, che non riconosce la sovranità di Taiwan ma non per ragioni etnico-linguistiche, ma politiche. La Cina è una sola, secondo Pechino. Per Taipei, la Cina è Taiwan. Un conflitto identitario che non è ancora mai sfociato nel conflitto campale. Eppure, i jet cinesi volano troppo spesso sopra i cieli di Taiwan. Biden sa di non potersi permettere un altro conflitto. Però, comunque, questo lo sa anche Xi Jinping.
Alberto Alessi
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