Telemaco Signorini, “Una mattina di Settembre” e la pittura dei Macchiaioli

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Di Redazione Metropolitan

Telemaco Signorini, pittore fiorentino da considerarsi uno dei più importanti esponenti della corrente artistica dei Macchiaioli”. Per la Rubrica Arte di questa settimana di fine Settembre, vi parliamo di questo straordinario pittore ma soprattutto di uno dei suoi lavori più celebri “Una mattina di settembre a Settignano”. Dipinto simbolo di un’intera generazione di artisti.

Telemaco Signorini, vita e formazione artistica

Telemaco Signorini_Photocredit:museoFattori
Signorini_Photocredit:museoFattori

Telemaco Signorini nasce a Firenze il 18 Agosto del 1835 e, nonostante prediliga gli studi letterari, suo padre, un modesto pittore, lo avvia allo studio della pittura diventando così il suo primo insegnante. Dopo aver frequentato i corsi di disegno dal nudo all’Accademia di Belle Arti fiorentina, Signorini viaggia molto in tutta Europa, in Francia, Gran Bretagna e Svizzera, ed è molto attento ai fermenti internazionali. Tornato in patria, inizia a frequentare il Caffè Michelangelo, accostandosi ai pittori che in quegli anni stavano teorizzando la pittura di macchia, ossia i Macchiaioli.

Bagno Penale a Portoferraio, 1890
Bagno Penale a Portoferraio, 1890

Nel 1860, dopo un anno di vita militare, dipinge vari quadri a soggetto militare accettati alla Esposizione della Accademia di Belle Arti di Firenze. SI interessa molto anche alla vita sociale e politica della sua città. Di questa attenzione al sociale, è emblema un olio su tela “Alzaia” del 1864, dove tre giovani maschi sono raffigurati nello sforzo di trascinare controcorrente, piegati dalla fatica, un naviglio. Nel decennio 1861-1891 Signorini sviluppa ed approfondisce il suo stile che sottolinea i valori cromatici accentuando i chiaroscuri, raccogliendo inizialmente aspre critiche.  Muore a Firenze il 1 Febbraio 1901.

Alzaia, 1864
Alzaia, 1864

Il Caffè Michelangelo e il movimento dei Macchiaioli

Il Caffè Michelangelo era in quegli anni un luogo d’incontro di artisti che sostenevano un nuovo modo di fare pittura. Basato sulla “macchia” e sul realismo in opposizione alla forma accademica ufficiale, questi artisti, partendo dalla considerazione che tutte le percezioni visive avvengono grazie alla luce, ritenevano che per rendere l’effetto-luce fosse necessario che la pittura utilizzasse colori e ombre graduati. Secondo questa teoria, nella realtà l’occhio dell’osservatore è colpito solo dai colori, non ci sono linee di contorno, tutto è dato dal passaggio da un colore all’altro ed i limiti di un oggetto, il suo contorno, sono percettibili grazie alla differenza di colori.

Pascoli a Castiglioncello, 1861
Pascoli a Castiglioncello, 1861

Secondo questa idea, la pittura deve quindi riprodurre la realtà attraverso le masse di colore, e cioè le macchie. Il disegno scompare e sulla tavola vengono stese pennellate di colore di varie ampiezze, omogenee e accostate tra di loro in base alle diverse tonalità. L’effetto-luce è reso attraverso le modulazioni dei colori e delle ombre variamente graduati.

Chiacchiere a Riomaggiore 1894
Chiacchiere a Riomaggiore 1894

Telemaco Signorini è uno degli esponenti principali del gruppo dei Macchiaioli. Utilizza quindi la macchia come elemento di base per i suoi dipinti. Le sue opere sono caratterizzate così da contrasti marcati da zone di colore uniforme che creano le figure. Signorini come gli altri Macchiaioli è soprattutto un pittore di paesaggi che studia e dipinge all’aperto. Realizza però anche opere di figura e di interni. “Una mattina di settembre a Settignano” è proprio uno dei suoi dipinti che meglio ci mostra lo stile dell’artista e la messa in pratica su tela dei suoi studi.

“Una mattina di Settembre a Settignano”

Il dipinto fa parte di una serie di vedute del paese di Settignano e della campagna che lo circonda, che Signorini comincia a dipingere dalla fine degli anni Settanta per una quindicina d’anni. Accurata è la rappresentazione delle viti sulla facciata, le persiane e la staccionata nella luce mattutina, a cui si aggiunge la figura luminosa del gatto bianco sullo sgabello, fulcro del quadro. In questo dipinto, noto anche come “L’osteria Scheggi a Settignano”, Telemaco Signorini dipinge una veduta del cortile di un edificio, l’osteria di proprietà della famiglia Scheggi. Al centro, un tavolo con attorno alcune panche in legno e un gatto bianco seduto sopra uno sgabello di spalle allo spettatore. In lontananza, il campanile della chiesa di Settignano.

Sulle Colline a Settignano, 1885
Sulle Colline a Settignano, 1885

Tutta la veduta è realizzata con rapidi tocchi di colore, le c.d. “macchie” dei Macchiaioli. La presenza umana è solo suggerita dalle persiane aperte che lasciano intendere che all’interno dell’edificio ci sia qualcuno presumibilmente a lavoro. La tela, esposta in una mostra a Firenze nel 1891, lo stesso anno in cui fu realizzata, fu acquistata dal Re Umberto I. Donata poi alle raccolte di Palazzo Pitti a Firenze,  oggi è conservata ancora lì.

Una mattina di Settembre, 1891
Una mattina di Settembre, 1891

Ilaria Festa

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