Comincia da San Pietroburgo la scalata di Matteo Berrettini verso le ATP Finals di novembre.

Lo sappiamo, fin qui il 2019 di Matteo Berrettini è andato meglio di quanto anche lui potesse pronosticare. Prima il titolo di Budapest, poi quello di Stoccarda, fino ad arrivare alla semifinale degli US Open (primo italiano a riuscirci dopo Barazutti). 39 le vittorie complessive finora, a fronte di 16 sconfitte, che portano il nativo di Roma al tredicesimo posto in classifica ATP, ma soprattutto al nono posto della classifica Race ATP.

I primi otto tennisti presenti in questa particolare classifica, infatti, saranno ammessi alle ATP Finals di Londra, uno dei tornei più importanti (se non il più importante) del circuito dopo i Major. Un obiettivo che a inizio stagione sembrava impensabile, vista la 51esima posizione nel ranking. Poi il talento di Matteo ha parlato da sé. Adesso i prossimi obiettivi sono Shanghai (Master 1000), Pechino e San Pietroburgo (entrambi 500).

Berrettini
Matteo Berrettini dopo la vittoria contro Monfils – Photo Credit: Getty Images

San Pietroburgo

Il romano non ha mai preso parte al torneo di San Pietroburgo. In singolare, attenzione; perché l’anno scorso si è addirittura aggiudicato il titolo in doppio con Fabio Fognini. Quest’anno ci riprova, non più con Fabio ma col veterano Simone Bolelli. Nel primo turno affronteranno Roman Jebavy e Philipp Oswald. Partita non semplicissima, dato che Oswald nella stagione in corso ha già messo in bacheca 6 titoli in doppio (compresi i Challenger) e ha già sconfitto Bolelli in finale al Challenger di Lione.

Ovviamente con uno come Berrettini il discorso può cambiare. In attesa dell’esito dell’incontro tra Carballes Baena e Klizan (finalista lo scorso anno) per capire chi sfiderà al primo turno, la priorità per Matteo resta il singolare. Non avendo preso parte al torneo lo scorso anno, in caso di ottimo piazzamento i punti guadagnati in classifica sarebbero non pochi. Difatti, nella rosea eventualità che vinca il torneo, i punti in classifica salirebbero da 2160 a 2390. In questo modo non solo supererebbe Kei Nishikori, ma addirittura Bautista Agut, raggiungendo il settimo posto.

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Berrettini e Fognini con il trofeo vinto a San Pietroburgo – Photo Credit: atptour.com

Tutto facile a parole, ma, si sa, ciò che avviene nel rettangolo di gioco è ciò che conta veramente. E il discorso qui si complica, perché come testa di serie numero uno in Russia c’è Daniil Medvedev. Il giovane terribile ha dalla sua il fattore pubblico e un momento di forma straordinario (chiedere a Nadal per conferma). È indubbio, infatti, che in questo momento Medvedev sia il più forte tra quelli della presunta nuova generazione che cerca di spodestare il trono dei Magnifici Tre.

In finale a New York contro Nadal ha fatto vedere degli sprazzi di tennis di indiscutibile qualità e, rispetto ad altre nuove leve come Thiem e Zverev, sembra avere qualcosa in più. Anche per questo, però bisognerà aspettare il riscontro del campo. Sta di fatto, in ogni caso, che è proprio Daniil il favorito per la vittoria finale. Impossibile ritrovarlo in finale con Berrettini, però, in quanto il romano è nella stessa parte del tabellone del russo. Bene che vada per entrambi, quindi, potrebbero affrontarsi in semifinale. Lo auguriamo a Medvedev, ma soprattutto lo auguriamo al nostro Matteo. Una parte importante di quest’ultima cavalcata verso Londra passa dall’ex Leningrado.

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Sibur Arena di San Pietroburgo – Photo Credit: atptour.com