The Blair Witch Project: le streghe son tornate (forse)

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Di Federica Checchia

Era il 1999, e il mondo intero era terrorizzato da un paio di occhi. Complice una geniale campagna pubblicitaria, The Blair Witch Project fu un vero e proprio caso mediatico, nonché uno dei bluff cinematografici più riusciti di sempre. Qualche mese prima della presentazione del film, si era sparsa la voce della scomparsa di tre ragazzi nei boschi del Maryland. Di Heather, Michael e Joshua, studenti in cerca di notizie sulla misteriosa Strega di Blair, si erano perse le tracce nel 1994, ma il caso era stato reso pubblico solo cinque anni dopo. Il ritrovamento di un disturbante video amatoriale, che iniziò a girare online, e di altri indizi legati al destino dei tre dispersi, scosse l’opinione pubblica. Volantini vennero affissi ovunque, persino al Festival di Cannes, e fu pubblicato un approfondito dossier, redatto da un giornalista e da un investigatore privato.

La verità venne a galla solo nelle sale: si trattava semplicemente di una mossa di marketing per promuovere l’uscita della pellicola. I fatti che avevano tenuto tutti con il fiato sospeso, non erano mai accaduti. Realizzato da Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez, una coppia di registi/autori esordienti che sfruttano la tecnica del found footage, The Blair Witch Project è un prodotto originale, a metà strada tra il documentario e l’horror. Con il consenso unanime di spettatori e critica, il lungometraggio ottenne ottimi risultati al botteghino, nonostante il budget estremamente basso. Seguirono, negli anni successivi, due sequel. alcuni libri, una serie a fumetti, un fotoromanzo e una trilogia di videogiochi. La saga, ormai, sembrava essersi conclusa, ma lo scorso aprile, al CinemaCon di Las Vegas, è arrivato l’annuncio di un reboot.

The Blair Witch Project: la nuova versione del docu-horror

Un fotogramma tratto da The Blair Witch Project, caso cinematografico del 1999

A dare la notizia è stato Adam Fogelson, presidente del Lionsgate Motion Picture Group, insieme a Jason Blum, fondatore e amministratore delegato di Blumhouse, famosa casa di produzione cinematografica. «Siamo entusiasti di dare il via a questa collaborazione con una nuova visione di Blair Witch che reintrodurrà questo classico dell’horror per una nuova generazione», ha spiegato Fogelson. «Sono un grande ammiratore di The Blair Witch Project, che ha portato l’idea dell’horror found-footage al grande pubblico ed è diventato un vero e proprio fenomeno culturale.» -gli ha fatto eco Blum-«Non credo che ci sarebbe stato un Paranormal Activity se non ci fosse stato prima un Blair Witch, quindi questa mi sembra un’opportunità davvero speciale e sono entusiasta di vedere dove ci porterà.».

Blum, d’altronde, si è imposto negli ultimi tempi come maestro del genere. La Blumhouse è nota per i suoi horror movies a basso costo, che però hanno buonissimi incassi. Basti pensare a Paranormal Activity che, a fronte di quindicimila dollari investiti nella realizzazione, ne ha guadagnati duecento milioni. Atri recenti successi, come M3GAN e Five Nights at Freddy’s, portano la sua firma. Si potrebbe pensare, dunque, che con un tale regista al comando, tutti siano felici di questa rielaborazione dell’idea di Myrick e Sánchez . Eppure, non è così.

The Blair Witch Project: La protesta del cast originale e dei registi

Il team dietro il cult originale non era a conoscenza del nuovo progetto, almeno fino al CinemaCon. Questo, naturalmente, ha scatenato una forte reazione da parte dei registi e del vecchio cast, che lamentano sin dal 2000 il mancato coinvolgimento nei sequel del primo film. Ben Rock, production designer del mockumentary del ’99, ha commentato a The Hollywood Reporter: «È agrodolce, onestamente. Due volte i creatori originali e la loro crew sono stati trascurati. Ma nessuno dei sequel è riuscito a coinvolgere il pubblico come volevano. Quindi potrebbe valere la pena parlare con alcuni dei creatori originali».

Anche Joshua Leonard, uno dei tre protagonisti di The Blair Witch Project, insieme a Heather Donahue e Michael C. Williams, ha manifestato il suo malcontento. Nonostante i 248 milioni di dollari al box office, ogni membro del cast, all’epoca, ha ricevuto solo 300.000 dollari per l’acquisizione delle loro rispettive proprietà sul film. Gli attori rivendicano la volontà di essere quantomeno consultati per la realizzazione del remake. «A questo punto, sono 25 anni di mancanza di rispetto da parte delle persone che hanno fatto la parte del leone…dei profitti del nostro lavoro, e questo risulta disgustoso e senza classe.», ha scritto Leonard sui suoi canali social.

La lettera del cast alla Lionsgate

Leonard, Donahue e Williams hanno delle richieste molto precise e specifiche nei confronti della Lionsgate, richieste riassunte nella lettera da essi inviata e pubblicata:

LE NOSTRE RICHIESTE A LIONSGATE (Da Heather, Michael & Josh, stelle del Blair Witch Project):

  1. Pagamenti residui retroattivi + futuri a Heather, Michael e Josh per servizi di recitazione resi nel The Blair Witch Project originale, equivalenti alla somma che ci sarebbe stata assegnata tramite SAG-AFTRA, se avessimo avuto un’adeguata rappresentanza sindacale o legale al momento della realizzazione del film.
  2. Consultazione significativa su qualsiasi futuro reboot, sequel, prequel, giocattoli, giochi, giostre, escape room, ecc… in cui si potrebbe ragionevolmente supporre che i nomi e/o le somiglianze di Heather, Michael & Josh saranno associati per scopi promozionali nella sfera pubblica.
    Nota: Il nostro film è stato riavviato due volte, entrambe le volte sono state una delusione da una prospettiva fan/ box office/ critica. Nessuno di questi film è stato realizzato con un significativo input creativo dal team originale. In quanto addetti ai lavori che hanno creato la strega di Blair e che hanno ascoltato ciò che i fan amano e vogliono per 25 anni, siamo la vostra più grande ma finora inutilizzata arma segreta!
  3. “The Blair Witch Grant”: una sovvenzione di 60k (il budget del nostro film originale), pagata annualmente da Lionsgate , a un regista di genere sconosciuto/ aspirante per aiutare a fare il loro primo lungometraggio. Questo è una SOVVENZIONE, non un fondo di sviluppo, quindi Lionsgate non sarà proprietaria di nessuno dei diritti sottostanti al progetto.

Il sostegno dei registi e dei produttori

I rappresentanti di Lionsgate non hanno ancora commentato, ma i tre attori hanno il sostegno di Eduardo Sanchez e Dan Myrick, dei produttori Gregg Hale e Robin Cowie e del co-produttore Michael Monello, che hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta:

«Mentre noi, i registi originali, rispettiamo il diritto di Lionsgate di monetizzare la proprietà intellettuale come meglio crede, dobbiamo tuttavia evidenziare i contributi significativi del cast originale – Heather Donahue, Joshua Leonard e Mike Williams. In quanto volti di quello che è diventato un franchise, le loro somiglianze, voci e nomi reali sono inseparabilmente legati a The Blair Witch Project. I loro contributi unici non solo hanno definito l’autenticità del film, ma continuano a risuonare con il pubblico di tutto il mondo.»

Non sappiamo quale sarà l’evoluzione di questo tira e molla, né possiamo prevedere l’esito di questa infuocata diatriba. Una cosa, però, è certa. In un modo o nell’altro, la Strega di Blair sta tornando, ed è pronta a (ri)popolare i nostri incubi.

Federica Checchia

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