“The Gentlemen” è un simpatico gangster movie diretto da un regista piuttosto ecclettico e vivace: Guy Ritchie. “The Gentlemen” è metacinema d’intrattenimento allo stato puro. Una storia per vecchi nostalgici del genere, targata Prime Video. Un pizzico di leggerezza, il savoir faire di Matthew McConaughey e lo humour britannico di Hugh Grant, fanno di questo film una visione piacevole, sbarazzina e ben ritmata.
“The Gentlemen” è un’implosione continua di prove da veri duri in perfetto stile “uomo Pitti”(il pronto moda maschile nato a Firenze negli anni ’50). La sceneggiatura è rimaneggiata teatralmente da quel bravo ragazzo di Hugh Grant stesso. Guy Ritchie dopo “Snatch” e “RocknRolla” punta ad ogni tematica e scatta una foto particolare che ritrae una Londra contemporanea, molto social e a favore della prossima legalizzazione della droga leggera.
Per essere un vero Gentlemen devi comportarti da Gentlemen
“C’è solo una regola in questa cazzo di giungla: quando il leone ha fame, mangia“. Questa è una delle massime esclamate quasi come una parabola religiosa, da Matthew McConaughey. Il nostro protagonista americano è Michael “Mickey” Pearson, colto e affascinante criminale che si è fatto da solo in una Londra che mantiene inalterata le buone maniere; dall’altra una city ricca di giovani aspiranti criminali che vogliono prendere il posto dei vecchi a colpi di video su Snapchat.
Michael Wilkinson è il costume designer che si è occupato dei look dei personaggi, rendendo la pellicola di Ritchie autentica ed iconica. In tono con l’esuberante personalità del regista.
Metacinema
Guy Ritchie dirige un film a basso budgert per il piccolo schermo, dopo il successo di King Arthur-Il potere della Spada e il citato “Operazione Uncle“, (si può notare infatti un poster che spunta galeotto in una scena di “The Gentlemen”).
Questa volta la storia ha molti villain ma a patto che McConaughey risulti trionfante ed onnisciente. Hugh Grant rispolvera il suo sex appeal mettendolo da parte per dare spazio ad un nuovo volto, decisamente più in tono con la sua età. Interessante anche il ruolo interpretato da Colin Farrel, il Coach che veste un perfetto outift da ex pugile insieme tutta la sua fidata di squadra di giovani pugili in erba.
The Gentlemen si contorce e storce progressivamente attraverso un montaggio alternato e un dialogo caratterizzato da numerosi controsensi oltre che doppi sensi, tra il personaggio di Raymond Smith (l’ex King Arthur Charlie Hunnam) e il sarcastico Fletcher (Hugh Grant). Dal dialogo tra i due veniamo a conoscenza della vita di Mickey Pearson. Mickey è cresciuto in una famiglia americana altamente disfunzionale. Nonostante ciò approda a Rodi presso l’Università di Oxford. Durante gli anni di college inizia a vendere marijuana tra gli studenti. Cosi costruisce la sua azienda criminale evolvendosi in un uomo d’affari illegali con classe e fascino apparentemente britannico.
The Gentlemen, ricco di citazioni e rimandi
La costruzione, lo humour e lo stile dei pub londinesi, le battute iconiche che vengono citate dai protagonisti di “The Gentlemen” sono un mix di citazioni e rimandi cinefili a pellicole come “Legend“, “Il giorno del venerdì santo“, “Sadismo“, “La giungla di cemento” oltre che i tre film girati da Guy Ritchie stesso: “Lock & Stock-Pazzi Scatenati“, “Snatch-Lo Strappo” e “RocknRolla“.
Snatch: la serie ispirata all’omonimo film di Guy Ritchie
Snatch, sarà una serie televisiva che debutterà sul canale on demand di proprietà Sony, (Crackle) a marzo. Il cast sarà altrettanto interessante, sebbene non veda il volto di Brad Pitt, Benicio Del Toro, Jason Statham e Dennis Farina. Nella serie appunto ispirata al film diretto da Ritchie ritroveremo: Rupert Grint, Luke Pasqualino, Lucien Laviscourt, Marc Warren, Stephanie Leonidas, Phoebe Dynevor, Juliet Aubrey, Tamer Hassan, Dougray Scott ed Ed Westwick.
The Gentleman è istrionico, spumeggiante, vivace, soavemente canzonatorio e sociologicamente realistico. Quello che ci si aspetta di vedere anche su delle piattaforme di streaming a pagamento: un po’ di sana qualità, modesta prerogativa tra appassionati della settima arte e non solo.
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Silvia Pompi