Il 22 novembre 1968, i Beatles, pubblicano il loro nono album omonimo, comunemente conosciuto dal pubblico come The White Album. Un album eterogeneo con distinzioni nei generi musicali, nella composizione e nelle tematiche utilizzate all’interno delle canzoni. Per la prima volta tutti e quattro i componenti della band: Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr, sono attivamente partecipi nella stesura de brani. La rivista musicale Rolling Stone lo ha inserito al decimo posto della lista delle 500 migliori album, non è l’unico riconoscimento che hanno ricevuto, l’album compare anche nel volume 1001 Albums You Must Hear Before You Die. All’inizio il nome doveva essere A Doll’s House in omaggio al drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, purtroppo un’altra band aveva adottato lo stesso nome poco tempo prima.

Proprio dopo che John Lennon ebbe l’idea di utilizzare quel nome, i Family un’altra band brittanica fece uscire Music in A Doll’s House il loro album di debutto. A questo punto i quattro si trovano senza idee per il nome dell’album e per la copertina che era già in lavoro nelle mani di un artista scozzese, John Byrne. E così, i Beatles che un anno prima avevano spiazzato la scena musicale con Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, con una variopinta copertina piena di personaggi, optarono per un essenziale The Beatles come nome del disco ed una copertina completamente bianca, da qui il nomignolo The White Album, dove il logo della band era appena percepibile dovuto al colore dei caratteri, anch’essi bianchi.

Nascita e registrazione dell’album

Gran parte della scrittura dei brani viene realizzata inizialmente a Rishikesh, in India, tra il febbraio e l’aprile 1968. Luogo in cui i quattro acquisiscono una nuova creatività compositiva e strumentale. Durante questo viaggio con loro hanno solamente chitarre acustiche ed imparano la tecnica del finger-picking successivamente inserita in alcuni brani dell’album. Ognuno scrive la propria musica ed alla fine di questi mesi i Beatles tornano a Londra con una trentina di canzoni pronte per essere registrate.

Il produttore George Martin, con il quale registrano negli Abbey Road Studios per venti settimane, suggerisce una scrematura in modo da tenere solo il materiale sufficiente a un disco di eccelsa qualità. I quattro però reclamano spazio e opportunità d’espressione, presto si decise che i Beatles avrebbero pubblicato il loro primo album doppio, quello che sarebbe diventato il loro più grande successo in America. I Fab Four lavorano autonomamente, registrando le parti vocali e strumentali completamente da soli, continuano così i continui litigi tra i componenti della band.

Photo Credits: heyjudemagazine.it

Tracklist: The White Album

 LATO A
1. Back in the U.S.S.R.
2. Dear Prudence
3. Glass Onion
4. Ob-La-Di, Ob-La-Da
5. Wild Honey Pie
6. The Continuing Story of Bungalow Bill
7. While My Guitar Gently Weeps
8. Happiness Is a Warm Gun

LATO B
1. Martha My Dear
2. I’m So Tired
3. Blackbird
4. Piggies
5. Rocky Raccoon
6. Don’t Pass Me By
7. Why Don’t We Do It in the Road?
8. I Will
9. Julia

LATO C
1. Birthday
2. Yer Blues
3. Mother Nature’s Son
4. Everybody’s Got Something to Hide Except Me and My Monkey
5. Sexy Sadie
6. Helter Skelter
7. Long, Long, Long

LATO D
1. Revolution 1
2. Honey Pie
3. Savoy Truffle
4. Cry Baby Cr
5. Revolution 9
6. Good Night

The White Album: eterogeneità e originalità

All’interno dell’album si trovano i più svariati generi musicali: dal rock al jazz, dal pop al blues, una varietà espressiva eccezionale dove si denota la separazione dei quattro artisti. Troviamo canzoni scritte da Harrison, McCartney e Lennon ma la nota particolare è che per la prima volta c’è anche una canzone interamente scritta da Ringo Starr, Don’t Pass Me By. Oltre al cambiamento musicale della band c’è un vero e proprio cambiamento tematico, in cui, alle solite canzoni d’amore si accompagnano temi sociali. In Blackbird: scritta, suonata e cantata da Paul McCartney, il merlo simboleggia una donna nera attivista del movimento per i diritti civili. All’interno della canzone troviamo la tecnica già citata del finger-picking ritrovata anche nella ballata Julia, scritta da Lennon per la madre ma anche per la compagna Yoko Ono.

Si passa dai temi più disimpegnati come in Back In The USSR primo brano in scaletta che crea un inganno di spensieratezza, per poi arrivare a canzoni come Piggies di Harrison contro il materialismo dilagante in cui gli uomini vengono descritti come maiali che con forchetta e coltello mangiano del bacon, stilisticamente vicina ad Orwell, canzone che insieme ad Helter Skelter di McCartney purtroppo viene ricordata tristemente per i deliri di Charles Manson.

Giulia Bergami

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