The Wolf of Wall Street, la finanza americana vista da Martin Scorsese

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Di Stefano Delle Cave

Stasera su Rai Movie andrà in onda “The Wolf of Wall Street”, il film di Martin Scorsese sull’ascesa e la caduta del broker newyorkese Jordan Belfort, interpretato da Leonardo DiCaprio, alla quinta collaborazione con il grande regista italo americano. Si tratta di un film su cui Scorsese stava lavorando da tempo e che in un primo momento aveva anche abbandonato.

The Wolf of Wall Street, la genesi del film


Nel 2007 Leonardo DiCaprio e la Warner Bros acquisirono i diritti di trasposizione del libro di memorie “The Wolf of Wall Strett” di Jordan Belfort che guadagnò ben un milione di dollari con questo affare. Per la regia era stato subito scelto Martin Scorsese che però decise di accantonare il progetto perché il suo lavoro non aveva ricevuto l’approvazione della Warner, che offrì in seguito la regia a Ridley Scott prima di cestinare il progetto. Solo nel 2012, quando entrò in campo la casa di produzione indipendente Red Granite Pictures, riprese la lavorazione del film che fu finalmente realizzato con la regia di Scorsese.

Il trailer di The Wolf Of Wall Street

Le scelte di Martin Scorsese

“La mia prima preoccupazione era quella di raccontare la storia di qualcuno non molto rilevante, qualcuno che non aveva fatto nulla di ispirante, non era né da un lato Michelangelo, un Roosevelt o un Lincoln, né d’altra parte un Rasputin, un Mao, uno Stalin, e oltre a questo, qualcuno la cui vita non fosse un esempio, non fosse nobile in alcun modo”

Con queste parole Scorsese spiega, in un intervista, la sua idea del film in cui porta i personaggi con molta ironia fino all’estremo perché voleva:

“provare e scoprire che cosa pensavano tutti e come le loro menti lavoravano”

Una clip di The Wolf of Wall Street

Tre curiosità del film

Si era pensato inizialmente di girare questo film in digitale come il precedente lungometraggio di Scorsese “Hugo Cabret” ma poi quest’ultimo, accanito fautore della pellicola che non aveva usato nel precedente lungometraggio solo perché doveva essere in 3D, optò per il classico formato cinematografico. Nel film spicca inoltre la presenza della voice over di Belfort scelta da Scorsese, sin dalla sceneggiatura, per richiamare lo stile del cult “Quei bravi ragazzi”. Un ultima curiosità in fine la ritroviamo nella colonna sonora dove è presente la hit del nostro Umberto TozziGloria”.