Tiziano Ferro contro il governo: “Maternità surrogata come reato? Altro decreto omofobo”

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Di Alessia Spensierato

La maternità surrogata come «reato universale»? «Sarebbe l’ennesimo decreto contro gli omosessuali: avessero almeno il coraggio di dirlo chiaramente». Sono le parole con cui Tiziano Ferro contesta il governo Meloni e la sua maggioranza, dopo il primo via libera ottenuto in Commissione Giustizia della Camera dal provvedimento che prevede che il ricorso da parte di cittadini italiani alla maternità surrogata diventi perseguibile anche all’estero e che questa venga identificata come «crimine universale».

Tiziano Ferro contro il governo Meloni per la proposta di legge contro la maternità surrogata

Photo credit: LettoQuotidiano.it

Attualmente il ricorso alla maternità surrogata in Italia è già punito con multe fino a un milione di euro e reclusione fino a due anni (per chi commercializza o pubblicizza la pratica). In un’intervista rilasciata al magazine Grazia, il cantautore spiega: «Se il problema fosse davvero la gestazione per altri… la maggior parte delle coppie che vi ricorre è eterosessuale. Però, una volta tornate in Italia, quelle coppie possono vedere riconosciuti i loro diritti di genitori, perché è difficile che qualcuno chieda ragioni di come è nato quel bambino».

“Sarebbe l’ennesimo decreto contro gli omosessuali: avessero almeno il coraggio di dirlo chiaramente”

“Se il problema fosse davvero la gestazione per altri, la maggior parte di coppie che ci ricorre, statistiche alla mano, sono eterosessuali. Però, una volta tornate in Italia, quelle coppie possono vedere riconosciuti i loro diritti di genitori, perché è difficile che qualcuno chieda ragioni di come è nato quel bambino” prosegue l’artista.

Secondo il cantante “la verità è che sono i diritti dei bambini a venire menomati, loro che, se in Italia finiscono in ospedale e uno dei due genitori è lontano, non possono contare sulla presenza dell’altro”.

“Ma mentre le leggi si ostinano a mortificarci, a qualcuno viene in tasca qualcosa? No. La verità è che nessuno ci guadagna niente: è pura cattiveria